Nel modello degli hybrid jobs l’attività lavorativa è dominata dall’intersezione tra competenze tecnico-professionali, soft e digital

Embracing the Reskilling Revolution: i trend della forza lavoro

Nella maggior parte dei casi, le indagini relative al mercato del lavoro mettono in luce i trend relativi alle professionalità più ricercate. Al contrario, la survey realizzata da Niuko Innovation & Knowledge – che sarà presentata il prossimo 29 marzo in occasione di un convegno nell’ambito del Festival Città Impresa di Vicenza – pone l’accento su un altro fenomeno significativo. Le oltre 208 posizioni vacanti analizzate, infatti, corrispondono a 108 profili diversi, di difficile codificazione perché non aderenti a un job title specifico, ma chiedono competenze diverse disegnate dall’azienda stessa.

L’indagine, che stimolerà il dibattito Se il job title non basta più: nuove skill nell’era dei lavori ibridi (29 marzo, ore 16.30, Palazzo Chiericati, Vicenza) ha coinvolto 91 imprese di tutte le classi dimensionali dei territori di Padova e Vicenza, che nel mese di gennaio sono state invitate a indicare quali profili professionali fossero intenzionate a inserire nei propri organici nei prossimi mesi.

Nel 19% dei casi i profili indicati sono relativi ad addetti alla produzione specializzati: figure come ad esempio addetti a macchine utensili avanzate e saldatori, profili tecnici e operativi cui spesso è chiesta la capacità di utilizzare tecnologie complesse. Al secondo posto fra le figure ricercate figurano i profili relativi ad “addetti R&D, progettazione, sviluppo prodotto” (il 18%, pari a 38 vacancies), mentre in 29 casi le figure sono relative a posizioni di middle management per la produzione. Queste prime tre macro-categorie assorbono nel complesso il 51% delle ricerche: a seguire, nell’ordine, gli addetti commerciali e marketing, gli addetti all’amministrazione e controllo di gestione, gli addetti alla produzione non specializzati.

Risultati che si prestano a una lettura molteplice. A un primo sguardo, le indicazioni sui profili ricercati non riservano grandi sorprese e rispecchiano le tendenze macroeconomiche in atto: la ripresa produttiva pur in un clima di incertezza, la trasformazione dei modelli organizzativi con l’emersione delle figure intermedie chiamate a gestire una mole crescente di dati e di relazioni complesse, l’estensione e l’approfondimento dei processi di innovazione…

“Ecco che – spiega Roberto Baldo, responsabile Progettazione Niuko – gli ambiti di inserimento prioritari, ovvero produzione e ufficio tecnico, confermano che l’attenzione è concentrata sull’aumento della capacità produttiva e sull’inserimento di competenze tecniche capaci di qualificare l’offerta aziendale sui mercati internazionali, con un peso crescente dei profili tecnici rispetto a quelli più immediatamente operativi.”

I risultati emersi dalla survey denotano però, al tempo stesso, la difficoltà di codificare esattamente la job description necessaria: i profili indicati nella quasi totalità dei casi non sono identificabili con un job title “tradizionale”, perché intercettano competenze prima afferenti a profili differenti.

“Un fenomeno – continua Baldo – su cui pesa evidentemente l’attuale frammentazione del mercato del lavoro, che parcellizza la richiesta di competenze in funzione del modello organizzativo, del mercato di riferimento, del tipo di prodotto e delle tecnologie in uso in azienda. L’opacità dei profili professionali pone quindi una sfida notevole agli attori pubblici e privati che si occupano di politiche del lavoro, chiedendo di investire risorse significative per leggere i fabbisogni specifici di ciascuna organizzazione e sviluppare percorsi formativi strutturati per ridurre i gap tra domanda e offerta.”

Ecco che “il moltiplicarsi di nuovi job title testimonia da un lato la difficoltà di standardizzare il processo di recruitment e dall’altra la necessità di prevedere programmi strutturati di formazione, on-boarding e affiancamento, con l’obiettivo di rendere la funzione Hr elemento fondativo delle strategie competitive aziendali. Non solo: il modello degli hybrid jobs, in cui l’attività lavorativa è presidiata dall’intersezione tra competenze tecnico-professionali, soft e digital, può aiutare a interpretare meglio il compito fondamentale di chi si occupa di creare il match tra mercato del lavoro e fabbisogni aziendali.”

L‘appuntamento di venerdì 29 marzo, moderato dalla giornalista del Giornale di Vicenza Roberta Bassan, metterà a confronto Roberto Baldo, Antonio Doro, responsabile risorse umane fischer Italia e Gianluca Bordin, responsabile risorse umane hGears.