L’Italia tra le economie “Watch Out”: ancora tante le sfide da affrontare, ma non mancano fiducia nella tecnologia e digital engagement

Lavorare al tempo della digital transformation

Mastercard, in collaborazione con The Fletcher School at Tufts University, ha presentato oggi il Digital Intelligence Index, che traccia i progressi compiuti da ciascun paese nello sviluppo dell’economia digitale, promuovendo la fiducia e l’adozione del digitale nella quotidianità di miliardi di persone.

L’indice dipinge un quadro dello sviluppo digitale globale, fornendo informazioni sui fattori chiave che guidano il cambiamento e la spinta alla digitalizzazione, oltre a illustrarne l’impatto che ne deriva per le economie, oggi in piena emergenza Coronavirus, ma anche in un futuro post-pandemico. L’edizione 2020 del Digital Intelligence Index prende in esame due aspetti importanti: l’evoluzione digitale, un framework che fotografa lo slancio dell’economia verso il digitale, e la fiducia digitale, che rappresenta il ponte che permette la reale adozione della tecnologia digitale, con l’obiettivo di essere nel futuro sempre più smart e inclusiva.

Nel dettaglio, nel secondo trimestre del 2020 caratterizzato dall’emergenza Covid-191, le economie digitali più dinamiche – tra le quali emergono Stati Uniti, Corea del Sud, Taiwan, Emirati Arabi Uniti e Germania – hanno notevolmente sovraperformato rispetto al tasso di crescita fissato dall’OCSE. Questi paesi presentano livelli elevati di disponibilità di talenti, collaborazioni attive nell’ambito di R&S tra industrie e università e una comprovata esperienza nella creazione e nell’introduzione di prodotti digitali nella quotidianità di tutti i cittadini.

L’indice di quest’anno evidenzia l’Europa come la regione più evoluta digitalmente. Nonostante abbia registrato uno slancio più lento rispetto all’area Asia-Pacifico, un contesto politico favorevole, le istituzioni, le condizioni delle infrastrutture e la forte fiducia dei consumatori rendono l’economia europea una potenza digitale sostenibile. Le economie europee, infatti, detengono 16 dei primi 20 posti in classifica per l’inclusione digitale, una componente della domanda che misura l’equità digitale a livello di classe, genere e area geografica. Il coinvolgimento digitale dei consumatori non è solo ampio ma anche profondo, con l’Europa che mostra alcuni dei tassi di penetrazione di smartphone, internet banking ed e-commerce più alti al mondo.

Le economie nordiche si sono distinte per significativi investimenti nell’ottimizzazione della capacità di infrastruttura a banda larga, fornendo ai propri cittadini Internet a prezzi accessibili e ad alta velocità. Così come efficaci sono stati gli interventi governativi europei per guidare la crescita digitale. Tra gli esempi virtuosi l’Estonia, ancora una volta un’economia eccezionale, che si caratterizza per istituzioni e politiche lungimiranti che stimolano l’innovazione digitale.

Una prospettiva globale sull’evoluzione digitale e sulla fiducia in essa riposta

Mappando il 95% della popolazione mondiale online e attingendo a 12 anni di fonti, l’edizione 2020 del Digital Intelligence Index presenta una scorecard Digital Evolution misurata secondo 160 indicatori in 90 economie attraverso quattro pilastri chiave: contesto istituzionale, condizioni della domanda, condizioni di offerta e capacità di innovazione e cambiamento. A seconda di questi parametri è possibile identificare quattro macro-categorie globali:

1. Le economie “Stand out” – come Singapore, Stati Uniti, Hong Kong2, Corea del Sud, Taiwan, Germania, Estonia, Emirati Arabi Uniti, Israele, Repubblica Ceca, Malesia, Lituania e Qatar – sono altamente avanzate dal punto di vista digitale e mostrano uno slancio verso la digitalizzazione elevato. Sono leader nel guidare l’innovazione, basandosi sui vantaggi esistenti in modo efficiente ed efficace.
2. Le economie “Stall out” – come Svezia, Regno Unito, Paesi Bassi, Giappone e Canada – sono economie digitali mature con un elevato tasso di adozione nonostante il rallentamento dello slancio digitale. Complessivamente, tendono a compromettere la velocità con la sostenibilità e si impegnano nella promozione dell’inclusione digitale e nell’implementazione di istituzioni solide.
3. Le economie “Break out” – come Cina3, India, Indonesia, Polonia e Russia – si stanno evolvendo rapidamente. Con un tale slancio e un significativo margine di crescita, sono spesso molto attraenti per gli investitori.
4. Le economie “Watch out” – tra cui l’Italia – che mostrano ancora una serie di lacune infrastrutturali, ma un’alta propensione digitale dei consumatori, soprattutto nelle fasce d’età più giovani.

