Lefebvre Sarrut & ELTA hanno collaborato per la Legal Professionals & Generative AI Global Survey, nuova indagine su IA e diritto nella quale si delineano nuovi scenari in ambito legale

tecnologia nel settore legale

Lefebvre Sarrut, leader europeo nella conoscenza legale e fiscale di cui Giuffrè Francis Lefebvre fa parte, ha collaborato con la European Legal Technology Association (ELTA) per produrre la seconda indagine annuale Legal Professionals & Generative AI Global Survey. Il rapporto del 2024 rivela una rapida crescita nell’uso dell’IA generativa nel lavoro legale, nonostante l’incertezza legata alla sua applicazione alle pratiche legali e ai posti di lavoro.

Presentiamo i principali risultati della ricerca “LEGAL PROFESSIONALS & GENERATIVE AI” realizzata in collaborazione con la European Company Lawyers Association (ECLA)

L’aumento dell’impiego regolare della GenAI

L’indagine rivela una rapida crescita nell’uso dell’IA generativa, con circa l’80% degli intervistati che utilizza queste tecnologie settimanalmente e circa la metà quotidianamente. Circa il 90% di questi professionisti legali afferma che l’IA generativa supporta efficacemente il loro lavoro.

Una varietà di applicazioni per l’analisi e la produzione di documenti legali

Sebbene la diffusa adozione quotidiana si concentri su strumenti di intelligenza artificiale generici e non specifici per il settore legale, i vantaggi percepiti sono reali e documentati nello studio attraverso casi d’uso ben identificati, in particolare nella ricerca e nella produzione di documenti legali.

I principali usi dell’IA generativa comprendono l’analisi (19%) e la produzione (17%) di documenti. Le ricerche legali rappresentano solo il 13% dell’utilizzo complessivo, ma aumentano al 23% quando si utilizzano strumenti specifici.

Tuttavia, i professionisti del settore legale non sono ancora sicuri della capacità dell’IA generativa di produrre documenti legali: per il 50% degli intervistati, la sua efficacia nella gestione dei documenti legali è ancora da dimostrare.

Tra i fattori di fiducia, l’indagine individua la possibilità di testare personalmente lo strumento (28%), la necessità di formazione (20%) e la trasparenza e la comprensione dello strumento (19%).

Sfide e prospettive dell’applicazione

Trattandosi di un’opportunità tecnologica molto recente, le organizzazioni sono ancora nelle prime fasi di definizione di una governance e di una gestione finanziaria dedicate:

  • In termini di politiche sull’IA, solo il 38% delle organizzazioni ha definito una policy in merito.
  • In termini di budget, si notano tre approcci: il 28% delle organizzazioni investe pesantemente con budget superiori a 50.000 euro, il 21% investe meno di 5.000 euro e il 27% non ha budget.
  • In termini di ROI, il 47% degli intervistati non sa come valutare le proprie aspettative.

Impatto percepito sulle professioni legali

A partire dal 2023, le percezioni e le aspettative sull’IA sono evolute e, per la maggioranza dei professionisti (66%), l’utilità dell’intelligenza artificiale è diventata indiscutibile: il 44% ritiene che l’intelligenza artificiale aiuterà notevolmente il proprio lavoro. Tuttavia, gli intervistati mostrano un cauto ottimismo: anche per quanto riguarda il tema della riduzione dei posti di lavoro nel settore legale, la maggioranza rimane neutrale, mentre il 24% riconosce che l’IA rappresenta una minaccia per alcuni aspetti del proprio lavoro. Questa cauta neutralità è motivata, data l’incertezza della trasformazione in corso.

Lo scenario nel mercato italiano

La ricerca condotta dagli ambasciatori ELTA nel nostro Paese e da BLB Studio Legale ha rilevato come i professionisti legali italiani utilizzano meno, in media, l’Intelligenza Artificiale (IA) rispetto ad altri paesi europei, mostrando nei suoi confronti un livello di soddisfazione inferiore. In maniera simile a quanto accade nel resto d’Europa, in Italia sono più popolari le applicazioni dell’ IA utili alla sintesi di testi, all’estrazione di informazioni da documenti complessi e alle traduzioni. Meno frequente è invece l’uso di questa tecnologia per rispondere a quesiti aziendali e fare ricerche sul web.

Rispetto a Francia, Germania e Spagna, l’adozione di strumenti IA specifici per il settore legale è più bassa ma gli avvocati italiani ne riconoscono comunque l’utilità. La fiducia riposta nell’IA per la redazione di documenti legali resta comunque sensibilmente minore, con un livello stimato che si aggira intorno al 50%, significativamente inferiore alla media europea del 70%.

Nonostante queste riserve, l’impatto dell’IA nel settore legale italiano è già evidente e si prevede che crescerà nei prossimi tre anni. Questa evoluzione rappresenta un’opportunità significativa per migliorare l’efficienza e la qualità del lavoro legale, introducendo strumenti innovativi e ridefinendo le dinamiche lavorative.

Maria de la O Martinez, Director of Innovation di Lefebvre Sarrut, ha commentato: “Con lo sviluppo di strumenti di IA generativa, i professionisti legali stanno assistendo a una rivoluzione nelle loro pratiche e professioni. Per rimanere produttivi e competitivi, devono adottare strumenti legali moderni. Ci impegniamo a fornire ai professionisti del settore legale le risorse e la formazione necessarie per orientarsi in questo panorama in costante evoluzione. La disponibilità di strumenti di IA progettati specificamente per il lavoro legale, basati su documenti legali verificati e aggiornati, contribuirà a creare fiducia”. 

Gregoire Miot, Presidente della European Legal Technology Association, ha dichiarato: “L’evoluzione a cui abbiamo assistito dall’anno scorso è stata fulminea. L’aspetto più significativo è che tutte le professioni legali stanno maturando, sia nella percezione dell’IA generativa sia nei casi d’uso. Naturalmente, non tutti avanzano allo stesso ritmo, ma nessuna professione legale è rimasta indietro. Questo nuovo rapporto conferma anche la netta leadership delle professioni legali in-house, che continuano a guidare l’innovazione per l’intero mercato legale. In questo contesto, ELTA svolge un ruolo essenziale nel contribuire a portare maggiore trasparenza e comprensione a questa sfida tecnologica, sia per i decisori politici che per i legislatori che stanno plasmando il futuro del diritto in Europa”.