
L’adozione dell’AI all’interno delle aziende cresce sempre più. Lavoratori e leader si affidano a questa rivoluzionaria tecnologia per ottimizzare i processi. Di certo non mancano le sfide.
Cloudera, azienda che abilita i dati all’Intelligenza Artificiale, ha rilasciato i risultati della sua indagine globale “The Evolution of AI: The State of Enterprise AI and Data Architecture”. L’indagine – che ha coinvolto oltre 1.500 leader IT – analizza l’evoluzione delle architetture dati aziendali, l’accelerazione nell’adozione dell’AI e le sfide che le imprese stanno affrontando nel 2025 per adottarla in sicurezza. Riprendendo lo studio condotto nel 2024, il report Cloudera mette in luce come priorità, ostacoli e obiettivi siano mutati in appena un anno, certificando la rapida evoluzione del panorama dell’AI aziendale e il suo ruolo ormai inequivocabile nel plasmare il futuro. Per alimentare questa tecnologia, è necessario che le organizzazioni possano accedere al 100% dei propri dati in qualsiasi forma, ovunque si trovino. Solo in questo modo potranno gestirli in sicurezza e ottenere insight solidi, sia in tempo reale che predittivi, senza alcun compromesso.
Cresce l’adozione dell’AI nelle aziende
Ciò che colpisce maggiormente è che il 96% dei leader IT ha riferito che l’AI è ormai almeno parzialmente integrata nei loro processi aziendali chiave, un dato decisamente in crescita rispetto all’88% registrato nel 2024. È evidente, quindi, che l’intelligenza artificiale ha superato la fase sperimentale per raggiungere una piena integrazione nei processi e nei flussi di lavoro con benefici tangibili: il 70% degli intervistati ha infatti dichiarato di aver ottenuto risultati positivi da queste iniziative.
L’approccio delle aziende ai dati
Per farlo, le aziende stanno attingendo a diverse forme di intelligenza artificiale, tra cui l’AI generativa (60%), quella predittiva (50%) e il deep learning (53%). È aumentata anche la fiducia nella diversificazione del portfolio di questa tecnologia: il 67% dei leader IT si sente ora più preparato a gestirne nuove forme, in particolare gli agenti AI, rispetto a un anno fa. Alla base di questo successo vi è un crescente cambiamento nell’approccio delle aziende ai dati.
L’architettura dati ibrida è diventata la norma, offrendo alle organizzazioni la flessibilità necessaria per gestire l’Intelligenza Artificiale sia in ambienti cloud che on-premise. Chiamati a indicare i principali vantaggi di un approccio ibrido, gli intervistati hanno citato la sicurezza (62%), una migliore gestione dei dati (55%) e un’analisi delle informazioni più efficace (54%).
Nonostante i progressi, le imprese riconoscono di dover ancora lavorare per massimizzare il potenziale e il ritorno sull’investimento (ROI) dell’AI. Se da un lato il 24% ha dichiarato di avere una cultura aziendale fortemente basata sui dati, in crescita rispetto al 17% dell’anno scorso, dall’altro la maggior parte riconosce la necessità di un impegno maggiore per integrare il pensiero “data-first” nelle attività quotidiane. Le principali limitazioni tecniche nelle architetture dati per i carichi di lavoro AI sono l’integrazione degli stessi (37%), le prestazioni di storage (17%) e la potenza di calcolo (17%). L’accessibilità è un ulteriore problema: solo il 9% delle organizzazioni ha dichiarato che tutti i loro dati sono disponibili e utilizzabili per l’AI, mentre per il 38% una larga parte non lo è.
Altre evidenze
- Le aziende sfruttano ampiamente il cloud: alla domanda su dove fossero archiviati i dati della loro azienda, il 63% degli intervistati ha indicato il cloud privato, il 52% il cloud pubblico e il 42% un data warehouse.
- L’integrazione dell’Intelligenza Artificiale porta con sé preoccupazioni per la sicurezza: la metà degli intervistati ha espresso timore per la fuga di dati durante l’addestramento dei modelli di AI. Inoltre, il 48% ha citato l’accesso non autorizzato ai dati e il 43% ha menzionato l’uso di strumenti AI di terze parti non sicuri.
- Le aziende sono fiduciose, andando oltre i rischi: nonostante le preoccupazioni, quasi un quarto (24%) degli intervistati si è detto estremamente fiducioso nella capacità della propria organizzazione di proteggere i dati impiegati nei sistemi AI. Il 53% ha espresso molta fiducia e il 19% una fiducia moderata.
Dichiarazioni
“In un solo anno, l’Intelligenza Artificiale è passata dal ruolo di priorità strategica a quello di imperativo urgente, rimodellando operazioni e ridefinendo le regole della competizione”, ha commentato Sergio Gago, Chief Technology Officer di Cloudera. “Il nostro sondaggio, però, rivela che le aziende stanno ancora affrontando significative difficoltà relative a sicurezza, conformità e utilizzo dei dati, spesso fermandosi alla fase di proof-of-concept. Cloudera mira a portare l’AI ai dati ovunque essi risiedano – cloud pubblico, privato o on-premise – garantendo governance, tracciabilità e fiducia. Con soluzioni come l’AI privata e l’AI generativa sicura, accelerata da GPU e operante nel rispetto dei firewall aziendali, diamo alle aziende il controllo e la fiducia per sbloccare il potenziale del 100% dei loro dati e accelerare l’adozione in questa nuova Era della Convergenza”.

























































