Secondo il nuovo osservatorio di Qonto, le PMI europee riconoscono l’importanza della digitalizzazione, ma solo il 19% ha strategie chiare e risorse sufficienti

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La digitalizzazione rappresenta oggi un passaggio obbligato per le PMI europee, chiamate a competere in mercati sempre più dinamici e complessi. In un contesto dove l’innovazione è sinonimo di sopravvivenza e crescita, dotarsi di strumenti digitali non è più un’opzione, ma una necessità strategica.

Qonto, la soluzione di gestione finanziaria per PMI e liberi professionisti, presenta il suo nuovo osservatorio sulla trasformazione digitale delle piccole e medie imprese europee. Il report, realizzato in collaborazione con Appinio, ha coinvolto 1.600 decisori senior in Italia, Francia, Germania e Spagna ad agosto 2025.

Sebbene oggi la trasformazione digitale sia al centro del dibattito pubblico, la realtà delle 25 milioni di PMI europee, come emerge dallo studio di Qonto, mostra uno scenario complesso, con un paradosso: le imprese stanno adottando rapidamente strumenti di intelligenza artificiale, pur faticando con le sfide fondamentali della digitalizzazione. Questo crea un divario tra ambizioni digitali e realtà operative, in un contesto di incertezza economica.

La percezione dell’Intelligenza Artificiale per le imprese

In Italia, appena il 59% delle PMI considera la digitalizzazione “assolutamente cruciale” o “molto importante”, nonostante il 77% ne riconosca la rilevanza. Un divario netto, che spiega la polarizzazione del mercato italiano tra pionieri digitali e ritardatari. A livello europeo il 92% delle PMI riconosce che digitalizzazione e IA sono rilevanti per il proprio business, ma solo il 62% le considera “assolutamente cruciali” o “molto importanti” per il futuro. Ciò significa che quasi 4 aziende su 10 (38%) le vedono come “abbastanza importanti” ma non prioritarie. Questa diffusa consapevolezza maschera una preoccupante mancanza di urgenza, che potrebbe rendere milioni di imprese vulnerabili alla disruption digitale.

Le PMI “preparate” al digitale

Quasi 7 PMI italiane su 10 (68%) si dichiarano pronte per la trasformazione digitale: un dato che colloca l’Italia al secondo posto in Europa dopo la Germania. Nell’area UE, solo il 60% delle PMI si considera ben preparato alla trasformazione digitale mentre il restante 40% – circa 10 milioni di aziende – si sente solo parzialmente o per nulla pronto. Tra queste, il 10% (2,4 milioni di imprese) non è affatto preparato.

IA vs competenze digitali

In Italia, l’adozione di strumenti di intelligenza artificiale, come i generatori automatici di testo o di immagini, è in linea con la media europea (46%), ma il Paese registra anche il più alto tasso di stagnazione digitale: il 12% delle PMI non ha introdotto nessuna nuova tecnologia. Per chi ha abbracciato l’innovazione, i punti di forza italiani restano la gestione documentale (32%), gli strumenti di data analytics e business intelligence (30%) e il marketing automatizzato (27%).

A livello europeo il 46% delle PMI ha adottato strumenti di IA come ChatGPT, ma l’uso di sistemi fondamentali rimane scarso: solo il 24% utilizza software di contabilità digitale e appena il 22% piattaforme di videoconferenza. La gestione documentale digitale raggiunge il 29% e gli strumenti di analisi dati il 27%.

Automazione e lavoro

In Italia, il 52% delle PMI risparmia almeno 10 ore settimanali grazie all’automazione, un dato in linea con la media europea (52,7%), superiore a quello della Francia ma inferiore rispetto alla Germania, mentre il 12% ne guadagna oltre 20. A livello europeo, 1 PMI su 10 risparmia più di 20 ore, pari a mezza settimana lavorativa, e il 53% ne guadagna almeno 10.

La fiducia delle PMI nel digitale

Dovendo indicare i principali ostacoli alla digitalizzazione, le PMI italiane rivelano una sfida culturale unica: sono le sole in Europa a citare la resistenza organizzativa al cambiamento (22%) come uno dei principali freni, assieme alla sicurezza delle soluzioni digitali (31%) e alle competenze tecniche (28%). In Europa, i principali ostacoli sono sicurezza (33%), gap di competenze (28%) e regolamentazione (25%).

Dichiarazioni

PMI“La nostra ultima indagine rivela una tendenza chiara che le PMI europee seguono nell’affrontare le sfide del digitale: sebbene il 92% consideri la digitalizzazione e l’IA importanti per il proprio business, solo il 19% dispone attualmente di una chiara strategia e di risorse sufficienti”, afferma Alexandre Prot, Co-founder & CEO di Qonto. “Questo divario è ancora più evidente se guardiamo agli strumenti digitali che si stanno adottando: in Europa quasi il 50% delle PMI utilizza quotidianamente strumenti di GenAI come ChatGPT, mentre il 24% ha digitalizzato i propri sistemi contabili e il 22% utilizza strumenti di videoconferenza. Nell’attuale contesto di mercato instabile, vediamo la digitalizzazione come un vantaggio competitivo significativo. Sebbene l’IA offra opportunità entusiasmanti, riteniamo che le imprese europee dovranno costruire solide fondamenta digitali, in grado di sostenere i loro obiettivi di crescita e innovazione a lungo termine”.