La scorecard Digital Trust, invece, misura 198 indicatori in 42 delle economie dell’indice attraverso quattro pilastri chiave: comportamento, atteggiamenti, contesto ed esperienza. Così facendo, vengono identificate quattro diverse tipologie di economie a livello globale:

– Economie come Brasile, Colombia e Messico stanno iniziando a dare una spinta ai punteggi di comportamento, dimostrando un impegno concreto sui social media e sulle nuove tecnologie.
– Economie come Cina, Indonesia e Vietnam hanno atteggiamenti sempre più favorevoli nei confronti del loro futuro digitale, sostenuti dalla rapida crescita dell’adozione e delle opportunità digitali.
– Le economie con approcci più maturi alla digitalizzazione e alla definizione di regolamentazioni correlate come Svezia, Paesi Bassi e Danimarca condividono misure che rafforzano la fiducia, come le politiche sulla privacy, la sicurezza e la responsabilità. I cittadini di questi paesi tendono ad avere atteggiamenti più ottimisti riguardo al futuro della digitalizzazione.
– Economie come Stati Uniti, Hong Kong, Taiwan, Corea del Sud e Singapore offrono ai cittadini un’esperienza priva di qualsiasi interruzione, offrendo infrastrutture estremamente avanzate, ampio accesso e interazione senza precedenti. Questo tipo di esperienza è accompagnata da alti livelli di coinvolgimento, offrendo a queste economie un chiaro vantaggio per un futuro che va ben oltre il solo accesso al digitale.

Focus sull’Italia

L’Italia viene classificata dal Digital Intelligence Index all’interno di quelle che il report individua come economie “Watch Out”, caratterizzate da un notevole digital engagement e entusiasmo nei confronti delle tecnologie digitali ma che devono affrontare ancora sfide significative a causa della diffusione ancora contenuta della digitalizzazione a tutti livelli. Dal punto di vista dell’evoluzione digitale, primo framework proposto dalla ricerca, l’Italia, 40° tra le 90 economie analizzate, ha infatti un’infrastruttura digitale affidabile a cui corrisponde la presenza di alcune lacune da colmare con interventi mirati e incentivi precisi per digitalizzare tutti i settori dell’economia (dalla connessione internet, al digitale nella pubblica amministrazione, ad aree come i servizi digitali, l’integrazione nel campo dell’istruzione tra università, imprese e istituzioni, la cybersecurity, l’esportazione di beni e servizi digitali e la digital evolution) , migliorando così qualità e pervasività dell’ accesso digitale. Intervenire in questo ambito rappresenta un’incredibile opportunità per plasmare un sistema digitale inclusivo che si traduca in una crescita delle PMI e un ambiente florido per i lavoratori della gig economy.

Dal punto di vista invece della fiducia digitale, l’ecosistema digitale italiano ha un posizionamento più positivo in cui emerge un solido posizionamento sulle tecnologie digitali per sicurezza, affidabilità e tutela della privacy (da questo punto vista l’Italia è infatti al 14° posto tra 42 economie analizzate sul fattore), e presenta aree di miglioramento sia sul fronte della semplicità e fluidità dell’esperienza (nel trade off con la sicurezza) che nell’area dell’effettivo coinvolgimento dei consumatori nell’utilizzo delle tecnologie.

I next step per un’economia digitale avanzata

Con quasi due terzi della popolazione mondiale che oggi è online4, stiamo entrando in una fase successiva, in cui il solo accesso non è più sufficiente. Aspetti come la qualità dell’accesso, l’uso efficace delle tecnologie digitali, la presenza di autorità di regolamentazione e sorveglianza, l’istituzione di solide politiche di governance dei dati e la promozione della fiducia sono fattori sempre più importanti nel determinare la competitività e la sostenibilità digitale. È solo partendo da ciò che imprese e governi possono collaborare per far sì che i 7,6 miliardi di persone provenienti da tutto il mondo possano beneficiare delle vaste opportunità che solo un’economia digitalmente avanzata è in grado di offrire.

“La pandemia potrebbe essere la prova più pura del progresso del mondo verso la digitalizzazione. Oggi, grazie al Digital Intelligence Index, abbiamo una visione più chiara di come le economie digitali dinamiche possono contribuire alla resilienza economica durante un periodo di così grande difficoltà, a tal punto da poter essere prese d’esempio per promuovere la ripresa e il passaggio al digitale”, ha affermato Bhaskar Chakravorti, Dean of Global Business di Fletcher.

“Poiché tutti noi viviamo sempre più vite ‘digital first’, è importante capire come si sia evoluta la digitalizzazione dei paesi e come la fiducia nell’ecosistema possa contribuire alla crescita e alla prosperità. Secondo quanto emerge dal Digital Intelligence Index, le economie europee sono tra le più evolute digitalmente al mondo. Tuttavia, man mano che la tecnologia si evolve, deve cambiare anche il nostro approccio. Ad uno sguardo d’insieme, il contesto politico favorevole dell’Europa, le istituzioni, le condizioni delle infrastrutture e la forte fiducia dei consumatori sono gli elementi che stanno consentendo alle economie del continente di prosperare come leader digitali sostenibili e inclusivi”, ha commentato Mark Barnett, Presidente di Mastercard Europe.