
Nei cassetti delle case europee dorme un tesoro dimenticato: circa 642 milioni di vecchi smartphone sono infatti inutilizzati. Di questi, solo 211 milioni sono ancora adatti al ricondizionamento, mentre i restanti 431 milioni non lo sono, ma contengono materie prime per un valore complessivo di circa 1,1 miliardi di euro. Solo in Italia questo significa circa 55,7 milioni di telefoni riciclabili, capaci di restituire al ciclo produttivo tonnellate di materiali ad altissimo valore economico e strategico. Lo rivela uno studio realizzato da Fraunhofer Austria su incarico di refurbed, pubblicato a maggio 2025. Recuperare questi materiali preziosi significherebbe non solo ridurre la dipendenza dell’Unione Europea dalle importazioni, ma anche dare una spinta decisiva all’economia circolare.
Un valore di oltre 1 miliardo di euro
Un singolo smartphone racchiude solo pochi grammi di metalli, ma moltiplicati per centinaia di milioni di dispositivi il risultato diventa sorprendente. Secondo i calcoli di Fraunhofer Austria, se i vecchi smartphone venissero riciclati professionalmente, si potrebbero recuperare oltre 5.000 tonnellate di cobalto, 129 tonnellate di magnesio, 431 tonnellate di stagno, 43 tonnellate di tungsteno, 1 tonnellata di palladio e ben 9 tonnellate di oro. Al valore delle materie prime nel mese di febbraio 2025, il solo oro corrisponde a circa 1,1 miliardi di euro.
Il caso italiano: milioni di vecchi smartphone fermi nei cassetti
Lo studio evidenzia dati impressionanti anche a livello nazionale. In Italia giacciono inutilizzati quasi 82 milioni di vecchi smartphone. Di questi, circa 26,3 milioni sono ancora ricondizionabili, mentre i restanti 55,7 milioni sono riclabili e potrebbero restituire al ciclo economico centinaia di tonnellate di cobalto, stagno, tungsteno e magnesio, oltre a significative quantità di oro e palladio (Nello specifico: più di 679 tonnellate di cobalto; 1,1 tonnellate di oro, 55,7 tonnellate di stagno; 5,5 tonnellate di tungsteno; 16,7 tonnellate di magnesio, 0,1 tonnellate di palladio). Numeri che, se tradotti in valore economico, rappresentano un potenziale milionario capace di rafforzare la sicurezza delle forniture europee e ridurre la dipendenza dalle importazioni extra-UE.
Smartphone: grandi consumatori di materie prime rare
La produzione di dispositivi elettronici richiede enormi quantità di materie prime critiche (CRM) come cobalto, rame, magnesio o palladio, e di materie prime da conflitto (CM) come stagno, tantalio, tungsteno e oro. La disponibilità di queste risorse è limitata e costringe l’Europa a una forte dipendenza da fornitori esteri. Le Critical Raw Materials (CRM) sono considerate strategiche dall’Unione Europea per il loro elevato valore economico e l’alto rischio di scarsità: attualmente la lista ufficiale comprende 34 materiali critici. Le Conflict Materials (CM), invece, provengono spesso da zone di conflitto, contribuendo al finanziamento di gruppi armati e generando gravi conseguenze sociali e ambientali, dalla distruzione degli habitat naturali alla contaminazione di suoli e acque.
Dati chiave: contenuto medio di metalli in uno smartphone
Prendendo come riferimento un iPhone 12 (160 g totali, di cui circa 43 g di metalli), in ogni dispositivo si trovano in media 12,2 grammi di cobalto, 0,3 grammi di magnesio, 0,003 grammi di palladio, 1 grammo di stagno, 0,1 grammi di tungsteno e 0,02 grammi di oro. Trasportando questi dati sui 431 milioni di dispositivi inutilizzati in Europa, le quantità equivalgono a 5,2 tonnellate di cobalto, 129 tonnellate di magnesio, 1,3 tonnellate di palladio, 431 tonnellate di stagno, 43 tonnellate di tungsteno e 8,6 tonnellate di oro.
Riciclaggio: in Europa solo il 10% dei vecchi smartphone viene riciclato
Nonostante i vantaggi ambientali ed economici, attualmente in Europa solo il 10% dei vecchi smartphone viene riciclato, mentre a livello globale la percentuale scende al 7,5%. La maggior parte degli smartphone resta inutilizzata nei cassetti. L’UE ha fissato un obiettivo chiaro e ambizioso: arrivare entro il 2030 a coprire il 25% del fabbisogno di materie prime attraverso il riciclo.
“Nei nostri cassetti si nascondono veri e propri tesori: milioni di vecchi smartphone che possono essere ricondizionati o riciclati. Restituirli significa dare una seconda vita non solo al dispositivo, ma anche alle materie prime che contiene”, commenta Kilian Kaminski, co-fondatore di refurbed. E aggiunge. “La politica e le imprese devono unire le forze per creare incentivi concreti, migliorare i sistemi di raccolta, investire nel riciclo e garantire dispositivi più facili da riparare e più durevoli. Solo così potremo ridurre i rifiuti elettronici, salvaguardare risorse preziose e contribuire a un’economia circolare sostenibile in tutta Europa”.
Un network europeo per facilitare il riciclo
Per aumentare il tasso di riciclo dei vecchi smartphone, diverse realtà europee attive nel riuso, nella riparazione e nel riciclo si sono unite nella rete RREUSE, che mira a rafforzare il ruolo degli attori locali e semplificare l’accesso per i cittadini a soluzioni di raccolta e smaltimento. In Italia, la rete include organizzazioni e iniziative territoriali dedicate al riciclo professionale dei rifiuti elettronici. Grazie alla mappa interattiva RREUSE, infatti, i consumatori possono individuare facilmente i punti di raccolta più vicini sul territorio nazionale, agendo attivamente per un futuro più sostenibile.