RIOS (Rete Italiana Open Source) organizza un evento che in quattro giornate guiderà i decision maker di aziende e organizzazioni alla scoperta delle novità del mondo Open Source attraverso le voci più autorevoli

Open Source Week 2020

Un evento per toccare con mano il presente e il futuro dell’informatica mondiale: descrive così la Open Source Week 2020 organizzata da RIOS (Rete Italiana Open Source) il suo presidente Marco Tessarin, anche CEO di SMC. L’appuntamento è fissato dall’1 al 4 dicembre e si rivolge ai decision maker all’interno delle aziende che ormai hanno compreso i vantaggi dell’adozione di un modello open source.

Marco Tessarin, SMC
Marco Tessarin, SMC

“RIOS è un solido network costituito allo stato attuale da 9 aziende altamente specializzate in tecnologie Open Source. La Rete è nata sei anni fa come paternariato e nel 2015 si è costituita come rete giuridicamente riconosciuta – esordisce Tessarin -. L’obiettivo di RIOS  è quello di essere il punto di riferimento, in Italia, per quanto riguarda le soluzioni Ict di livello enterprise, modellate sulle esigenze della Pubblica Amministrazione come anche di PMI e del mondo Bancario e Assicurativo. Conosciamo nel profondo questo tipo di piattaforme e riteniamo di fondamentale importanza offrire massima competenza e un supporto a 360 gradi per sostenere le organizzazioni con soluzioni solide e scalabili”.

RIOS lavora con i grandi system integrator e con le imprese che costituiscono la spina dorsale del tessuto imprenditoriale italiano. L’evento a chi è rivolto? Chi è chiamato a partecipare alla Open Source Week?

“La Open Source Week ospiterà diverse tipologie di interventi, e, nell’arco dei 4 giorni, svilupperà tematiche centrali per le imprese che vogliono abbracciare la trasformazione digitale in modo più flessibile ed evitando il lock-in.

L’evento è rivolto a grandi enti, banche, assicurazioni, player e system integrator internazionali perché l’open source in Italia sta prendendo piede proprio in questo tipo di mercato. I nostri interlocutori sono i decision maker, chi all’interno di enti ed aziende prende le decisioni, anche se continuiamo a strizzare l’occhio alle community, ai consulenti di processo e tecnologia.

Saranno con noi ospiti internazionali, dedicheremo eventi e workshop a Red Hat, Liferay, GitLab e altre tecnologie; momenti speciali saranno dedicati proprio ai settori della PA, del Manufacturing e del Banking&Insurance”.

La rete si compone di aziende molto eterogenee, per ambiti di ricerca e dimensioni, ma tutte intrattengono rapporti stretti con i big dell’informatica: come si stanno muovendo queste grandi software agency rispetto alla community open globale e al mercato?

“Portando l’esempio di Liferay, di cui SMC è Service Platinum Partner e primo partner a livello EMEA, possiamo dire che i Big dell’informatica guardano con favore l’Open Source ad alta specializzazione per progetti ambiziosi e mission critical. Alto l’interesse per soluzioni che sfruttino la piattaforma come risposta pronta a bisogni reali: i grandi player promuovono la nostra capacità di rispondere, alle esigenze di un panorama eterogeneo come quello italiano, con soluzioni e moduli pronti all’uso (Enterprise Collaboration, IoT, ECM, BPM, etc.), pienamente integrabili con gli applicativi aziendali in uso. A fianco a noi ci sono anche realtà come IBM e Red Hat, che ci aiutano a ridurre il time-to-market con un Cloud solido e scalabile”.

Focalizzandoci sull’evento: la Open Source Week sarà virtuale… anche RIOS ha quindi dovuto adeguarsi ai tempi che stiamo attraversando?

“Dedichiamo la massima attenzione alla salvaguardia della salute delle persone. Siamo in grado di garantire che questo evento, seppur virtuale, regalerà un senso di vicinanza perché offrirà un mix tra mondo fisico e virtuale (Phygital). La Open Week rappresenterà anche un’importante occasione per aprire le sedi delle 9 aziende di RIOS a tutti i curiosi, ai clienti, alla community del mondo open source, senza rinunciare alla strettissima interconnessione tra le imprese, che ci portano a lavorare come un’unica grande organizzazione.

La Open Source Week sarà una sorta di hub dove poter conoscere le persone che compongono questo straordinario gruppo, condividerne il business e gli obiettivi, come anche scoprire tutte le realtà che gravitano attorno ad essa”.

Come sarà strutturata l’agenda della settimana?

