Con il ritorno, previsto per il prossimo aprile, alla fatturazione a 30 giorni e alle conseguenti 12 mensilità, per le tariffe ADSL e fibra ottica si registrano lievi rincari medi dei canoni annui. Uno studio di SosTariffe.it conferma l’aumento dei canoni degli abbonamenti dell’8,6% circa, come annunciato dai provider.

Open Fiber sceglie Intred per le connessioni in fibra ottica

Il ritorno delle tariffe ADSL e fibra ottica alla tradizionale fatturazione mensile non sortirà l’effetto sperato: i provider hanno annunciato rincari dei canoni dell’8,6% circa, al fine di mantenere la spesa annua costante rispetto al vecchio regime a 28 giorni. Con il cambio di periodicità, dunque, quasi tutti gli operatori hanno mantenuto il costo annuo complessivo delle offerte in linea con quello delle tariffe con rinnovo ogni quattro settimane.

In un nuovo studio, SosTariffe.it ha fatto il punto della situazione su come cambieranno le attuali offerte internet domestiche all’indomani del ritorno alla vecchia periodicità. La ricerca ha analizzato le tariffe con i canoni più bassi proposti dai provider prima del ritorno alla fatturazione mensile, simulando i relativi rincari annunciati questo mese.

Con la tariffazione mensile lievi aumenti annui

Il mese che le compagnie dovranno considerare per la fatturazione, ha precisato l’Agcom, è quello solare. Le eventuali modifiche delle offerte dovranno essere comunicate ai clienti con adeguato preavviso di almeno 30 giorni. Per quasi tutti i gestori il passaggio avverrà il 5 aprile.

Alcuni gestori che commercializzano anche tariffe mobile, come Vodafone, hanno anticipato al 25 marzo il ritorno ai 30 giorni per le offerte mobili.

Guardando il dettaglio di ogni provider e partendo proprio da Vodafone, la compagnia invierà la bolletta a casa dei propri clienti probabilmente ogni due mesi (sempre adeguando la tariffazione su base mensile). Analizzando i costi, invece, finora una famiglia abbonata al canone minimo spende circa 260 euro l’anno (20 euro per 4 settimane prendendo come riferimento la proposta più bassa a gennaio 2018), dopo il passaggio dovrà sborsare lievemente di più, ovvero 260,76 euro ogni 12 mesi (21,73 al mese). Si tratta solo di pochi centesimi, è vero. Ma per chi volesse approfittare di un’offerta più allettante è ora il momento di farlo: è possibile infatti recedere senza penali entro 30 giorni dal momento in cui la compagnia comunica la rimodulazione.

Stesso discorso per Tim, che si adeguerà al nuovo calendario di tariffazione dal primo aprile 2018: se a oggi l’Adsl, con l’offerta con il canone più basso, costa 297,7 euro l’anno (22,9 euro ogni 4 settimane), tra due mesi il costo complessivo annuo salirà a 298,56 euro (24,88 euro/mese). Nel complesso 0,86 centesimi in più all’anno. Anche in questo caso si può cambiare gestore senza temere penali o costi di disattivazione entro il 4 marzo 2018.

Porta la data del prossimo 5 aprile, inoltre, la rimodulazione dell’offerta di Wind Tre: si torna, anche in questo caso, al mese solare con invio di bolletta bimestrale. Mentre a oggi l’offerta più economica di casa costa 232,7 euro ogni anno (ovvero 17,9 euro ogni quattro settimane), tra un paio di mesi il canone annuo salirà a 233,28 euro (19,44 euro al mese). Chi non sarà d’accordo con questa rimodulazione può decidere di recedere nei 30 giorni che precedono il 5 aprile. Identica variazione per le nuove tariffe fisse di Tre (3Fiber), nate nel 2017.

Fastweb ha comunicato che il prezzo annuo delle offerte resterà invariato (nella simulazione di SosTariffe.it 324,35 euro). Nessun rincaro evidente, su base annua, nonostante la variazione del canone e della relativa periodicità di rinnovo che avverranno anche in questo caso il 5 aprile (26 marzo per i cellulari). Mentre finora, infatti, si versano 24,95 euro ogni quattro settimane, da aprile ogni mese sarà richiesto in bolletta un canone di 27,03 euro.

Il momento perfetto per recedere e cambiare gestore

I provider in base alla nuova legge (L.172/17) sono dunque tenuti a consentire il recesso anticipato senza penali. In base al Codice delle comunicazioni elettroniche il recesso può essere esercitato anche con una semplice comunicazione, come un fax, un’email o un sms. Si tratta perciò del momento più adatto per cambiare compagnia e puntare al risparmio.