AI in accelerazione: non solo hype, il 2026 sarà l’anno del valore concreto per le imprese italiane

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Spesso, il dibattito sull’Intelligenza Artificiale è stato dominato da un clamore legato a speculazioni e scenari futuristici come l’AGI (Intelligenza Artificiale Generale). Sebbene il percorso verso sistemi sempre più intelligenti sia reale, stiamo rischiando di trascurare il valore sostanziale e quantificabile che questa tecnologia offre alle aziende già oggi.

La mia previsione per il 2026 è chiara: l’AI Agentica sarà il fattore singolo più importante nel ridisegnare il panorama competitivo, anche in Italia. Non parliamo di chatbot “migliorati”, ma di sistemi autonomi e multi-step capaci di agire e reagire per raggiungere obiettivi complessi.  Questi sistemi devono fondarsi su standard condivisi per garantire interoperabilità e sicurezza. Per questo supportiamo protocolli aperti come l’Agent2Agent e il nuovo Agent Payments Protocol, pensato per garantire transazioni sicure e verificate tra agenti. È un ecosistema che stiamo costruendo con partner globali e locali come Nexi, che sta integrando queste tecnologie per semplificare i pagamenti per gli esercenti europei.

Le aziende italiane stanno quindi superando la fase di sperimentazione e adottando una nuova generazione di applicazioni abilitate dall’AI che trasformano direttamente le operazioni, creano modelli di business completamente nuovi e ridefiniscono radicalmente il modo in cui lavoriamo.

I flussi di lavoro “agentici” diventano parte integrante dei processi aziendali

Stiamo assistendo all’evoluzione da singoli assistenti AI a veri e propri sistemi agentici: agenti che collaborano tra loro per automatizzare processi complessi. Questo spinge l’AI oltre la semplice modalità “domanda e risposta”, verso sistemi davvero autonomi focalizzati su funzioni aziendali specifiche e ad alto valore.

Per rendere tutto questo accessibile, nuove piattaforme per le imprese – come Gemini Enterprise – consentono alle aziende di orchestrare agenti AI, connetterli in modo sicuro ai dati aziendali ovunque risiedano e integrarli nel flusso quotidiano di ogni dipendente, trasformando non solo i singoli compiti ma interi processi di business.

Il mio consiglio per il 2026 alle imprese italiane è questo: focalizzate l’AI agentica inizialmente su micro-attività complesse, ripetitive e ad alto volume per ottenere un ritorno sull’investimento immediato. Questi flussi stanno già trasformando settori chiave:

  • Nei servizi pubblici gli agenti automatizzeranno processi end-to-end come la registrazione dei veicoli o la gestione dei reclami dei cittadini (es. buche stradali) e l’apertura di ticket di servizio tra i vari dipartimenti. In Italia, realtà come la Regione Umbria stanno già sperimentando come l’AI possa migliorare la gestione delle segnalazioni e dei servizi ai cittadini, anticipando il potenziale degli agenti in processi critici della PA.
  • In ambito sanitario l’automazione delle attività amministrative libera il personale clinico automatizzando processi amministrativi, come le pre-autorizzazioni, permettendo ai medici di concentrarsi sulla cura del paziente.
  • Nel settore manifatturiero gli agenti possono prevedere e pianificare autonomamente le riparazioni, riducendo significativamente i tempi di fermo imprevisti e ottimizzando la catena di produzione.

L’AI Agentica offrirà esperienze di qualità e personalizzate

Nel 2026, gli agenti AI e i media generativi abiliteranno un servizio in stile “concierge”, creando esperienze iper-personalizzate ed emotivamente coinvolgenti. Questo avrà un impatto enorme su settori come il Fashion, il Retail e le industrie creative, dove la velocità e la personalizzazione erano precedentemente limitate. In Italia realtà come Unieuro stanno già utilizzando le nostre soluzioni per la gestione dei dati e l’AI generativa per trasformare l’esperienza omnicanale, personalizzando ogni interazione con i propri clienti – dal sito al negozio fisico.

Per rendere sostenibile questa personalizzazione, i team creativi possono contare su nuovi modelli multimediali avanzati – come Veo per la generazione video cinematografica o Nano Banana Pro per l’imaging avanzato – che offrono maggiore rapidità e controllo nella produzione dei contenuti. Questi strumenti permettono di declinare una singola campagna in infinite varianti, offrendo coerenza visiva dei soggetti e possibilità di localizzazione.

Superpoteri per la sicurezza informatica 

In un moderno Security Operations Center (SOC), gli analisti sono sommersi da un flusso costante di dati. Chi difende deve aver ragione ogni singola volta; chi attacca deve avere fortuna una volta sola. Nel 2026, gli agenti AI offriranno ai team di sicurezza la potenza necessaria per identificare e rispondere alle minacce con una rapidità mai vista, facendosi carico del lavoro più gravoso come l’analisi manuale e il triage, e liberando il tempo degli analisti per attività strategiche.

Innovazione e conformità: fine del compromesso nei settori regolamentati

Ma la sicurezza rappresenta solo un tassello di un quadro più complesso, soprattutto nei settori altamente regolamentati. Nel 2026 anche le aziende e le organizzazioni che fino ad ora sono state restie ad innovare e abbracciare l’AI apriranno le porte alle nuove tecnologie con maggiore fiducia, senza dover compiere una scelta tra avanzamento tecnologico e conformità normativa. Noi stiamo già gettando le fondamenta per questo futuro ad esempio con la qualifica ACN di Livello 2 che, unita alla continua evoluzione delle nostre soluzioni di sovranità digitale, conferma un principio fondamentale: è possibile innovare ai massimi livelli anche nei settori più regolamentati, garantendo sicurezza e sovranità dei dati.

L’upskilling dei talenti sarà il vero motore del valore dell’AI

Se l’ondata agentica del 2026 aiuterà le aziende a crescere, il fattore cruciale per il successo saranno le persone. La validità delle competenze acquisite ha una durata sempre inferiore e richiede continui aggiornamenti, rendendo difficile per individui e organizzazioni restare al passo.

Sempre più spesso, nel 2026 le aziende passeranno dal semplice acquisto di soluzioni AI alla costruzione di una forza lavoro pronta per l’AI. Stiamo già assistendo a questo fenomeno anche in Italia dove, ad esempio, una realtà all’avanguardia come Credem, oltre a  integrare Gemini in Google Workspace per la produttività, ha lanciato anche un piano di oltre 30.000 ore di formazione specifica sull’AI per i propri dipendenti, mettendo il “benessere lavorativo” e le competenze al centro della trasformazione.

Le aziende italiane che sapranno responsabilizzare i propri dipendenti e ristrutturare le loro operazioni attorno a questo nuovo modello guidato dagli agenti saranno i leader di mercato del prossimo decennio e guideranno la prossima fase di crescita e innovazione del Paese.

A cura di Raffaele Gigantino, Country Manager Italy, Google Cloud