
L’Autonomous Enterprise è il paradigma del futuro: imprese capaci di reagire con agilità, resilienza e intelligenza alle sfide di un mondo sempre più complesso e incerto. È proprio questo il cuore dell’edizione 2025 del SAP NOW AI Tour – Unleash your future with Business AI, l’appuntamento che, da trent’anni, riunisce clienti, partner e professionisti dell’ecosistema SAP per riflettere sull’evoluzione della tecnologia e del business.
“Nonostante la tecnologia sia in grado di rendere le organizzazioni più resilienti, efficienti e pronte a fronteggiare l’incertezza globale derivante da questioni economiche, geopolitiche ed ambientali, è necessario un approccio responsabile e consapevole all’intelligenza artificiale, che unisca entusiasmo e preparazione. L’obiettivo non è solo adottare tecnologie avanzate, ma costruire le condizioni perché queste possano generare valore reale, concreto e sostenibile” ha spiegato Carla Masperi Presidente e Amministratore Delegato di SAP Italia, evidenziando come, secondo i dati di una recente ricerca condotta tra 600 aziende italiane, il 29% di esse riconosce come maggiore rischio dell’AI la possibilità di prendere decisioni basate su informazioni errate.
L’Autonomous Enterprise: quando l’AI diventa parte del DNA aziendale
Il concetto di autonomous enterprise non è più una visione lontana.
L’intelligenza artificiale entra oggi nei processi aziendali in modo sempre più capillare: dal controllo delle fatture alle analisi predittive, fino agli AI agent capaci di coordinare diverse attività all’interno di funzioni come finance e supply chain.
Questi “agenti intelligenti” rappresentano il primo passo verso un modello di impresa in cui operazioni automatizzate, decisioni assistite e collaborazione uomo-macchina convivono in equilibrio. L’obiettivo è ridurre la dipendenza dall’intervento umano nelle attività ripetitive e liberare il capitale umano per funzioni più strategiche e creative.
Un’impresa autonoma, dunque, non solo più efficiente, ma anche più resiliente, pronta a rispondere ai cambiamenti del mercato con rapidità e flessibilità.
Come diventare un’Autonomous Enterprise?
Ogni azienda deve essere paragonata ad una trottola. Se gira lentamente, cade; ma se ruota con la giusta velocità, rimane stabile, accelerando e conservando energia. Questo è il principio del Flywheel Effect, che SAP ha adottato come modello per la propria strategia digitale: creare un sistema che, grazie all’integrazione tra intelligenza artificiale (AI), dati e applicazioni, diventi sempre più efficiente, stabile e produttivo nel tempo.
L’obiettivo è costruire un ciclo virtuoso in cui ogni elemento alimenta l’altro: i dati arricchiscono l’intelligenza artificiale, l’AI migliora le applicazioni, e le applicazioni generano nuovi dati di qualità. Quando questi elementi operano in modo isolato, si creano inefficienze e rischi di errore. Ma se vengono connessi in modo nativo l’intero ecosistema aziendale si muove in modo armonico, generando valore continuo e produttività crescente.
La risposta di SAP
La tecnologia e le soluzioni SAP operano proprio per integrare al meglio dati ed applicazioni grazie all’intelligenza artificiale. L’architettura multilivello offerta dall’azienda tedesca comprende la Business Technology Platform (base tecnologica), la Business Data Cloud (armonizzazione dei dati) e le applicazioni di business (uso intelligente dei dati).
La piattaforma Business Data Cloud consente di arricchire le basi dati aziendali con informazioni esterne, mantenendo però la coerenza semantica e la sicurezza. Questo approccio “end-to-end” permette all’AI di operare in modo realmente integrato, offrendo analisi predittive, controllo intelligente dei processi e assistenti digitali personalizzati per ruolo.
L’AI si sviluppa su tre livelli: integrazione nelle soluzioni, Joule Layer per l’interazione conversazionale e generativa, e AI Foundation per creare e gestire scenari AI anche con approcci low-code.
L’introduzione di agenti AI specializzati per funzione (come l’assistente per il finance o la supply chain) rappresenta un’evoluzione nel modo di concepire le applicazioni: non più semplici strumenti, ma collaboratori intelligenti capaci di comprendere i compiti e anticipare le esigenze dell’utente.