Crescono in Italia occupazione, fatturato e startup supportate, mentre l’ecosistema incubatori si consolida: più di 5.700 startup incubate, 5.000 dipendenti e un fatturato di oltre 600 milioni

incubatori

I ricercatori del Social Innovation Monitor (SIM) e quelli del Politecnico di Torino hanno presentato lo scorso giovedì 27 marzo 2025, i risultati delle nuove analisi relative all’ecosistema degli incubatori e acceleratori in Italia. La ricerca è stata condotta con il supporto di InnovUp, l’associazione che dal 2012 rappresenta e unisce la filiera dell’innovazione italiana, Main Partner dell’iniziativa, e di PNICube, Italian Competence Center for Social Innovation (ICCSI), Fondazione Giacomo Brodolini, Neolithic Evolution e Social Innovation Teams (SIT).

 

Come l’ecosistema di incubatori e startup si consolida

Il report ha identificato in Italia 239 acceleratori e incubatori.

  • La maggior parte di queste strutture si concentra nel Nord-Ovest, con la Lombardia in testa con 56 realtà.
  • Nel resto del Paese, spiccano Emilia-Romagna, Lazio, Campania e Toscana, che ospitano rispettivamente 27, 26, 22 e 20 incubatori.
  • Rispetto ai 262 soggetti identificati nella precedente ricerca, si osserva una lieve contrazione nel numero totale di incubatori e acceleratori.
  • Parallelamente, il settore ha visto una crescita significativa dell’occupazione: il numero di dipendenti è aumentato del 156,4%,  passando da 1.950 a circa 5.000 unità, a conferma del ruolo strategico degli incubatori e  acceleratori nello sviluppo economico e nella creazione di lavoro qualificato.

 

Paolo Landoni, Professore Ordinario presso il Dipartimento di Ingegneria Gestionale e della Produzione del Politecnico di Torino e Direttore del Report, commenta: “Il numero di incubatori  e acceleratori è diminuito rispetto all’anno precedente. Ma questo non deve essere visto come un  problema, anzi, è possibile che sia in corso un positivo consolidamento e quindi rafforzamento di  queste organizzazioni. Infatti, continuano comunque ad aumentare il numero di dipendenti e i  fatturati complessivi”.

Gli incubatori e acceleratori rappresentano un pilastro del sistema imprenditoriale. Sono state stimate circa 5.780 startup incubate, in aumento di circa il 100% rispetto all’anno precedente. Anche dal punto di vista economico, l’impatto è significativo: il fatturato complessivo ha  superato i 600 milioni di euro, segnando un aumento del 20%.

 

Un vivace mosaico di forme giuridiche

Il panorama dell’incubazione italiano si presenta come un vivace mosaico di forme giuridiche, partendo dalle agili Società a Responsabilità Limitata (Srl), che costituiscono la maggioranza  con il 57%, alle strutturate Società per Azioni, che rappresentano il 18%, la diversità è marcata  dalla presenza di associazioni, ATI, enti pubblici e altre forme societarie.

 

Principali servizi offerti dagli incubatori

Per quanto riguarda i principali servizi offerti dagli incubatori, il primo per importanza risulta  l’“accompagnamento manageriale”, seguito da “spazi fisici (inclusi servizi condivisi)” e dalla  “formazione imprenditoriale e manageriale”. Altri servizi rilevanti sono il “supporto alla ricerca  di finanziamenti” e i “servizi amministrativi, legali e giuridici”.

Il valore aggiunto apportato da incubatori e acceleratori nel nostro ecosistema non si limita al  supporto alla nascita di nuove organizzazioni. L’87% degli incubatori e acceleratori ha infatti  dichiarato di svolgere anche attività non direttamente riconducibili alle attività di incubazione e  accelerazione. Tra le attività più frequenti figura la partecipazione a progetti e bandi, la gestione e  promozione di eventi, la consulenza a titolo oneroso per enti pubblici, PMI e grandi imprese,  attività a titolo oneroso di scouting e open innovation per aziende corporate e/o altri soggetti, e i  servizi di coworking.

Davide Moro, Vicedirettore della ricerca, ha affermato: “L’ecosistema degli incubatori e acceleratori italiani è ancora poco attrattivo a livello internazionale. Solo il 5% delle organizzazioni supportate ha sede all’estero, mentre il 75% si trova nella stessa regione dell’incubatore o in una confinante.”.

Giorgio Ciron, Direttore di InnovUp, ha commentato: “Questi dati confermano quanto gli incubatori e acceleratori siano attori fondamentali per la crescita dell’innovazione nel nostro  Paese, non solo come supporto alle startup, ma anche come motori di impatto sociale e 

territoriale. Per questo accogliamo con particolare favore le misure per questi attori introdotte  dal DDL Concorrenza l’estensione della certificazione anche agli acceleratori e il credito  d’imposta dell’8% per investimenti diretti e indiretti in startup. Auspichiamo che tali norme siano  attuate quanto prima e rilanciamo proponendo che la certificazione sia estesa anche a startup  studio/venture builder, che gli incentivi previsti per gli incubatori siano estesi anche agli  acceleratori e che il credito d’imposta sia reso permanente e non solo riservato agli investimenti  fatti nel 2025.”. 

 

L’impatto sociale e ambientale

Come per gli anni precedenti, anche quest’anno il report si focalizza sull’impatto sociale e  ambientale degli incubatori e delle startup incubate.

Circa la metà degli incubatori e acceleratori in Italia rientra nella categoria “Business Incubator”,  che comprende strutture in cui nessuna delle organizzazioni incubate ha un impatto sociale o  ambientale significativo. L’altra metà si suddivide tra la categoria “Mixed”, in cui tra l’1% e il 50%  delle organizzazioni incubate genera un impatto rilevante, e la categoria “Social Incubator”, dove  questa percentuale supera il 50%. In particolare, il report evidenzia che un incubatore su due  supporta organizzazioni con un impatto sociale o ambientale significativo.

I settori più rappresentati, per le organizzazioni incubate a significativo impatto sociale o ambientale, sono quelli relativi alla “salute e benessere, incluso lo sport” e “sviluppo della comunità”.

L’attenzione all’ecosistema degli incubatori e degli acceleratori arriva anche da parte del Governo  e dalle Istituzioni che hanno introdotto due positive novità, per questi attori, nell’ambito del Capo  III del DDL Concorrenza:

  • all’Art. 30 l’estensione della certificazione anche agli acceleratori
  • e  all’Art. 32 un credito d’imposta dell’8% sugli investimenti fatti da questi soggetti direttamente o indirettamente in startup innovative.

A dimostrazione di ciò si evidenzia, la partecipazione all’evento di presentazione del report di Paola Picone, Fabrizio Cutrupi, ed Ermanno Gigante,  in rappresentanza del Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT), affiancati da Giorgio  Ciron, Direttore di InnovUp e Paola Mogliotti, Direttrice di I3P e consigliera di InnovUp, oltre  che da Eugenia Forte, Direttrice del Plug and Play Tech Center di Torino, e Leonardo Del Mecio,  Team Leader coordinamento SCO & Le Village – Crédit Agricole.