L’attesissima stagione finale è partita, e per evitare ingenti perdite le emittenti devono imparare a difendersi dalla pirateria

Game of Thrones

Stando ai dati ufficiali, Games of Thrones è uno dei programmi più visti al mondo, con 23 milioni di spettatori in media per episodio; a questi, tuttavia, devono aggiungersi i dati relativi alle visualizzazioni pirata – altro record per la serie negli ultimi sei anni. Ad una settimana dall’ultimo episodio della settima stagione, la serie era stata vista illegalmente più di un miliardo di volte. L’84,7% di queste visualizzazioni è stato in streaming. Se si considera che una puntata può essere acquistata per 2,49 sterline, si può affermare che la potenziale perdita economica per le emittenti potrebbe essere sufficiente per far fallire la Banca di Ferro di Braavos.

Le emittenti che hanno investito in questo genere di intrattenimento hanno sviluppato strategie in tre aree chiave: prevenzione, scoperta e esecuzione. L’uso della tecnologia per prevenire la pirateria può variare da una migliore rilevazione dei proxy, all’autenticazione dei token fino alla crittografia dei media. La tecnologia può aiutare a garantire che i dati siano consegnati a spettatori autorizzati in luoghi prestabiliti e che i contenuti piratati non possano essere visti facilmente.

“La tecnologia però non è l’unica risposta e, man mano che la pirateria diventa sempre più sofisticata, è necessario scoprire cosa stiano facendo gli hacker per rinnovarsi”, commenta Ian Munford, Director of Product Marketing, Media Solutions, EMEA “Scoprire i siti pirata può essere semplice come scavare nel dark web per trovare gli show e le serie TV di vostro interesse, ma può anche essere fatto attraverso un sofisticato sistema di watermarking oppure analizzando i registri di delivery per trovare dei segnali di pirateria. Una volta individuata l’azione di pirateria allora diventa importante agire e tecnicamente, è possibile bloccare l’accesso, ridurre la qualità dello streaming o persino fornire contenuti alternativi.”

A volte, è persino meglio far credere a un pirata che stia continuando a rubare contenuti, in modo che non progetti un attacco da un altro fronte dove l’emittente non è preparato. Infine, la legge sta iniziando a riconoscere la pirateria come un reato grave con lo stesso impatto del furto in qualsiasi negozio al dettaglio e, con i giusti dati, la legislazione sta iniziando a rendere i procedimenti giudiziari più frequenti ed efficaci.

Quello della pirateria sembra quasi essere un ulteriore elemento di pressione verso le emittenti.

Le aziende che vogliono focalizzarsi sulle proprie competenze possono affidarsi a terzi che offrono servizi di sicurezza as-a-service che possono essere integrati nello stack tecnologico delle emittenti. Pensateli come una Brienne di Tarth, votati a proteggere coloro ai quali hanno giurato fedeltà.