Il convegno di ESCP Europe si svolgerà oggi, dalle 16 alle 18.30, presso il grattacielo Intesa Sanpaolo di Torino

Human Intelligence in the era of Artificial Intelligence

Il dibattito sui progressi nel campo dell’innovazione non è più appannaggio esclusivo dei ricercatori scientifici, ma coinvolge sempre di più economisti, filosofi, psicologi e sociologi, chiamati a comprenderne non solo gli aspetti teorici e pratici, ma anche etici. Aprire una reale discussione multidisciplinare sulle sue implicazioni nella sfera sociale è diventata una necessità non più rimandabile, ed è il tema della conferenza Human Intelligence in the era of Artificial Intelligence, organizzata da ESCP Europe – la più antica Business School al mondo, nata a Parigi nel 1819 – in programma oggi 21 giugno 2019 dalle 16 alle 18.30 al grattacielo Intesa Sanpaolo di Torino.

In occasione del Bicentenario dalla sua fondazione, una rosa di professori ed esperti di varie discipline cercheranno di capire come le recenti scoperte scientifiche potranno integrare il valore umano dei manager, in un mondo imprenditoriale in cui tecnologie, robot e informazioni digitali giocheranno un ruolo fondamentale, trasformando i processi decisionali, la personalizzazione dei servizi, la velocità e la flessibilità del lavoro. Sul palco dialogheranno Terence Tse, Professore alla Business School ESCP Europe e cofondatore di Nexus FrontierTech; Davide Dattoli, cofondatore e CEO di Talent Garden; Anna Simioni, Advisor a The Boston Consulting Group; e Riccardo Viale, Professore di Scienze Comportamentali ed Economia Cognitiva all’Università degli Studi di Milano-Bicocca.

Terence Tse – esperto di intelligenza artificiale di fama mondiale e contributor di importanti testate tra cui Financial Times, The Guardian e The Economist – porterà la sua esperienza diretta sul campo ed esempi di collaborazione efficace che si stanno già sviluppando: “Prima di tutto, bisogna sfatare il mito che le macchine ruberanno il lavoro agli esseri umani: a meno che non si svolga un singolo compito, in realtà non vedremo mai un’eliminazione di massa dei nostri posti di lavoro; invece, perderemo certamente parte delle nostre attività lavorative. Ecco che allora, in futuro le abilità e competenze cognitive – dalla risoluzione di problemi complessi alla capacità di relazione, dal pensiero strategico alla creatività e all’intelligenza emotiva – diventeranno sempre più importanti per le persone.

Il quesito morale, inoltre, sarà un cruciale: “Le macchine non sono in grado di lavorare in maniera corretta ed etica. Di conseguenza, l’ingiustizia e la discriminazione rischiano di essere automatizzate. Solo coinvolgendo persone provenienti da diversi contesti saremo in grado di risolvere questo problema.”

La discussione è aperta: in assenza di quelle attività che un tempo ci avrebbero tenuto occupati, l’automazione non solo può modificare il nostro comportamento, ma anche affievolire le nostre capacità.

Ad approfondire questo aspetto sarà Anna Simioni: “È tempo di ripensare la visione manageriale della rivoluzione industriale. In futuro avremo a disposizione un numero crescente di dati, ma una capacità inferiore di leggerli e probabilmente ad un ritmo più lento rispetto alle macchine. La complessità del contesto ci impone di ripensare i modelli organizzativi, ma questa può essere un’opportunità per liberare l’autonomia e l’iniziativa delle persone.”

Di flessibilità e adattamento ad un nuovo modo di vivere il lavoro ne parlerà Davide Dattoli, che con Talent Garden ha dato il via libera ad una vera rivoluzione: la cultura dell’innovazione, infatti, spesso nasce e prolifera proprio nei coworking, piccoli ecosistemi dove è possibile interagire e condividere le conoscenze con altre persone e organizzare i tempi di lavoro secondo le proprie esigenze. Anche l’aspetto architettonico e tecnologico di questi spazi non è secondario e contribuisce a lavorare meglio e in modo più produttivo, focalizzando e aumentando le nostre potenzialità e favorendo la contaminazione con altri professionisti.

Riccardo Viale, infine, parlerà dell’uomo tra intuizione e illusione, analizzando le recenti scoperte della psicologia sociale e dell’economia comportamentale per capire come le macchine possono colmare le nostre lacune e viceversa: “Uno studio rivela che circa il 40% delle decisioni sono prese grazie all’intuito del manager e non sulla base dell’analisi di dati. L’IA non ha la sensibilità per gestire eventi e crisi imprevedibili: è quindi necessaria una maggiore consapevolezza della capacità umana di trovare scorciatoie cognitive, le cosiddette abilità euristiche, che ci permettono di attingere alla nostra esperienza quotidiana per sopravvivere e superare ogni ostacolo.”

“In un mondo dove le tecnologie e l’intelligenza artificiale stanno assumendo un ruolo sempre più dominante, è importante chiedersi dove l’uomo può portare valore, su cosa investire e quali competenze sviluppare, conferma Chiara Succi, curatrice della conferenza e Professore Associato di Organizational Behavior all’ESCP Europe.

In questo contesto le Business School giocheranno un ruolo chiave nella formazione della futura classe dirigente. Non si tratta solo di introdurre nuove conoscenze e riqualificare chi già ha un impiego perché siano in grado di accrescere e potenziare le proprie competenze per adattarsi meglio alle future sfide della società e del mercato occupazionale. È necessario avviare anche dibattiti attivi sull’impatto economico e sociale, oltre che aziendale, delle tecnologie.

“La conferenza offre uno sguardo interdisciplinare e una riflessione trasversale sugli scenari futuri e sulle conseguenze che l’intelligenza artificiale avrà tanto sui modelli di business che sulle dinamiche sociali – dichiara Francesco Rattalino, Direttore del Campus torinese della Business School. ESCP Europe si dimostra attenta al cambiamento e aperta ad affrontare in modo plurale e flessibile la dirompente trasformazione in atto a livello globale, preparando i futuri manager ad affrontare un mercato del lavoro in rapida evoluzione.”

Il Bicentenario di ESCP Europe rappresenta un’occasione per riflettere sulla storia, sul futuro e sulla vocazione della scuola a educare i manager di domani. Tutto il 2019 è costellato di eventi – raccolti sotto il cappello dello European Festival: Designing Tomorrow’s Business – che celebrano i primi 200 anni della Business School con una serie di conferenze tra Berlino, Londra, Madrid, Parigi e Torino, che faranno dialogare professori, imprenditori, esperti, politici ed artisti con lo stesso approccio multidisciplinare, multiculturale e umanistico teorizzato dai fondatori – un gruppo di studiosi e uomini d’affari, tra cui il famoso economista Jean-Baptiste Say – e messo in pratica per due secoli nella formazione di intere generazioni di leader europei.

La partecipazione è gratuita con registrazione obbligatoria sul sito dell’evento.