È necessario mettere in atto un’ampia e olistica strategia di protezione del brand che si concentri su domini, frodi e altre forme di violazioni

Trademark Ecosystem: violazioni del marchio in aumento nel 2019

Secondo l’ultimo report globale di MarkMonitor, almeno un quarto dei domini dei brand sono stati attaccati da cyber criminali. Il report ha inoltre evidenziato che lo scorso anno, per il 62% dei brand, il crimine informatico ha avuto un impatto sul proprio giro d’affari.

Almeno metà del campione interpellato ritiene che la violazione del brand sia cresciuta durante l’anno passato, mentre il 46% ha affermato che le minacce informatiche hanno influenzato lo sviluppo della strategia dei domini. Il report ha inoltre evidenziato che la responsabilità del controllo e della sicurezza dei domini è a compartimenti stagni, con i seguenti reparti responsabili per la gestione dei domini:

  • IT / sicurezza IT – 46%
  • Ufficio legale – 16%
  • Marketing – 13%

Solo per il 13% dei brand, la migliore prassi del settore per limitare rischi di errore è quella di ricorrere a un approccio combinato.

La ricerca ha coinvolto 700 decision maker compresi tra marketing, IT e uffici legali di Gran Bretagna, Stati Uniti, Germania, Francia e Italia per comprendere i loro atteggiamenti e percezioni nei confronti dell’esperienza di gestione dei domini, sicurezza e più in generale per la protezione del brand online.

“I domini costituiscono il nucleo dell’azienda e l’identità del brand, non è mai stato così importante proteggerli come in questo momento,” afferma Chrissie Jamieson, VP of marketing, MarkMonitor. “È necessario sforzarsi maggiormente per mantenere protetto un brand online anziché interessarsi solamente ai domini. Si tratta di mettere in atto un’ampia e olistica strategia di protezione del brand che si concentri su domini, frodi e altre forme di violazioni, e che coinvolga un numero di dipartimenti all’interno dell’azienda. Il panorama è diventato incredibilmente complesso di pari passo all’evoluzione delle minacce informatiche.”

Gli argomenti riguardanti la gestione dei domini più citati sono:

  • Sicurezza – 56%
  • Costi – 40%
  • Tenere traccia dei domini – 34%

Queste problematiche sono accentuate dal fatto che non tutti i domini sono attivi, il 56% degli intervistati detiene fino a 100 domini, mentre solo il 18% afferma che più di tre quarti di questi sono attivi.

Per di più, nonostante una maggior consapevolezza sull’importanza dei domini (il 43% afferma che il dominio è parte vitale sia della crescita del brand che della salvaguardia della fiducia del cliente), molte organizzazioni non sono state proattive nella gestione e nella loro sicurezza. Per esempio il 26% dei brand si affida solamente a un avviso per il processo di rinnovo, il 21% dispone di una sola persona che gestisce il processo, mentre soltanto il 25% ha un piano che include una collaborazione interdipartimentale.

“Anche le problematiche politiche e legislative hanno avuto un impatto sulla gestione e sicurezza del dominio. È necessario che vengano considerate parte del programma della protezione del brand online dell’azienda in modo che possano effettivamente limitare i rischi, fare leva sui benefici della rete e al tempo stesso proteggere gli asset cruciali”, afferma Jamieson.

La ricerca ha inoltre rivelato che il 39% dei brand ha registrato un dominio generico di primo livello (gTLD) e il 32% di questi ha subito l’impersonificazione del brand e un abuso. Inoltre il 39% dei brand ha affermato che la Brexit ha avuto un forte impatto sulla loro strategia di dominio, così come il General Data Protection Regulation (GDPR). Quasi la metà degli interpellati (46%) afferma che il GDPR ha avuto effetti sulla strategia di dominio, mentre il 18% dice che con queste novità trova più difficoltoso proteggersi contro le violazioni.

Lo studio è stato commissionato da MarkMonitor e condotto da una società di ricerche di mercato indipendente Vitreous World. La ricerca ha coinvolto un campione di 700 decision maker del marketing, del legale e dell’IT, intervistati online durante aprile 2019 e appartenenti a cinque diverse nazioni Gran Bretagna, Stati Uniti, Francia, Germania e Italia.