L’intelligenza artificiale trasforma l’esperienza in-car, ma deve ancora conquistare la fiducia degli automobilisti

Sono trascorsi ben 20 anni dall’integrazione della tecnologia vocale di Nuance Communications nelle auto e da allora l’azienda è stata in prima linea nel raggiungere molte pietre miliari della tecnologia in-car. Attualmente, sono oltre 200 milioni le auto in cui è integrata la piattaforma automobilistica connessa Dragon Drive di Nuance. Se all’inizio è nato come operatore telefonico che permetteva ai conducenti di effettuare e ricevere chiamate senza l’uso delle mani, quella semplice tecnologia si è oggi trasformata in un vero e proprio assistente automobilistico intuitivo e intelligente pensato per l’auto autonoma del futuro.  

L’introduzione iniziale del parlato in auto offriva funzioni limitate: gli automobilisti potevano soltanto eseguire e controllare semplici funzionalità, cifre e nomi, ad esempio “Chiama 781-545-4721” oppure “Chiama Mario Rossi”. Nel 2012, grazie ai vantaggi del cloud, è stato possibile abilitare le risposte a SMS o email semplicemente dettando il testo da scrivere. Oggi, l’assistente automobilistico comprende realmente a fondo conducenti e passeggeri attraverso la comprensione del linguaggio naturale (NLU, Natural Language Understanding) per rispondere a domande e comandi quali: “Dovrò mettere gli occhiali da sole domani a Riccione?” oppure “Ho fame”. L’intelligenza artificiale (IA) sta spianando la strada agli assistenti automobilistici di nuova generazione, che sono persino in grado di reagire a più richieste, ad esempio: “Blocca lo sportello anteriore e trova un parcheggio vicino al Teatro della Scala che accetti carte di credito e sia ancora aperto dopo il concerto”.

 In un’epoca in cui le trasformazioni sono all’ordine del giorno, i consumatori allineano di conseguenza le proprie aspettative e sono disposti a vivere un’esperienza futura in cui assistenti automobilistici avanzati e di facile utilizzo permetteranno ai conducenti di sfruttare tutto il potenziale dei propri veicoli. Dalle ricerche del Design, Research, Innovation and In-Vehicle Experience (DRIVE) Lab di Nuance emerge che i consumatori sono disposti ad accettare l’introduzione di sistemi basati sull’intelligenza artificiale, che permetteranno loro di pianificare gli itinerari, i bollettini meteorologici, le preferenze di parcheggio e l’invio/ricezione di messaggi; tuttavia, essi esprimono ancora dei dubbi sulla possibilità che tali sistemi riescano ad apprendere realmente le loro esigenze. Tra le altre evidenze:

  • Le persone ritengono che l’IA permetta loro di semplificare le attività correlate alla guida, tra cui supporto alla pianificazione della navigazione (70%) e pianificazione delle condizioni meteorologiche (68%), tuttavia l’entusiasmo si attenua quando si parla di precisione e riservatezza. Una volta risolte le preoccupazioni legate alla privacy, 8 utenti su 10 preferiscono la navigazione intelligente offerta dall’assistente automobilistico, che è considerato molto allettante nel caso in cui – dopo aver appreso le abitudini e le preferenze del conducente – riesca a prendere decisioni basate sulla conoscenza, ad esempio: “Trova un buon ristorante cinese e prenota un tavolo dopo la riunione con Mario”.
  • Attualmente, il 51% dei conducenti usa il navigatore principalmente inserendo un indirizzo nel proprio sistema GPS. Un assistente più intelligente semplifica la ricerca di un luogo senza avere l’intero indirizzo a portata di mano: in questo caso, infatti, è sufficiente pronunciare una frase di questo tipo: “Portami al più vicino parcheggio sotterraneo nei pressi della Torre Eiffel”.
  • Sebbene gli odierni sistemi di intrattenimento in-car offrano un’ampia gamma di selezioni musicali, ad esempio app di streaming, USB e radio in Internet, la radio AM/FM (con un di tasso di utilizzo del 27%) risulta ancora essere il tipo di intrattenimento in auto preferito. Un assistente automobilistico intuitivo può aiutare ad abbattere i confini e semplificare l’utilizzo di altre modalità di fruizione musicale; ad esempio, gli automobilisti possono pronunciare: “Riproduci l’ultimo album di Laura Pausini”.
  • Gli utenti esprimono interesse verso assistenti virtuali che permettano loro di leggere, comporre e inviare email o SMS. Le persone di età compresa tra i 45 e i 60 anni sono decisamente più attenti (64%) all’utilizzo dell’IA per l’invio/ricezione di messaggi rispetto agli utenti di età compresa tra i 25 e i 34 anni (30%). Gli assistenti automobilistici di nuova generazione saranno in grado di comprendere comandi quali: “Invia l’indirizzo del ristorante ad Alessia e falle sapere che sono 10 minuti in ritardo”.

Il futuro delle auto parlanti

La nuova generazione di assistenti automobilistici per le auto connesse (e possibilmente anche autonome, elettriche e condivise) è determinata dal numero di prerequisiti indispensabili. Questi assistenti automobilistici devono essere immediatamente disponibili, con un’architettura cloud integrata, ibrida e robusta, devono tener conto dell’esigenza di riservatezza dei dati e non devono essere limitati da vincoli di connettività. Al contempo, devono essere intelligenti e competenti, oltre a sfruttare l’apprendimento automatico e il ragionamento contestuale per offrire risultati più personalizzati e contestualizzati. Gli automobilisti, inoltre, richiedono interazioni collaborative con gli assistenti per eseguire attività più complesse e realistiche con maggiore precisione. Devono interagire con i conducenti e con i passeggeri utilizzando gli ultimi progressi nelle tecnologie di miglioramento del segnale vocale combinate a tecnologia di biometria vocale affidabile, in grado di distinguere i vari utenti con cui interagiscono. Infine, l’assistente automobilistico deve consentire agli utenti di accedere e controllare in modo intelligente assistenti di terze parti e chatbot all’interno e all’esterno del veicolo utilizzando le funzionalità più recenti del cognitive arbitrator.