
Nel mondo iperconnesso di oggi, avere un sito web non basta più. Le aziende, grandi e piccole, si trovano a dover offrire esperienze digitali sempre più personalizzate, coerenti e aggiornate, su una varietà crescente di canali: desktop, mobile, app, social network, chatbot. Per restare al passo – e soprattutto per distinguersi – serve agilità digitale.
Il concetto, già familiare nei contesti più evoluti dell’IT, sta rapidamente entrando nelle strategie di marketing e comunicazione di aziende di ogni settore. Perché non si tratta solo di “essere digitali”, ma di saperlo essere in modo rapido, adattabile e intelligente. E di trasformare questa capacità in valore reale per il business.
Dall’ostacolo alla leva strategica
Molte imprese si trovano ancora imbrigliate in sistemi rigidi, piattaforme obsolete e processi lunghi e complessi. Questo non solo rallenta l’innovazione, ma impedisce di rispondere in modo efficace a esigenze che cambiano in continuazione: dal lancio di nuovi prodotti alla localizzazione dei contenuti, dalla gestione di più brand alla personalizzazione dell’esperienza utente.
Secondo un’indagine condotta a livello globale sull’agilità organizzativa, quasi la metà dei dirigenti aziendali (49%) ha dichiarato che la propria organizzazione è in grado di individuare nuove opportunità digitali più velocemente rispetto alla concorrenza. Il comune denominatore di queste realtà? L’adozione di strumenti che potenziano l’agilità digitale.
L’intelligenza artificiale scende in campo
Se un tempo l’intelligenza artificiale sembrava appannaggio esclusivo delle big tech, oggi è sempre più accessibile e concreta. E non solo: è diventata una leva strategica per aumentare la competitività, migliorare l’esperienza utente e ottimizzare i processi.
Le sue applicazioni spaziano dalla generazione automatica di contenuti alla personalizzazione real-time, dal supporto tramite chatbot intelligenti fino all’organizzazione semantica delle informazioni. Anche nei contesti pubblici e istituzionali, consente di semplificare la ricerca documentale, abbattere i tempi di risposta e rendere i servizi più fruibili per tutti.
Liferay Italy integra l’intelligenza artificiale nella sua Digital Experience Platform (DXP) con un approccio orientato alla concretezza: analizziamo il comportamento degli utenti per suggerire contenuti rilevanti, ottimizziamo le ricerche interne con algoritmi intelligenti e automatizziamo i flussi di lavoro attraverso assistenti virtuali e chatbot. Il nostro obiettivo è offrire soluzioni che generino valore immediato, senza complessità aggiuntive per l’organizzazione.
Oggi, però, si guarda già oltre: l’evoluzione in atto è rappresentata dall’Intelligenza Artificiale Agentica — sistemi progettati per essere autonomi, proattivi e capaci di interagire in modo dinamico con il loro ambiente per raggiungere obiettivi specifici. A differenza delle IA tradizionali, queste soluzioni non si limitano a rispondere a input predefiniti, ma prendono decisioni, imparano dai dati e si adattano in tempo reale.
È questa la direzione verso cui ci muoviamo come Liferay Italy: un ecosistema digitale intelligente, capace non solo di reagire, ma di anticipare, evolvere e guidare l’interazione con utenti, clienti e cittadini.
Low-code: più autonomia per i team non tecnici
Un altro elemento chiave dell’agilità digitale è rappresentato dalle piattaforme low-code, che permettono la creazione di portali, pagine e moduli tramite interfacce visuali e strumenti drag-and-drop. In pratica, anche i team di marketing o customer care possono contribuire direttamente alla gestione dei contenuti digitali, senza dover ogni volta passare dal reparto IT.
In un contesto in cui il 72% dei responsabili IT segnala un sovraccarico di lavoro, questa autonomia rappresenta un cambio di passo importante: significa accelerare i tempi di risposta al mercato, risparmiare risorse e stimolare l’innovazione dal basso.
Con il low-code si possono anche realizzare piccole applicazioni aziendali, digitalizzare processi (ad esempio la richiesta di permessi o la prenotazione di servizi) e gestire flussi di approvazione, garantendo al contempo controllo e compliance normativa.
Gestione multisito: coordinare il cambiamento
Molte aziende operano oggi con una presenza digitale articolata su più domini: per aree geografiche, linee di prodotto, progetti speciali o eventi temporanei. Gestire tutto questo in modo centralizzato è fondamentale per garantire coerenza, sicurezza e velocità.
Una piattaforma che supporta la gestione multisito consente di clonare siti esistenti, creare modelli riutilizzabili, aggiornare contenuti simultaneamente su più siti e tenere traccia delle modifiche da un’unica dashboard.
Per un’azienda che lancia nuovi prodotti a livello globale, o per un ente pubblico con diversi portali regionali, significa mantenere un’identità visiva uniforme e aggiornare informazioni chiave (come misure di sicurezza, regolamenti o comunicazioni di emergenza) in modo sincronizzato e tempestivo.
Headless: contenuti ovunque, senza vincoli
Il termine “headless” può sembrare tecnico, ma il suo significato è semplice: separare i contenuti dal modo in cui vengono mostrati. In questo modo, un’azienda può pubblicare le stesse informazioni su un portale, un’app mobile, un totem interattivo o un assistente vocale, senza doverle duplicare ogni volta.
A differenza dei sistemi tradizionali, in cui contenuti e grafica sono strettamente legati, l’architettura headless offre una flessibilità totale, soprattutto utile in un mondo dove l’utente si aspetta un’esperienza fluida su ogni dispositivo.
In particolare, le soluzioni headless ibride uniscono il meglio dei due mondi: da un lato la libertà tecnica per sviluppatori e designer, dall’altro la familiarità degli strumenti editoriali per chi si occupa dei contenuti. Un compromesso intelligente, ideale per le aziende che stanno modernizzando i propri strumenti senza rinunciare al controllo.
La vera svolta? Far lavorare tutto insieme
Le tecnologie appena descritte – IA, low-code, multisito, headless – esprimono il massimo potenziale quando vengono integrate in un’unica piattaforma, spesso definita Digital Experience Platform (DXP).
Con una DXP, è possibile immaginare scenari avanzati ma concreti: ad esempio, un’impresa che crea un portale e-commerce tramite low-code, lo gestisce in più lingue con funzionalità multisito, personalizza i suggerimenti ai clienti con IA e distribuisce i contenuti via API a ogni canale digitale. Il tutto da un unico ambiente.
Si tratta di un salto di qualità che va oltre l’efficienza tecnica: permette di accelerare il time-to-market, sperimentare con sicurezza e offrire un’esperienza utente fluida e coerente in ogni punto di contatto.
Agilità digitale: una priorità per chi guarda al futuro
Essere digitali oggi non è più sufficiente. Occorre essere agili, flessibili, reattivi, pronti a innovare senza rallentare. I clienti – e i cittadini – si aspettano esperienze semplici, personalizzate e coerenti. E se non le trovano, non esitano a cambiare strada.
In questo scenario, la tecnologia non è un fine, ma un mezzo. Un abilitatore di competitività, un acceleratore di crescita, un alleato strategico. L’agilità digitale non è più un’opzione per pochi pionieri: è il nuovo standard per chi vuole restare rilevante.