La percezione del valore di un prodotto/servizio oltre i semplici prezzi di vendita. A cura di Roberto Agrò, Head of Direct Sales myPOS Italy

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Le piccole e medie imprese (PMI) affrontano quotidianamente sfide importanti nella fidelizzazione della clientela, cercando di distinguersi in un tessuto economico estremamente competitivo come quello italiano. In questo scenario, stabilire i prezzi di un prodotto o servizio non è solo una questione di copertura dei costi o di margini di profitto; è una leva strategica che può influenzare profondamente la percezione del valore da parte dei clienti.

Comprendere e applicare i principi della psicologia dei prezzi consente alle PMI di differenziarsi, aumentare le vendite e rafforzare la propria posizione sul mercato.

Per le PMI, il prezzo rappresenta molto più di una cifra: è un messaggio che comunica qualità, affidabilità e posizionamento. È quindi fondamentale che trovino un equilibrio che rifletta il valore reale dell’offerta e le aspettative del target di riferimento. E per farlo esistono strategie di pricing ben precise.

 

Strategie psicologiche applicabili alle PMI

Oltre alla psicologia di base del prezzo, anche nota come “charm pricing”, in cui i decimali .99€ o .95€, appena sotto il prezzo intero, convincono l’utente di un risparmio tangibile sul singolo prodotto, le PMI possono applicare strategie più sofisticate:

 

  1. L’effetto ancoraggio per creare un punto di riferimento

Presentare un prodotto o servizio a un prezzo iniziale più alto, per poi offrire uno sconto o una promozione, aiuta i clienti a percepire il prezzo finale come un’occasione imperdibile. Questo meccanismo è particolarmente efficace nei servizi, come i saloni di bellezza o le palestre. Un centro estetico, per esempio, può proporre un trattamento a 60 euro, ma offrire un pacchetto di 3 trattamenti a 120 euro, facendo percepire un risparmio significativo rispetto al prezzo singolo.

  1. Il principio della scarsità del prodotto per valorizzarne l’unicità

Le PMI possono sfruttare la scarsità del prodotto in modo autentico, ad esempio proponendo edizioni limitate, prodotti stagionali o offerte valide solo per un periodo ristretto. Questo stimola l’urgenza e la voglia di non perdere l’occasione. Un ristorante può proporre un “menù degustazione disponibile solo nel weekend” o un negozio di artigianato può lanciare una collezione limitata per le festività.

  1. Il bundle e il confronto

Offrire pacchetti di prodotti o servizi a un prezzo complessivo inferiore rispetto all’acquisto singolo aiuta i clienti a percepire un maggiore valore. Inoltre, presentare diverse opzioni di prezzo (ad esempio base, standard, premium) facilita il confronto e guida la scelta verso l’offerta più vantaggiosa.

Non dimentichiamo poi le tariffe pari-dispari, in cui il prezzo dispari è per lo più associato a sconti e risparmi, il prezzo pari è più popolare per i prodotti di lusso e di qualità.  Oppure il “prestige pricing”, l’esatto contrario del “charm pricing”, quando i brand fissano intenzionalmente prezzi più alti rispetto ai concorrenti per creare una percezione di maggiore qualità e incoraggiare le vendite.

Senza dubbio, il pricing psicologico può offrire un’ampia gamma di vantaggi alle aziende che lo sfruttano. Eccone alcuni:

  • Aumento delle vendite: influenza la percezione del valore da parte dei consumatori, incoraggiando un maggior numero di acquisti. I supermercati, ad esempio, utilizzano il charm pricing per incrementare le vendite giornaliere
  • Miglioramento del valore percepito: questa strategia fa sì che i clienti riescano a ottenere un buon affare e un valore aggiunto, imprimendo nella mente del consumatore un’immagine positiva del brand
  • Incentivo della fidelizzazione dei clienti: le offerte di prezzo ben fatte creano un legame emotivo con gli acquirenti, migliorando la reputazione e il vantaggio competitivo

 

Le sfide del pricing psicologico

Per quanto vantaggioso possa essere il pricing psicologico, esistono anche diverse sfide e rischi potenziali che devono essere affrontati. Come l’uso eccessivo, sottovalutando la complessità del pricing psicologico, che richiede una ricerca approfondita e una comprensione della psicologia dei consumatori, dei modelli di prezzo e delle tendenze del mercato. Un uso frequente può ridurre il valore percepito e danneggiare la redditività a lungo termine.

Inoltre, i consumatori possono riconoscere queste tattiche e sentirsi manipolati, non fidandosi delle offerte, che sembrano troppo belle per essere vere. Per contrastare questo fenomeno, le aziende dovrebbero associare le strategie di prezzo a un reale valore del prodotto.

 

Etica e relazione rimangono essenziali

Applicare la psicologia dei prezzi non significa manipolare il cliente, ma valorizzare al meglio la propria offerta. Le PMI italiane, spesso radicate nel territorio e basate su relazioni di fiducia, devono puntare su trasparenza e autenticità, senza compromettere la fiducia o il valore a lungo termine. Un pricing etico rafforza la reputazione e favorisce la fidelizzazione nel lungo periodo.

In sintesi, la psicologia dei prezzi rappresenta, quindi, una risorsa preziosa per le PMI italiane che vogliono crescere e distinguersi. Sperimentare strategie mirate, adattate al proprio contesto e alla propria clientela, può fare la differenza tra una vendita persa e un cliente soddisfatto e fedele. In un mercato sempre più competitivo, saper comunicare il valore attraverso il prezzo è una competenza strategica che ogni imprenditore dovrebbe sviluppare.

A cura di Roberto Agrò, Head of Direct Sales myPOS Italy