La quarta rivoluzione industriale è alle porte e i robot stanno già iniziando a prendere il posto degli esseri umani nei posti di lavoro. Quale sarà il futuro dell’uomo? Come cambierà il mondo del lavoro? E cosa si può fare per non soccombere?

Mentre da una parte la tecnologia ci sta semplificando la vita e aprendo le porte a una serie infinita di possibilità, dall’altra rappresenta anche una seria minaccia per moltissimi lavoratori, e si appresta a rivoluzionare radicalmente tutto il mondo del lavoro. Sono in molti a pensare che ci troviamo alle porte di un’altra rivoluzione industriale, la quarta, che in realtà è già cominciata.

I protagonisti di questa rivoluzione sono ancora una volta loro, le macchine, ma questa volta non parliamo di macchine a vapore o tessitori elettrici come qualche centinaio di anni fa. Oggi ci sono robot, algoritmi, processi di automazione e, soprattutto, Intelligenza Artificiale, che giocheranno un ruolo centrale nella ridefinizione del mondo del lavoro così come lo conosciamo.

Questi temi sono stati al centro del recente World Economic Forum di Davos, in Svizzera, durante il quale sono stati presentati da esperti del settore numerosi studi, dati e statistiche che hanno dipinto una situazione non esattamente rosea per grand parte dei settori lavorativi che oggi occupano milioni di persone in tutto il mondo. Potete trovare i concetti e i dati più nell’infografica sotto questo articolo, realizzata da Recovery Data, azienda specializzata nel recupero dati da dispositivi elettronici.

La quarta rivoluzione industriale è già in corso

La quarta rivoluzione industriale non è un fenomeno che dobbiamo aspettarci fra qualche anno, ma è già in corso e vedrà il pieno compimento nel corso dei prossimi 5-10 anni, durante i quali, secondo molti, verranno persi circa 7 milioni di posti di lavoro. Già oggi, il 45% delle attività normalmente svolte da esseri umani è rimpiazzabile da tecnologie già esistenti.

Negli ultimi 30 anni, infatti, il numero di robot al lavoro all’interno delle fabbriche in tutto il mondo è aumentato notevolmente. Nel 1983 erano 70.000, nel 2014 1.481.000 ed entro il 2023 saranno 3.200.000. In Italia, che è il secondo mercato europeo per quanto riguarda robot e automazione, ci sono 155 robot industriali ogni 10.000 lavoratori, e il numero sale a 900 nel settore automobilistico, uno di quelli che risentirà di più della perdita di posti di lavoro, insieme a quello elettrico ed elettronico, metallurgico, chimico-plastico e alimentare.

In Giappone, l’anno scorso è nata la prima fattoria completamente automatizzata: non c’è nemmeno un essere umano che controlla i processi di produzione delle lattughe, dalla semina al raccolto al confezionamento. Si occupano di tutto macchine e robot e, neanche a dirlo, la produzione quotidiana è passata da 21.000 a 50.000 unità.

Cosa fare per non soccombere?

Ma cosa si può fare per evitare di farsi sopraffare dall’avvento delle macchine intelligenti? L’uomo dovrà essere in grado di reinventarsi e ripensare al lavoro in termini diversi. Bisogna passare da una concezione prettamente fisica del lavoro, come è stato fino ad oggi, per passare a una più creativa, basata sul pensiero critico, il problem solving e l’intelligenza emotiva. Dovremo sviluppare nuove competenze e attuare quella che viene chiamata “The Skill Revolution”.

I lavoratori del futuro dovranno essere altamente specializzati, lavoreranno principalmente come free lance, formando lo “human cloud”, una forza lavoro professionale, indipendente e on-demand. Oggi questo tipo di lavoratori sono il 35% della forza lavoro globale, ma si prevede che entro il 2030 la percentuale salirà al 75%. E voi, siete pronti?

Per scoprire nel dettaglio quali sono le professioni che si perderanno e quali le nuove opportunità che si creeranno a seguito di questa rivoluzione, potete consultare l’infografica e leggere l’articolo completo sul futuro del lavoro.

Il Futuro del Lavoro - La Quarta Rivoluzione Industriale