I social incidono per l’80% sulle opinioni degli utenti, che continuano ad aumentare

Social Network e dark marketplace: come migrano gli utenti?

Sebbene la reputazione di un brand non sia rappresentata esclusivamente da ciò che si legge online, dal numero dei follower o dalle recensioni, non si può negare che i social network abbiano un peso importante, in grado di influire in maniera importante su molti degli asset che la determinano. Un passo falso sui social, dunque, può comportare la perdita di credibilità e di clienti.

Secondo uno studio effettuato da Zwan, azienda specializzata in corporate reputation, per i circa 40 milioni di utenti social del nostro paese, quanto leggono su Facebook, Instagram, Twitter o altri ambienti, incide per oltre l’80% sulla creazione dell’opinione che hanno su fatti, aziende o persone. Un passo falso sui social, dunque, può comportare la perdita di credibilità e di clienti.

Questo significa che il social media manager, colui che produce e gestisce i contenuti, è, di fatto, la prima figura di contatto con il mercato, i clienti e tutti gli stakeholders, ed è, quindi, necessario che possegga un background interdisciplinare altamente qualificato.

Per questo motivo, Zwan, in collaborazione con Probitas, accademia specializzata in corsi di risk management e compliance, ha avviato il primo corso italiano di Social Media Manager che crea profili altamente qualificati, in grado di relazionarsi con molti aspetti aziendali, che saranno poi certificati dall’ente indipendente svizzero LHWC.

Obiettivo del corso, oltre a creare eccellenti professionisti che siano realmente competenti in materia, è anche quello di conferire maggior autorevolezza alla figura del social media manager. Secondo un’indagine di reputation rating condotta da Zwan, infatti, il social media manager ha un impatto molto forte sulla reputazione del brand che gestisce, eppure, la reputazione percepita all’esterno di tale figura professionale risulta essere molto bassa, vista come semplicemente operativa e come qualcosa di strategico e decisionale.

La prima edizione del corso, che prenderà il via il 9 marzo 2021, mira a creare profili che abbiano non solo conoscenze di strumenti digitali e di comunicazione, ma anche una buona conoscenza di microeconomia, per poter gestire campagne a pagamento e avere considerazione degli aspetti legati al ROI e al costo di acquisizione cliente, di crisis management, per supportare il management e l’azienda nella gestione della crisi, di customare care, essendo sempre più spesso la prima interfaccia con clienti e stakeholder, e di strategia e marketing, essendo uno strumento di estensione del focus dell’azienda e delle sue campagne.

“Oggi i social media manager devono essere considerati come figure cardine della creazione della reputazione aziendale. Sono loro quindi che incidono sempre più sull’efficacia dell’attività commerciale dalla quale dipende la sopravvivenza dell’azienda stessa – commenta Davide Ippolito, CEO di Zwan. Questo corso innovativo, il cui valore è ulteriormente garantito dalla certificazione rilasciata e dall’inserimento in una lista di profili altamente qualificati a disposizione delle aziende, terrà conto anche delle ‘soft skill’, competenze trasversali, abilità e caratteristiche personali, che vanno oltre l’ambito tecnico, come la capacità di lavorare in team, l’orientamento al risultato, lo sviluppo delle risorse, il commitment e la motivazione del team”.

“Abbiamo sposato appieno questo progetto – spiega Roberto Maggi, CEO di Probitas – perché riteniamo un patrimonio inestimabile per le aziende avere al loro interno persone con competenze specifiche e altamente qualificate. Inoltre, fornire la giusta formazione, aumenta il livello di soddisfazione del dipendente ed anche il suo senso di appartenenza, nonché migliora la qualità del lavoro sia verso l’interno, sia verso l’esterno dell’azienda, stakeholder e mercato. Essere competenti è il primo passo verso il successo”.

“Certificare questi profili – ha concluso Luca Figerio, CEO di LHWC – vuol dire offrire a tutti gli stakeholders garanzie, supportate da tecnologie blockchain, della verifica dei requisiti dei professionisti rispetto a disciplinari predefiniti. È un plus fondamentale per un profilo, sempre più ricercato dal mercato, che distingue i professionisti certificati da tutti gli altri.”