
Il benessere dei lavoratori non è più un tema “soft”. È una variabile economica.
Le imprese che investono in engagement, salute mentale e qualità del lavoro registrano, secondo McKinsey (2025), una produttività per ora lavorata superiore del 30% e un turn-over dimezzato. Eppure, in Italia, i numeri restano drammatici: solo il 6% dei lavoratori si dichiara pienamente motivato, contro il 13% della media europea e il 21% mondiale (Gallup, State of the Global Workplace 2024).
Il costo della demotivazione è altissimo: 8,9 trilioni di dollari a livello globale, tra cali di produttività e assenteismo.
A pesare non è solo la fatica fisica, ma lo stress: l’OMS stima 12 miliardi di giornate di lavoro perse ogni anno per ansia e depressione, con un costo di 1 trilione di dollari.
Per questo OMS e ILO hanno diffuso nel 2022 linee guida mondiali che raccomandano interventi organizzativi, formazione dei manager e monitoraggio costante del clima interno.
Italia in coda, Nord Europa avanti
Mentre nei Paesi nordici fiducia, autonomia e welfare diffuso assicurano elevata qualità del lavoro (Eurofound, 2024), l’Italia resta ferma a un modello rigido e orario-centrico. Le imprese più innovative, però, iniziano a sperimentare nuove formule: smart working regolato, diritto alla disconnessione, programmi di salute mentale e, in alcuni casi, settimana lavorativa corta. I risultati all’estero sono incoraggianti: nel Regno Unito, dopo sei mesi di test in 61 aziende, il burnout è crollato del 71% e la produttività è rimasta invariata o in aumento; in Spagna, ridurre l’orario a 37,5 ore ha migliorato benessere e soddisfazione.

“Parlare di felicità al lavoro e benessere dei lavoratori – precisa Kevin Giorgis, presidente di Ecosistema Formazione Italia, associazione non profit che abilita una rete tra responsabili delle risorse umane – non è solo una moda o un trend da cavalcare, è una leva strategica di talent attraction e talent retention che le aziende devono tenere in considerazione per non perdere i migliori talenti. Non è più una sorpresa, infatti, che il benessere e la felicità delle persone siano strettamente legate alle performance delle organizzazioni. Ed è per questo che abbiamo deciso di organizzare il Wellbeing Happiness Forum, il primo ed unico evento in Italia che porta sul palco, grazie a speaker nazionali e internazionali, la felicità e il benessere in azienda”.
Le leve che funzionano per il benessere dei lavoratori
Il benessere si costruisce su poche leve solide:
- Leadership abilitante, capace di ascoltare e dare autonomia;
- Flessibilità intelligente, che equilibra tempo e produttività;
- Formazione personalizzata, sempre più basata su intelligenza artificiale;
- Prevenzione del rischio psicosociale, oggi parte integrante della metodologia INAIL.
Secondo l’OMS, ogni euro investito in benessere lavorativo ne genera quattro in ritorni economici tra produttività, retention e riduzione dei costi sanitari.
La Sfida Italiana
L’Italia soffre ancora divari territoriali e culturali: nel Nord le imprese investono, nel Mezzogiorno la qualità del lavoro e l’occupazione femminile restano basse. Colmare il gap di motivazione fino alla media UE significherebbe, secondo Gallup, recuperare oltre 20 miliardi di euro l’anno in produttività. Ma per farlo serve un salto di paradigma: dal welfare “accessorio” al design del lavoro. Non più iniziative isolate, ma strategie misurabili integrate nei processi e nei bilanci ESG.

























































