
Nell’era digitale, la parola chiave è “immediatezza”. I consumatori moderni non solo desiderano prodotti e servizi di alta qualità, ma li vogliono subito, con il minimo sforzo e la massima trasparenza. Questa esigenza ha dato vita a un modello economico in rapidissima espansione: l’economia on demand, conosciuta anche come “access economy”. Si tratta di un sistema che permette di soddisfare una richiesta del cliente in modo quasi istantaneo, sfruttando la connettività garantita dagli smartphone e da piattaforme digitali intuitive.
Lungi dall’essere una tendenza passeggera, questo fenomeno sta ridisegnando interi settori, dalla ristorazione alla logistica, dall’intrattenimento ai servizi per la persona, diventando uno standard a cui aziende e consumatori fanno ormai riferimento.
Come funziona il modello on demand
Il successo del modello on demand si fonda su un processo semplice, veloce ed efficiente, gestito interamente tramite applicazioni web o mobile. Il percorso tipico inizia quando un utente, tramite un’app, effettua un ordine per un bene o un servizio. La piattaforma digitale inoltra la richiesta all’esercente o al fornitore del servizio, che la accetta.
A questo punto, il sistema assegna l’incarico a un operatore (un corriere, un autista, un tecnico) che si occuperà della consegna o dell’erogazione della prestazione. Uno degli elementi più apprezzati è la possibilità di tracciare l’ordine in tempo reale, che offre al cliente pieno controllo e visibilità sull’avanzamento della sua richiesta, fino al completamento. Il processo si conclude con il pagamento, quasi sempre digitale e integrato nell’app, e con la possibilità di lasciare un feedback, alimentando un circolo virtuoso di qualità e fiducia.
I settori trainanti dell’economia on demand
Quando si parla di on demand, il primo esempio che viene in mente è senza dubbio il food delivery. Piattaforme come Deliveroo, Just Eat e Glovo hanno rivoluzionato il settore della ristorazione, permettendo a qualsiasi ristorante, dalla piccola pizzeria al locale di alta cucina, di raggiungere una clientela molto più vasta senza dover gestire una propria flotta di consegna.
Questo modello ha dimostrato di essere una risorsa fondamentale per moltissimi esercenti, specialmente in contesti di mercato complessi, offrendo loro un canale di vendita alternativo e flessibile. I clienti, d’altra parte, possono accedere a un’offerta gastronomica praticamente illimitata con pochi e semplici tocchi sul proprio smartphone.
Oltre il cibo: la spesa, il retail e i servizi
L’onda dell’on demand si è rapidamente estesa ben oltre il cibo. Un altro settore profondamente trasformato è quello del grocery delivery, con servizi che promettono la consegna della spesa a casa in poche decine di minuti. Anche il mondo del retail ha abbracciato questa filosofia, con colossi come Amazon che, tramite servizi come Prime Now, garantiscono la consegna di migliaia di prodotti in tempi record.
Il modello si è poi allargato ai servizi alla persona, rispondendo a esigenze che vanno dalla mobilità urbana, con il ride-sharing di Uber, ai servizi per la casa come pulizie, manutenzioni o riparazioni prenotabili tramite app. La logica è sempre la stessa: ottimizzare il tempo e semplificare la vita. Questa versatilità si estende anche all’accesso a servizi specifici.
Ad esempio, l’integrazione tra la comodità digitale e una rete fisica è un approccio esplorato in vari ambiti che vanno dai servizi e-commerce delle catene retail ai servizi bancari, fino alle scommesse sportive, dove l’integrazione di digitale e fisico viene adottato da operatori di primo piano come Sisal, per facilitare operazioni come pagamenti o l’accesso a determinati servizi in punti vendita convenzionati.
L’intrattenimento e i contenuti on demand
Un’altra-dimensione cruciale dell’economia on demand è quella dei contenuti digitali. Il Video on Demand (VOD) ha scardinato completamente le logiche della televisione tradizionale. Piattaforme come Netflix, Amazon Prime Video e Disney+ hanno messo il potere nelle mani dello spettatore, che non è più vincolato a un palinsesto fisso.
Oggi è possibile scegliere cosa guardare, quando e dove, accedendo a sterminati cataloghi di film, serie TV e documentari. Questo modello basato sulla libertà di scelta ha avuto un impatto talmente forte da costringere anche i broadcaster tradizionali a sviluppare le proprie piattaforme di streaming (come RaiPlay o Mediaset Infinity) per rimanere competitivi e rispondere alle nuove abitudini di consumo del pubblico.
Il futuro dell’immediatezza è già qui
L’economia on demand non è più un’eccezione, ma una componente strutturale del nostro quotidiano. La sua crescita è alimentata da una domanda costante di convenienza, velocità e personalizzazione. Guardando al futuro, le potenzialità di espansione sono enormi e toccano settori sempre più delicati e specializzati, come quello sanitario, con la telemedicina e la consegna di farmaci a domicilio, o i servizi professionali che vanno dalla gestione di un progetto di arredo alle stampe professionali.
La tecnologia continuerà a essere il motore di questa evoluzione, rendendo le piattaforme sempre più intelligenti e predittive. E il successo del paradigma on demand dimostra un cambiamento culturale profondo: il tempo è diventato il bene più prezioso e qualsiasi servizio in grado di restituircene anche solo una piccola parte è destinato a prosperare.

























































