
Nel biennio post-halving 2024–2025, il mercato cripto ha accelerato la sua “istituzionalizzazione”: ETF spot su Bitcoin (e, in molti Paesi, su Ether), stablecoin prossime ai 300 miliardi di dollari e i primi fondi tokenizzati su blockchain hanno spostato il baricentro dal puro trading alla finanza on-chain regolata. Capire cosa può succedere entro il 2026 significa leggere insieme i fattori macroeconomici, la regolazione, la tecnologia (scalabilità e sicurezza) e gli usi reali, dai pagamenti ai mercati dei capitali fino all’intrattenimento.
Flussi istituzionali: ETF e fondi regolati
Nel 2025 i prodotti d’investimento su asset digitali hanno registrato afflussi netti robusti, con sbalzi settimanali ma un saldo complessivamente positivo. BlackRock ha consolidato la leadership del suo iShares Bitcoin Trust (IBIT), con masse in gestione oltre 85 miliardi di dollari: un segnale che l’interesse degli investitori di lungo periodo non è episodico. Anche per Ether l’avvio degli ETF spot negli Stati Uniti nel 2024, pur con volatilità, ha rafforzato la presenza istituzionale dell’asset. Hong Kong, inoltre, ha lanciato ETF spot su BTC ed ETH già nel 2024, ampliando la competizione internazionale. Questi strumenti continueranno probabilmente a fungere da ponte tra finanza tradizionale e cripto nel 2026, con la possibilità di estendersi ad altri asset e mercati.
Stablecoin: dalla nicchia al sistema dei pagamenti
Il valore di mercato delle stablecoin ha toccato nuovi massimi nel 2025, avvicinandosi ai 300 miliardi di dollari, con USDT e USDC in posizione dominante. Negli Stati Uniti è avanzato un quadro normativo dedicato che impone riserve liquide e disclosure periodiche, rafforzando la percezione di affidabilità di questi strumenti. Nel 2026 potremmo quindi vedere stablecoin sempre più utilizzate per rimesse internazionali e pagamenti B2B, in parziale competizione ma anche in potenziale sinergia con i progetti di valute digitali delle banche centrali.
Europa: MiCA, PSD2/EMD e DAC8 cambiano le regole
In Europa, MiCA è operativo e convive con le regole sui servizi di pagamento. L’EBA ha chiarito che fino a marzo 2026 le autorità nazionali non dovranno imporre una doppia autorizzazione agli operatori che trattano stablecoin, ma oltre quella data chi trasferisce o custodisce e-money tokens per conto dei clienti dovrà ottenere una licenza o collaborare con un PSP autorizzato. Parallelamente, dal 2026 entrerà in vigore DAC8, che estenderà la rendicontazione fiscale sui cripto-asset. Questo significherà più oneri di compliance ma anche maggiore certezza per operatori e utenti.
Tokenizzazione (RWA): dai piloti alla scala
La tokenizzazione di strumenti tradizionali è passata dalla fase di test a quella di adozione. Il fondo tokenizzato di BlackRock e l’OnChain Money Fund di Franklin sono esempi emblematici, mentre l’ecosistema dei Treasury tokenizzati ha già superato i 7 miliardi di dollari nel 2025. Nel 2026 è plausibile che la tokenizzazione diventi uno strumento diffuso per la gestione della tesoreria, il collateral e il settlement 24/7, man mano che infrastruttura e custodia si standardizzano.
CBDC e pagamenti cross-border
Anche il settore pubblico procede nella stessa direzione. Il progetto mBridge, che collega diverse CBDC per i pagamenti transfrontalieri, è passato a una fase operativa avanzata. In Europa, la BCE completerà la fase preparatoria sull’euro digitale entro fine 2025, con test più estesi attesi nel 2026. L’anno prossimo potrebbe quindi chiarire meglio i ruoli reciproci tra CBDC, stablecoin regolamentate e banche tradizionali.
Tecnologia: commissioni, L2 e account abstraction
Sul fronte tecnologico, Ethereum ha continuato a migliorare la scalabilità grazie agli aggiornamenti post-Dencun, che hanno ridotto le commissioni sugli L2. L’account abstraction, già introdotta con ERC-4337, sta rendendo più semplice l’esperienza utente: onboarding più intuitivo, recupero dei wallet, pagamenti gasless e transazioni direttamente in token. Tutti elementi che possono agevolare un’adozione di massa entro il 2026.
Sicurezza: il punto critico
La prima metà del 2025 ha registrato furti record, con oltre 2 miliardi di dollari sottratti tra DeFi ed exchange. Se il trend non verrà invertito, entro la fine dell’anno si potrebbe superare quota 4 miliardi. Per il 2026 saranno quindi determinanti audit indipendenti, separazione delle chiavi, assicurazioni dedicate e meccanismi di protezione automatica on-chain. La sicurezza rimane il tallone d’Achille dell’ecosistema.
Energia e mining: sostenibilità al centro
Il dibattito sull’impatto energetico del mining di Bitcoin resta centrale. Secondo stime recenti, la quota di fonti sostenibili nel mix dei miner è in crescita. La pressione legata ai criteri ESG spingerà nel 2026 verso siti alimentati da rinnovabili o da energia nucleare, anche come strategia di contenimento dei costi dopo l’halving e la conseguente riduzione dei reward.
Giochi online legali: dove entrano le cripto
Nei mercati regolamentati europei l’uso diretto delle criptovalute come metodo di pagamento nei casinò online con licenza è trattato con cautela. In alcuni Paesi, come il Regno Unito, i fondi provenienti da asset digitali sono considerati ad alto rischio ai fini della normativa antiriciclaggio. In UE, tra MiCA e le regole sui pagamenti, l’adozione di stablecoin conformi potrebbe crescere nel 2026, ma con controlli rafforzati e sistemi di custodia separata. In questo contesto, i giochi live a esito regolato — per esempio format noti come Crazy Time — rimangono accessibili presso operatori autorizzati principalmente con strumenti fiat o soluzioni di pagamento conformi, mentre eventuali integrazioni crypto richiedono ulteriori presidi di conformità.
Gli scenari possibili per il 2026
Le prospettive per il 2026 possono essere lette lungo tre direttrici principali. Uno scenario di “mainstream regolato” vedrebbe la crescita degli ETF in nuove giurisdizioni, stablecoin con regole chiare e la tokenizzazione di fondi e obbligazioni adottata dalle imprese: il risultato sarebbe un mercato più liquido e meno volatile. Un secondo scenario, “compliance first”, è quello che scatterà in Europa dal marzo 2026, con MiCA, PSD2 ed estensione del reporting fiscale: ciò porterà a maggiori costi di compliance ma anche a una maggiore fiducia e stabilità. Infine, lo scenario “sicurezza come discriminante” ipotizza che gli operatori capaci di investire in controlli, audit e trasparenza attireranno capitali, mentre i protocolli meno sicuri saranno progressivamente esclusi.
Indicazioni operative per lettori e operatori
Chi si avvicina a questo mercato deve prestare attenzione a tre aspetti chiave. Innanzitutto, governance e gestione del rischio: occorre verificare la solidità dei sistemi di custodia, la segregazione degli asset e le eventuali coperture assicurative. Poi, gli aspetti fiscali: dal 2026 la rendicontazione diventerà più stringente e conviene prepararsi per tempo. Infine, la tecnologia: gli sviluppi di account abstraction e layer 2 rendono più semplice e meno costoso l’utilizzo delle criptovalute, e rappresentano un’opportunità concreta per applicazioni consumer.