Al Forum Fiscale Wolters Kluwer 2025, esperti e istituzioni tracciano la rotta verso un sistema fiscale più digitale, trasparente e umano.

intelligenza artificiale

La quattordicesima edizione del Forum Fiscale targato Wolters Kluwer si è aperta con una riflessione sul profondo cambiamento che sta attraversando il sistema tributario italiano, trainato da riforme strutturali e da un utilizzo sempre più strategico delle tecnologie digitali, in particolare dell’intelligenza artificiale (IA).

Verso un fisco più collaborativo e digitale

La riforma fiscale in corso mira a ridefinire il rapporto tra amministrazione finanziaria e contribuenti, puntando su un modello basato su fiducia, trasparenza e collaborazione. In questa visione, strumenti come la Cooperative Compliance e i Tax Control Framework diventano pilastri per prevenire le controversie, favorendo una comunicazione anticipata e più chiara tra imprese e autorità fiscali.

La tecnologia è il motore di questa evoluzione: l’integrazione di sistemi di intelligenza artificiale nell’amministrazione finanziaria consente una gestione più efficiente delle attività di analisi e di individuazione dei rischi di evasione. Dall’elaborazione di grandi moli di dati fino al controllo automatizzato delle merci in dogana, l’IA si sta rivelando uno strumento decisivo per migliorare l’efficacia dei controlli e ridurre i tempi delle verifiche.

IA come alleata di imprese e professionisti

Non solo le istituzioni: anche imprese e professionisti stanno adottando soluzioni basate su intelligenza artificiale per aumentare produttività e qualità del lavoro. Non a caso infatti, secondo il Future Ready Accountant Report 2025 di Wolters Kluwer, l’utilizzo quotidiano dell’intelligenza artificiale tra i professionisti è passato dal 9% del 2024 al 41% nel 2025, con un ulteriore 35% che ne fa un uso sistematico. Non solo: il 70% dei professionisti ritiene che l’IA abbia già avuto un impatto positivo sui propri processi di lavoro, e due su tre prevedono di investire significativamente in queste tecnologie nei prossimi tre anni.

Attualmente, commercialisti, consulenti, revisori, utilizzano l’intelligenza artificiale per automatizzare attività a basso valore ma necessarie, come la raccolta di dati dai clienti, i controlli di congruità con l’Agenzia delle Entrate o la preparazione delle dichiarazioni fiscali.
Un cambiamento che, come osserva Sergio Boaretto, Product Strategy Director, Wolters Kluwer  Tax & Accounting Europe South Region, «libera tempo, energia e attenzione per ciò che davvero conta: il pensiero, l’interpretazione, la consulenza».

forum fiscale

Wolters Kluwer a fianco di professionisti

L’evoluzione verso una maggiore efficienza è sostenuta da piattaforme digitali come One Fiscale, che integra funzioni di intelligenza artificiale generativa per svolgere ricerche conversazionali, redigere documenti, analizzare testi e verificare la conformità normativa con rapidità e precisione.

«L’obiettivo non è sostituire il professionista, ma potenziarne il ruolo: affiancarlo, liberandolo dalle attività ripetitive per consentirgli di concentrarsi su analisi, strategia e consulenza, le vere leve del valore aggiunto», ha spiegato Giulietta Lemmi, CEO di Wolters Kluwer Italia.

Dall’intuito all’intelligenza dei dati

Nel nuovo scenario delineato dalla trasformazione digitale, anche la competenza professionale cambia natura. L’evoluzione tecnologica non è più un fattore accessorio, ma una condizione essenziale per la crescita e la competitività della professione contabile e fiscale.

Se in passato la capacità di interpretare i segnali del mercato o le tendenze normative si basava soprattutto sull’esperienza e sull’intuito, oggi è la gestione intelligente dei dati a fare la differenza. L’analisi automatizzata, la capacità di integrare fonti informative diverse e contestualizzate e di leggere in modo contestuale la realtà economica diventano strumenti imprescindibili per generare valore e supportare decisioni fondate.

Boaretto ha però invitato il professionista ad «abbinare il sapere orizzontale della dottrina con il sapere verticale derivante dalle informazioni reali in possesso», sottolineando come il valore della professione risieda sempre più nella capacità di unire cultura giuridico-fiscale e competenze tecnologiche.

Oltre l’intelligenza, l’affidabilità

Numerosi studi dimostrano che l’intelligenza artificiale — in tutte le sue forme, generativa o agentica — offra un’occasione straordinaria per aumentare la produttività, ottimizzare i costi e migliorare l’efficienza dei processi. Tuttavia, il vero valore dell’AI dipende da un elemento cruciale: la qualità e l’affidabilità dei dati su cui si basa. Dati incompleti o imprecisi possono infatti amplificare gli errori e ridurre significativamente i benefici derivanti dalla tecnologia.

«Nel campo delle soluzioni normative e giuridiche — un tempo definite semplicemente “banche dati” — ambito nel quale Wolters Kluwer è riconosciuto leader di mercato con One AI, c’è una forte aspettativa di strumenti in grado di offrire risposte attendibili, garantite e verificate basate su contenuti normativi, giurisprudenziali e dottrinali di altissima qualità» ha spiegato Giulietta Lemmi, CEO di Wolters Kluwer Italia.

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La centralità dell’essere umano

Non tutto però deve essere tecnologia: la legge 132/2023 sull’intelligenza artificiale sancisce infatti il principio di un uso antropocentrico e trasparente delle tecnologie, ponendo al centro la responsabilità e la tutela dell’essere umano.
Un principio ribadito anche da Boaretto: «Artificiale non significa disintermediare il naturale: dietro ogni algoritmo deve sempre essere presente l’intenzione, la regia e la responsabilità dell’uomo».

Non a caso secondo Boaretto, la fiducia nell’IA deve essere consapevole: «Fidiamoci, sempre più, di una macchina che può suggerire, anticipare, calcolare, ma la decisione finale spetta sempre al professionista, all’imprenditore».

Solo l’unione tra tecnologia avanzata e alta competenza consente di ottenere i reali benefici dell’AI.

«Andare “oltre l’intuito” significa riconoscere che la vera intelligenza nasce dall’incontro tra mente umana e potenza dei dati. L’IA non sostituisce il professionista ma lo completa, lo potenzia, lo spinge a fare un salto di qualità. E mentre il futuro avanza, la certezza che l’intelligenza, quella vera, continui ad avere un volto umano resta assolutamente immutata» ha concluso Boaretto.