Abbattere il “digital divide” è un presupposto indispensabile per la coesione sociale del Paese

Piano nazionale di ripresa

“La digitalizzazione è uno dei tre pilastri fondamentali del programma Next Generation EU. La trasformazione digitale di imprese e pubblica amministrazione dipende dalla disponibilità di infrastrutture VHCN. Senza una copertura omogenea dell’intero territorio nazionale con reti fisse e mobili VHCN si acuirà il fenomeno del “digital divide” e non potranno essere raggiunti gli obiettivi del PNRR per la transizione digitale del sistema economico e sociale. Abbattere il “digital divide” è un presupposto indispensabile per la coesione sociale del Paese” – ha commentato Pietro Guindani, Presidente Asstel-Assotelecomunicazioninel corso dell’audizione appena conclusa presso la IX Commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni della Camera dei deputati, in relazione all’esame della proposta di Piano nazionale di ripresa e resilienza.

“La trasformazione digitale auspicata nel Piano non potrà essere raggiunta, poiché mancano risorse stanziate in misura congrua per la diffusione su scala nazionale delle reti a banda ultra-larga. In assenza di adeguate reti digitali ultra-broadband, l’adozione delle tecnologie digitali più avanzate, quali edge e cloud computing, big data analytics e intelligenza artificiale sarà sempre limitata dalla effettiva disponibilità di infrastruttura di rete.

Le misure indirizzate a promuovere la diffusione delle reti a banda ultra-larga VHCN (“Banda larga, 5G e monitoraggio satellitare”, missione 1, componente 2, intervento 4) prevedono lo stanziamento di 4,2 miliardi di euro, inclusi 900 milioni di euro destinati al monitoraggio satellitare; l’importo effettivamente allocato alle reti a banda ultra-larga ammonta ad € 3,3 miliardi, di cui 1,1 miliardi sono già impegnati per l’attuazione delle misure avviate dal COBUL per la connettività nelle scuole e per i voucher alla domanda delle famiglie e delle PMI. Ne deriva che le risorse destinate allo sviluppo delle reti Very High Capacity Networks (VHCN), ammontano a circa 2,2 miliardi, di cui però 1,1 già precedentemente stanziati per la copertura delle cosiddette aree grigie e bianche non ricomprese nei piani di investimento e sviluppo reti VHCN di soggetti privati, sicché le risorse aggiuntive per il potenziamento e l’accelerazione dei programmi di investimento sulle reti ammontano a soli 1,1 miliardi di euro. 

Considerando il totale delle risorse allocate dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, di circa 223 miliardi di euro, emerge che sono destinati all’infrastruttura che abilita la digitalizzazione del Paese meno dello 0,5% delle risorse totali.

La riforma centrale per accelerare il processo di innovazione del Paese è quella dei processi amministrativi, per la posa delle reti in fibra e la costruzione delle reti radio. Occorre una profonda riforma delle amministrazioni locali, che ribalti la logica di formazione dei titoli autorizzativi e garantisca un tempo massimo, non derogabile, entro cui avere certezza della concessione o del diniego dell’autorizzazione.

Il tempo massimo che è ragionevole prevedere per una valutazione di conformità di una proposta progettuale rispetto alle regole applicabili non può superare i 60 giorni, cumulativamente per tutte le singole autorizzazioni richieste dal caso singolo.

Auspichiamo, pertanto, che il dialogo con le Istituzioni prosegua per rispondere prontamente e tempestivamente alle principali sfide di oggi, convinti del fatto che l’innovazione contribuirà concretamente alla ripresa del nostro Paese” – conclude il Presidente Pietro Guindani.