Secondo un recente report di Aruba, i retailer dovranno investire sul lungo termine, abbattere i silos e offrire nuove esperienze a clienti e dipendenti

punti vendita fisici

Con l’emergere delle nuove tecnologie e il boom del commercio online, la sopravvivenza dei punti vendita fisici diventa ogni anno più complessa. Secondo un recente studio di Aruba, a fronte dell’aumento delle aspettative dei consumatori e della crescita delle vendite nell’e-commerce, gli operatori che non riescono ad adattarsi velocemente a un mondo digitale hanno grandi difficoltà.

Il report dal titolo Road to Digitalization in Retailing presenta i risultati di uno studio che ha coinvolto oltre 900 manager e non-manager di retailer globali e interviste realizzate con due esperti del settore quali Gabrielle Hase, consulente per le strategie del commercio digitale, e Daniel Borboff, fondatore di ASOS Ventures. Il report spiega perché, dopo anni di esitazione, sia ora arrivato il momento che il settore retail adotti la tecnologia. Ciò significa effettuare investimenti a lungo termine all’interno del workplace per raggiungere gli obiettivi essenziali di una migliore customer experience e di una più solida bottom line.

Per contestualizzare le proprie raccomandazioni, lo studio sottolinea cinque tendenze chiave:

  1. Ritardi nella tecnologia per il workplace: il retail ha implementato la tecnologia nel proprio workplace più lentamente rispetto ad altri settori. Quasi due terzi (63%) dei manager e dipendenti interpellati affermano che le rispettive organizzazioni rischiano di restare indietro rispetto ai concorrenti qualora non venisse implementata nuova tecnologia.
  2. Ai dipendenti deve essere fornita tecnologia: per avere successo, il retailer fisico del prossimo futuro deve dotare il proprio staff di strumenti digitali connessi che permettono di erogare a ciascun cliente servizi maggiormente personalizzati. Attualmente meno di due quinti (39%) del campione può accedere ad applicazioni di cloud computing in grado di introdurre un miglior livello di collaborazione e produttività all’interno dell’ambiente retail.
  3. Esigenza di insight più approfonditi su magazzino e assortimento: i clienti si aspettano che i retailer offrano loro gli articoli che desiderano, quando li desiderano e dove li desiderano. Solamente migliorando i propri sistemi di dati – e potenzialmente sfruttando meglio la tecnologia per la lettura di RFID ed etichette elettroniche – i retailer possono risolvere l’annoso problema di conoscere esattamente lo stato dell’assortimento e la relativa collocazione in qualsiasi momento.
  4. I vecchi silos devono essere abbattuti: l’unione tra fisico e digitale richiederà l’abbattimento delle divisioni e delle strutture che attualmente esistono nelle organizzazioni retail affinché i sistemi interni possano fondersi in modo trasparente e funzionare insieme per fornire le esperienze personalizzate che i clienti oggi si aspettano.
  5. Un’opportunità per ragionare a lungo termine: i retailer devono accettare la necessità di effettuare investimenti importanti a favore sia dei sistemi sia delle persone e trovare nuovi metodi per misurare il successo e valorizzare risultati sia a breve sia a lungo termine.

Nuove misure e il giusto talento in un’era digitale

Nel considerare i progetti di trasformazione, i retailer dovrebbero cercare nuovi modi di misurare il successo e ragionare di ROI a lungo termine, ritiene Daniel Borboff. “Stiamo parlando di innovazione continua e il ROI tende a limitare gli orizzonti: o si centra il bersaglio, o si tagliano i fili al progetto. Devono esserci altre metriche per andare verso il successo.”

Secondo Daniel Borboff, i retailer devono anche accettare che il talento necessario per la trasformazione digitale non può essere completamente reperito nei tradizionali ruoli interni. “Viviamo in un mondo nel quale è più allettante lavorare in una startup dinamica o crearne una propria piuttosto che lavorare per un retailer tradizionale. In questo settore, per poter accedere a ingegneri di grande talento, dei quali vi è comunque penuria, è necessario rivolgersi all’outsourcing. Bisogna creare una cultura che permetta di combinare risorse interne ed esterne che possano lavorare insieme.”

Dipendenti felici, clienti felici

I retailer di successo andranno dove i loro clienti vogliono che essi siano. Questo significa abbattere i silos interni e utilizzare la tecnologia in ogni fase del business per assicurare una esperienza trasparente e integrata tanto per i dipendenti quando per i clienti.

Nello studio di Aruba, il personale dei retailer ha osservato un aumento della produttività (72%), del benessere (62%) e della capacità di differenziazione rispetto alla concorrenza (59%) quale impatto diretto della tecnologia per il digital workplace.

Gerri Hinkel, Director of Solutions Marketing di Aruba, conclude: “Il futuro del retail è incentrato sulle esperienze degli acquirenti, del personale di negozio e dell’IT. Gli acquirenti non sono motivati solamente dal prodotto, ma scelgono dove comprare in base a quanto il retailer sa semplificare la loro vita. I retailer che avranno successo renderanno queste esperienze semplici, smart e personalizzate; ma per arrivare a quel punto dovranno anche avere coraggio nell’effettuare investimenti tecnologici e rendere innovativo il punto vendita del futuro.”