
In occasione dell’audizione sul Disegno di Legge di Bilancio 2026 presso le Commissioni Bilancio congiunte di Camera e Senato, ItaliaFintech, l’associazione che riunisce le principali realtà in Italia del fintech, ha presentato una memoria con proposte operative per favorire la competitività del settore e il sostegno alla crescita delle imprese.
ItaliaFintech sottolinea la necessità di incentivi mirati agli investimenti in software, dati e intelligenza artificiale, leve decisive per la competitività tecnologica delle PMI, e di un Fondo di Garanzia rinnovato, basato sul merito creditizio e aperto anche alle piattaforme digitali di supply chain finance, uno strumento che ha già dimostrato efficacia con un incremento del 20% delle operazioni e tassi di deterioramento contenuti.
In questo quadro, serve anche un’IRAP coerente, che non penalizzi chi sostiene la liquidità delle imprese e una fiscalità proporzionata sulle cripto-attività, che non penalizzi l’innovazione e consenta di trattenere in Italia le competenze e i talenti del settore.
Le proposte di ItaliaFintech
- Investimenti digitali – Estendere la misura della maggiorazione dell’ammortamento su base triennale e includere tra i beni agevolabili software gestionali, soluzioni di analisi dati e piattaforme basate su intelligenza artificiale, strumenti essenziali per la competitività e la trasformazione digitale delle imprese.
Il percorso di trasformazione digitale passa sempre più attraverso software integrati con analisi dei dati finanziari e piattaforme di incasso e pagamento. Questi strumenti, alla base dello sviluppo dei servizi fintech, sono fondamentali per automatizzare i processi finanziari e offrire alle imprese una visione più chiara e consapevole della propria situazione economica.
- Fondo di Garanzia per le microimprese e PMI – Il Fondo di Garanzia ha dimostrato pienamente la sua efficacia in momenti di crisi e va considerato uno strumento di politica economica a sostegno soprattutto delle Piccole e Micro imprese. ItaliaFintech propone inoltre di estendere la copertura del Fondo alle operazioni di supply chain finance gestite da operatori fintech regolati, per sostenere la liquidità delle imprese utilizzando anche strumenti a breve termine e ridurre la dipendenza sulla liquidità dal credito bancario tradizionale a medio lungo.
In tale ottica è opportuno considerare il Fondo di Garanzia come uno strumento potente che deve affiancarsi a strumenti innovativi come i Basket Bond e i FIA per ampliare le fonti di finanziamento delle imprese, soprattutto alle PMI.
- IRAP – Limitare l’incremento dell’aliquota IRAP alle sole banche e imprese assicurative, escludendo gli altri operatori finanziari come istituti di pagamento e di moneta elettronica, la cui inclusione sarebbe priva di fondamento economico e rischierebbe di penalizzare chi sostiene quotidianamente la liquidità e l’innovazione delle imprese.
In assenza di una definizione chiara, la norma rischia di generare un grave squilibrio competitivo, penalizzando gli istituti di pagamento italiani e favorendo quelli esteri operanti con passaporto europeo. Una simile asimmetria fiscale potrebbe compromettere la parità di mercato e ostacolare l’attività di operatori che svolgono un ruolo strategico nel supportare le PMI e nell’ampliare l’accesso a servizi finanziari e soluzioni digitali.
- Criptovalute – Prorogare l’attuale regime fiscale con aliquota al 26% sulle plusvalenze da cripto-attività, evitando l’aumento al 33% previsto dal 1° gennaio 2026. ItaliaFintech propone inoltre una semplificazione dei requisiti autorizzativi MiCAR e l’armonizzazione con gli standard europei, per rafforzare la competitività dell’ecosistema e attrarre operatori e capitali internazionali.
Dichiarazioni
“Con questa Legge di Bilancio”, dichiara Michelangelo Bottesini, Presidente di ItaliaFintech, “chiediamo al Governo di guardare al fintech come a un motore di sviluppo strutturale, e non come a un comparto accessorio. In un Paese che oggi discute di crescita zero, il fintech può e deve diventare una delle leve strategiche per rimettere in moto l’economia reale. Parliamo di un settore che innova, semplifica l’accesso al credito, sostiene la liquidità delle imprese e accelera la digitalizzazione del sistema finanziario e che oggi conta 600 aziende e 20.000 addetti. Ma per esprimere tutto il suo potenziale, servono scelte coraggiose: percorsi autorizzativi chiari e una strategia nazionale che riconosca il fintech come parte integrante delle politiche industriali del Paese”.


























































