Fabio Pompei di Deloitte e Antonio Solinas di AD Financial Advisory spiegano perché fondi di investimento e istituzioni finanziarie sono pronti a puntare sull’Italia.

fondi di investimento

La netta crescita delle operazioni di M&A nel terzo trimestre dello scorso anno e quelle annunciate all’inizio del 2021 lasciano intendere che la ripartenza potrebbe arrivare a sfiorare cifre da record. Ci sono molti fondi d’investimento con ingenti somme di liquidità che monitorano costantemente il mercato, alla ricerca di aziende pronte a mettersi in gioco e a cambiare pelle al fine di rispondere ai nuovi bisogni scaturiti dalla pandemia. Fondi di investimento e istituzioni finanziarie sono pronte ad aprirsi a iniziative con orizzonti di investimento nuovi e a lungo termine, come nel caso del lancio del fondo infrastrutturale ITER o del ruolo sempre più centrale dell’economia circolare tra le nuove aree d’interesse. Lo testimonia anche l’accordo stipulato da A2A per rilevare il 27,7% del capitale di Saxa Gres, prima circular factory a utilizzare un innovativo processo “end of waste” che permette il recupero di materiali provenienti dal ciclo dei rifiuti. Questi meccanismi virtuosi stimolano il mercato a puntare su piani di azione incentrati sull’economia circolare e sulla bioeconomia, aiutando le aziende a perseguire sostenibilità, etica d’impresa e responsabilità sociale. La pandemia ha accelerato bisogni nuovi che cambieranno i modelli operativi imprenditoriali per soddisfare in modo diverso le esigenze di clienti e stakeholder.

Sarà un percorso lungo, le aziende dovranno essere in grado di fare una pianificazione strategica a lungo termine – cinque o dieci anni – e gli investitori dovranno essere in grado di sostenere le iniziative lungo questo percorso temporale. Quando si pensa alla crisi attuale non bisogna pensare tanto a situazioni patologiche, quanto alla possibilità di crescere, attuare dei piani che comprendano dei fondi di investimento e innovare i business perché, come sottolineato da Ignazio Visco, governatore della Banca d’Italia, “è il momento di aprire un’epoca di cooperazione multilaterale intensa, di riduzione delle ingiustizie diffuse, di creazione di nuove opportunità con la partecipazione, responsabile ed equilibrata, dell’Europa”.

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza non sarà un fenomeno isolato, ma vedrà in campo tanti operatori internazionali, fondi di investimento e istituzioni finanziarie che faranno da volano. Oggi ci sono molti operatori che sono pronti a investire in progetti di ricerca e innovazione o in iniziative di utilità sociale. Non a caso Deloitte ha annunciato l’avvio di una partnership con primari operatori di mercato, quali ad esempio Redo Sgr i cui principali azionisti sono Cdp e Intesa Sanpaolo, per lo sviluppo di progetti aventi a oggetto social housing, residenze universitarie convenzionate, infrastrutture sociali, operazioni di rigenerazione urbana e recupero di immobili inutilizzati a Milano e nelle principali città lombarde.

Il Pnrr presentato alla Commissione Europea dal Primo Ministro Mario Draghi non punta a intervenire sulle singole imprese o su specifici settori economici, ma a creare i presupposti necessari per il rilancio collettivo del nostro Paese. In questo modo l’Italia si pone un obiettivo ambizioso all’altezza delle sue potenzialità: rinverdire, anche attraverso i fondi d’investimento, i fasti di un nuovo miracolo economico italiano. Sicuramente quello del Secondo Dopoguerra è stato il frutto di un contesto geopolitico e sociale molto diverso da quello attuale, ma ad ogni modo oggi le persone avvertono l’esigenza di importanti cambiamenti strutturali. Non a caso il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha parlato delle risorse europee non solo come base per ripartire, ma come “trampolino di lancio per un salto in avanti, verso la rinascita della nostra comunità attraverso uno sforzo corale delle istituzioni e delle forze economiche e sociali”. I punti nevralgici sono tanti: dall’innovazione e la digitalizzazione al rafforzamento delle infrastrutture, dall’istruzione e la ricerca alla salute, senza tralasciare tematiche sempre più rilevanti quali l’inclusione sociale e la transizione ecologica. Tutti aspetti attentamente trattati nelle sei missioni che si pone il Pnrr congiuntamente alle riforme della pubblica amministrazione e della giustizia. Dietro alle imprese ci sono le persone, la spinta per la ripartenza arriva dalla collettività dopo aver dimostrato per lunghi mesi resilienza e abilità nel fronteggiare i periodi più complessi.

di Fabio Pompei, AD Deloitte Italia e Antonio Solinas, AD Financial Advisory