Sabrina Curti di ESET Italia condivide alcuni consigli utili per affrontare il problema del cyberbullismo, un fenomeno sempre troppo diffuso tra i giovani

cyberbullismo

Con l’avvio del nuovo anno scolastico torna attuale un tema delicato: il cyberbullismo. Un fenomeno che, se non affrontato con consapevolezza e strumenti adeguati, può avere impatti significativi sul benessere dei ragazzi.

Nell’articolo che segue, Sabrina Curti, Marketing Director di ESET Italia, analizza i rischi legati a questo fenomeno e propone indicazioni concrete e misure di prevenzione per supportare genitori, scuole e studenti.

Buona lettura!

Come evitare che il “back to school” diventi “back to bullying”

Il cyberbullismo è una realtà della società digitale, ma esistono strumenti e comportamenti per contrastarlo. Il mondo digitale, nel bene e nel male, riflette in parte quello fisico. Ciò significa che può replicare, e talvolta amplificare, atteggiamenti scorretti già diffusi offline. Secondo un’indagine Microsoft del 2023 condotta in 17 paesi, “cyberbullismo, molestie e abusi” rappresentano la principale preoccupazione dei genitori a livello globale, con una media del 39% degli intervistati.

Se non affrontato, il fenomeno del cyberbullismo può avere conseguenze significative sulla salute mentale e persino sul benessere fisico dei ragazzi, arrivando in alcuni casi a esiti tragici. È quindi fondamentale che l’inizio del nuovo anno scolastico non coincida con una recrudescenza di comportamenti online inaccettabili.

Un nuovo anno, vecchi problemi?

Lo studio Microsoft citato evidenzia come il timore del cyberbullismo superi, seppur di poco, quello relativo ad altri rischi, come lo sfruttamento sessuale dei minori, la disinformazione e le minacce di violenza fisica. Una ricerca del Pew Research Center conferma che circa la metà degli adolescenti statunitensi ha subito episodi di molestie online, con le ragazze più grandi particolarmente esposte. Le forme sono molteplici: insulti, diffusione di false voci, condivisione di immagini esplicite (anche della vittima stessa), fino a vere e proprie minacce fisiche.

Questi episodi possono intensificarsi all’inizio dell’anno scolastico, periodo in cui alcuni cercano di affermare la propria supremazia sui compagni, si creano nuovi gruppi e le pressioni scolastiche alimentano ulteriori ansie. In questo contesto, genitori e scuole, spesso concentrati su altre priorità, rischiano di non cogliere segnali rilevanti. Diventa quindi essenziale saper riconoscere i campanelli d’allarme del cyberbullismo prima che la situazione degeneri.

Come riconoscere i segnali di cyberbullismo

Spesso ottenere che un ragazzo parli apertamente delle proprie esperienze è l’aspetto più complesso. Possono prevalere imbarazzo o timore che confidarsi peggiori la situazione. È dunque importante osservare con attenzione eventuali cambiamenti improvvisi nel comportamento.

Tra i segnali più comuni rientrano sbalzi d’umore, calo dell’autostima, perdita di interesse per hobby e attività, variazioni marcate nel tempo trascorso online (in eccesso o in difetto), riluttanza a frequentare la scuola o a partecipare a occasioni sociali, calo del rendimento scolastico. Possono comparire anche stanchezza, cambiamenti nelle abitudini alimentari e atteggiamenti difensivi quando si affronta l’argomento.

Alcuni suggerimenti per affrontare il cyberbullismo

Mantenere aperti i canali di comunicazione si conferma la strategia più efficace. Il silenzio alimenta ansia e insicurezza. È quindi importante che i ragazzi percepiscano la possibilità di condividere i propri problemi senza timore di giudizi o ritorsioni.

Per questo motivo, è consigliabile evitare intrusioni eccessive nella vita privata, a meno che non emergano segnali concreti di allarme. Risultano spesso più efficaci domande generiche, come “come vanno le cose?”, piuttosto che dirette come “sei vittima di bullismo?”. Anche la scelta del momento e del luogo, lontani da orecchie indiscrete, può favorire una conversazione sincera.

Oltre al dialogo, si possono adottare misure preventive concrete. È utile parlare di sicurezza e privacy online, conoscere le app utilizzate e assicurarsi che le impostazioni siano adeguate all’età e orientate alla protezione dei dati. È fondamentale che i ragazzi siano consapevoli dei rischi legati ai social network e alle piattaforme di gioco, incluse minacce come sextortion e deepfake. Devono sviluppare uno spirito critico verso chiunque incontrino online, soprattutto se non conosciuto di persona, e ignorare del tutto richieste di contatto da estranei. Conoscere chi frequentano i ragazzi, online e offline, è parte integrante della prevenzione.

Un approccio più diretto può includere la regolazione delle impostazioni degli smartphone per limitare l’accesso a determinati contenuti o il tempo di utilizzo, così come l’adozione di software di parental control. È tuttavia essenziale spiegare le motivazioni di tali scelte: senza un accordo condiviso, i tentativi di controllo rischiano di fallire.

Cosa fare in caso di cyberbullismo

In presenza di episodi concreti, è importante mantenere la calma, capire cosa accade e come viene percepito dalla vittima, evitando reazioni impulsive. Occorre mostrare come bloccare l’autore delle molestie, conservare prove tramite screenshot e segnalare l’accaduto alle piattaforme coinvolte. Se necessario, può essere utile coinvolgere la scuola.

Il bullismo è purtroppo parte dell’esperienza di molti ragazzi. Con l’uso diffuso dei dispositivi mobili, chi molesta ha oggi la possibilità di entrare nelle case delle vittime come mai in passato. Allo stesso tempo, esistono strumenti potenti per contrastarlo: empatia, pazienza, competenza digitale e sostegno costante.

Osservare con attenzione, offrire supporto, insegnare a configurare correttamente gli strumenti tecnologici e intervenire con fermezza ma equilibrio: sono questi i passi fondamentali per affrontare il problema, senza mai far mancare la vicinanza e l’ascolto.

di Sabrina Curti, Marketing Director di ESET Italia