Il Museo si affida alle tecnologie di ultma generazione per far scoprire ai visitatori il cuore della Val d’Agri

Il MINT, Museo Interattivo Natura e Tradizioni, ha dato vita a una ricostruzione immersiva della Val d’Agri, uno dei luoghi più suggestivi della Basilicata. L’installazione riproduce caratteristici spaccati del paesaggio lucano, offrendo ora un’esplorazione virtuale del territorio.

 Il progetto museale si sviluppa in diversi ambienti collocati su due livelli, due grandi sale situate al piano terra e alcune stanze distribuite al primo piano, per una superficie complessiva di circa 350 mq.

In ogni sala è stata allestita un’apposita sezione tematica” racconta Giuseppe De Vivo, Amministratore e Project Manager di DOC Archiviazione Documentale, società che gestisce il Museo “ed è stato predisposto un sistema di regia per la gestione di tutte le attrezzature e la riproduzione programmata di tutti i contenuti. L’intero percorso di visita, oltre a essere indicato da apposita segnaletica, è supportato da un’APP realizzata ad hoc che conduce l’utente con contenuti d’approfondimento e indicazioni pratiche, per una corretta fruizione dell’impianto allestitivo: scenografie, videoproiezioni, multitouch screen, multitouch show case, visori 360°, NFC e molto altro.

Nella prima sala del museo, collocata al pian terreno, sono stati utilizzati due videoproiettori Canon XEED WUX6000 per raccontare il ciclo dell’acqua e in particolare l’invaso del lago artificiale di Pietra del Pertusillo. All’interno di questa stanza si può ammirare il paesaggio grazie a un plastico, in scala 1:500 (circa m 8,00×2,50xh 1,20), sul quale agisce la tecnologia di proiezione per evidenziarne i punti di interesse. Le due macchine, ciascuna da 6000 Ansi Lumen con risoluzione 1920×1200 pixel, sfruttano perfettamente l’edge-blending, che agevola notevolmente l’uso integrato di più videoproiettori. Gli stessi videoproiettori consentono di proiettare un fondale animato e la silhouette di “Quercia”, il personaggio guida che accompagna i visitatori lungo tutto il percorso espositivo.

La seconda sala del museo è invece dedicata ai paesaggi della montagna e a una fascia collinare dell’Appennino lucano meridionale. Anche in questo caso il fondale animato e l’illuminazione del plastico di larghezza pari a 12 metri sono ottenuti grazie a due videoproiettori Canon XEED WUX6000, ai quali è applicata un’ottica tele, a maggiore lunghezza focale, per ottenere la corretta dimensione di schermo dal punto di installazione del proiettore. I proiettori, posizionati a 5,5 m dal fondale del plastico e a 6 m di distanza l’uno dall’altro, agiscono in modo sincrono sfruttando in modo ottimale questa particolare funzione, caratteristica dell’innovativa tecnologia di proiezione Canon.

Salendo al primo piano si vive un viaggio scenografico nell’atmosfera delle botteghe artigiane di un tempo: Il Bottaio, La Tessitrice, Il Mattonaio.

Dopo aver visitato la sala Flora e Fauna, il percorso museale si conclude con una grande installazione dedicata al bosco.  La sala propone un ambiente suggestivo, fatto di suoni e colori, che riproduce l’idea del bosco come luogo quasi incantato. Lungo tutta la sala sono stati installati alberi e pannelli grafici sagomati. Il sistema di videoproiezione sul pavimento, riproduce terriccio e fogliame. A corredo delle immagini video, un impianto audio offre un sottofondo di suoni della natura.

Alla fine della sala è installata una tenda a fili per videoproiezione in cui i visitatori incontrano per l’ultima volta “Quercia”, che prende vita tramite un videoproiettore Canon LV-WX300UST, un proiettore ad ottica ultra corta (Ultra Short Throw) compatto con risoluzione WXGA.

Gianluca Codina, Business Development Manager Projectors, Canon Italia  ha sottolineato come: “Avere a che fare con un plastico significa non disporre di una superficie piana sulla quale proiettare le immagini, pertanto, per una resa adeguata, la proiezione deve mantenere un’adeguata messa a fuoco resa possibile grazie ai videoproiettori Canon” e ha aggiunto: “ Il contributo di Canon a questo importante progetto è la dimostrazione che la tecnologia può essere uno strumento straordinario per la valorizzazione del patrimonio naturalistico del nostro Paese..”