L’indagine, condotta su 560 portali, ha fatto emergere irregolarità di vario genere, principalmente in relazione alle modalità di presentazione di prezzi e offerte speciali

Behavioral e-commerce: i 3 comandamenti

La Commissione Europea ha recentemente condotto un’indagine su 560 portali di e-commerce, i cui risultati sono stati resi noti in questi giorni. Ne emerge che il 60% dei siti presi in esame presenta irregolarità di varia natura, soprattutto in relazione alle modalità di presentazione di prezzi e offerte speciali.

Per oltre il 31% dei siti web che offrono sconti, le autorità di tutela dei consumatori sospettano che le offerte speciali siano fasulle, oppure hanno constatato che la modalità di calcolo del prezzo scontato non è chiara. Su 211 portali il prezzo finale a pagamento era superiore al prezzo iniziale offerto. Il 39% non presentava informazioni adeguate sulle spese di spedizione, i metodi di pagamento, le spese di prenotazione e altre maggiorazioni analoghe. In quasi il 30% dei siti web monitorati sono state riscontrate irregolarità per quanto riguarda le modalità di presentazione delle informazioni relative al diritto di recesso dei consumatori.

“Sono senza dubbio interessanti le osservazioni del Commissario UE per la Giustizia, i Consumi e l’Equità di Genere, Vera Jourovà, che, pur dichiarandosi inorridita da un numero così alto di irregolarità, non esclude si tratti di «inconsapevolezza» dei vari operatori” commenta Davide Rossi, Presidente di OPTIME, e prosegue:

“È tuttavia un punto di vista che, anche in relazione ai numerosi fatti di cronaca giudiziaria fatico a condividere.

Abbiamo costituito OPTIME, Osservatorio per la Tutela del Mercato dell’Elettronica in Italia, proprio perché siamo di fronte a un allarme: sono ogni anno almeno 400 milioni gli euro spesi dagli italiani per acquisti su siti online non regolari. La crescita vertiginosa dell’e-commerce rappresenta una grande opportunità per imprese e consumatori, ma allo stesso tempo implica rischi senza precedenti.

Sono necessarie azioni mirate ed efficaci, perché oltre a rappresentare un danno per i consumatori, portano a situazioni di grave distorsione del mercato.

Quest’indagine condotta dalla Commissione Europea rappresenta un passo importante verso questa consapevolezza e conferma che siamo sulla strada giusta, ma non serve a nulla generalizzare. Abbiamo denunziato formalmente casi evidenti di truffa ai danni di migliaia di consumatori, non solo facendo nomi e cognomi ma anche allegando copioso materiale probatorio, ma ancora i risultati repressivi stentano ad arrivare. Sarebbe pertanto prima di tutto opportuno impostare i controlli e i relativi interventi individuando una lista di priorità.”