“La prima giornata sarà dedicata allo stato dell’arte dell’Open e ai vantaggi che le grandi istituzioni ne possono trarre direttamente o indirizzando politiche di adozione; ospiteremo alcuni esponenti internazionali (come Amanda Brock, CEO di OpenUK; Gilles Viton, Head of Open Source Program di Orange France e Gijs Hillenius, Expert at the European Commission’s Internal Open Source Strategy) e italiani (tra cui Alessandro La Volpe, Vice President IBM Cloud & Cognitive Software di IBM Italia e Gabriele Columbro, Executive Manager di Finos Foundation)e introdurremo i lavori delle giornate successive.

Tra i relatori ci saranno nomi di aziende come Regione Emilia Romagna, Bper Banca, Nexi, Cerved e Milano Tangenziali.

Ci sarà la possibilità di chattare e colloquiare con tutti gli ospiti e gli attendees… Ci si potrà muovere tra gli “stage”, che tradizionalmente chiamiamo sessioni o track, dove potremo ascoltare interventi live e guardare contributi per approfondire soluzioni e prodotti.

Ad esempio nello stage manufacturing, la mattina del 4 dicembre, vedremo come risolvere alcuni problemi che attanagliano responsabili sicurezza, amministrativi e di produzione di aziende private italiane, mentre nel pomeriggio, in un altro stage, ospiteremo gli esperti di Liferay per alcuni contributi sulla piattaforma leader nel quadrante Gartner per le Digital Experience Platforms”.

L’Open Source Week è anche un’importante occasione per fare il punto sul modello Open Source. In un contesto dove le imprese italiane si stanno concretamente trovando a fare i conti con il processo di digitalizzazione, quali sono i vantaggi offerti dall’Open Source?

“L’open source proprio perché è aperto dichiara l’eccellenza della qualità: il codice sorgente è aperto e le community gareggiano per migliorare sempre di più il livello di eccellenza quindi l’open source rappresenta il meglio che troviamo sul mercato.

Un altro vantaggio è l’approccio graduale: gli enti e le imprese possono cominciare ad implementare progetti open source che coinvolgono gli asset non critici e gradualmente espanderlo ad altri ambienti. Il vantaggio quindi è massimo.

Altro punto vincente è l’eterogeneità: con un approccio Open Source è possibile mixare le tecnologie best of breed permettendo di creare un ‘abito’ confezionato su misura sulla base delle esigenze e delle preferenze del cliente, tenendo presente e valorizzando anche la tecnologia che ha già in casa.

Infine l’open source consente di provare e solo in un secondo momento comprare. Si comincia piano piano e si toccano con mano i benefici, potendo poi evolvere in maniera progressiva senza vincoli”.

In questo contesto quale è il ruolo di RIOS?

“RIOS si propone come single point of contact per i suoi interlocutori: abbiamo selezionato le tecnologie migliori, le abbiamo integrate e interconnesse e diamo assistenza e supporto lavorando con un modello di open source di tipo enterprise.

RIOS crede inoltre molto nella formazione: trattandosi di piattaforme complesse è necessario essere opportunamente skillati, occorre creare connettori per unificare gli ambienti eterogenei e questi connettori devono essere certificati, sicuri e basati su best practices.

Offriamo poi anche supporto legale, un aspetto molto importante e che non è assolutamente da sottovalutare”.

E le aziende italiane che atteggiamento hanno verso il mondo open source?

“I grandi enti della PA centrale e locale, le banche e le assicurazioni sono completamente aperte verso questo mondo e hanno abbattuto ogni possibile remora: l’importanza dell’open source è data per scontata ed addirittura in certi ambiti l’open source è diventato lo standard de facto.

Guardando alle industrie, troviamo le grandi imprese, sono piuttosto aperte, le quali stanno adottando l’open source con determinazione, mentre le medie imprese sono un po’ indietro, anche se guardano con sempre maggiore interesse a questo mondo”.

Per finire, come è stato il 2020 di RIOS e quali sono gli obiettivi per il prossimo anno?

“Per RIOS questo 2020 è stato un anno importante, di straordinaria crescita. La Rete ha visto registrarsi una fortissima spinta anche grazie all’adozione di un modello organizzativo interno più veloce e agile. Ci siamo divisi in tavoli operativi che hanno suscitato un grande entusiasmo e una grande energia nei nostri collaboratori. Per il prossimo anno contiamo di proseguire su questa strada e siamo ottimisti nella crescita della rete, sia per quanto riguarda nuovi associati che per lo sviluppo del business”.