Le auto connesse generano un’enorme quantità di dati e il loro potenziale non coinvolgerà soltanto i produttori di automobili

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 Secondo Gartner, saranno 250 milioni i veicoli connessi entro il 2020, quindi le automobili diventeranno un elemento essenziale dell’IoT, consentendo ed estendendo le funzionalità della guida automatica.

Le automobili moderne sono già abbastanza connesse da consentire ai passeggeri di visualizzare film con il wi-fi a disposizione a bordo, o di chiedere aiuto per un’emergenza premendo un bottone. Ma questo è solo l’inizio. Come indicano anche i dati delle statistiche presentate da Wright riguardo le automobili connesse di Ford, le automobili sono piene di storie da raccontare. Andamento dell’accelerazione e della frenata, quantità di carburante, temperatura del motore, stato della batteria e degli pneumatici sono solo alcuni dei dati che un’auto connessa può fornire. E, chiaramente, può anche comunicare con Internet, scambiando informazioni relative alle condizioni atmosferiche, al traffico, agli avvisi per eventuali lavori e agli eventi che si svolgono nelle città limitrofe… solo per citare alcuni elementi legati alle auto interconnesse.

Il potenziale che le auto connesse potrebbero sviluppare porta al fatto che le case automobilistiche non saranno gli unici produttori coinvolti. Le voci di un progetto per un’auto elettrica di Apple, con il nome in codice Titan, sono così tante che riempiono un’intera pagina di Wikipedia. Il progetto di un’automobile senza autista di Google, poi, non è un segreto. La ricerca sui consumatori di Deloitte afferma che la prossima generazione di guidatori vorrà automobili che siano come “smartphone su ruote”. E aggiunge che, più le aziende di software si addentreranno nel mercato automobilistico, più le case automobilistiche elaboreranno le proprie piattaforme, e si impegneranno al fine di impedire che le automobili si riducano a “dispositivi secondari rispetto al software che hanno a bordo”.

Dato che la tecnologia e le case automobilistiche concorrono alla creazione delle automobili connesse del futuro, il consumatore potrà godere di progressi e innovazioni più veloci. Ma c’è ancora molta strada da fare.

I compiti che attendono gli sviluppatori di auto connesse sono acquisire e analizzare il volume di dati, che Wright, durante l’Analyst Day, ha evidenziato come fisicamente e finanziariamente impossibile, al momento. Inoltre, va svolto anche il complesso lavoro di dare priorità e agire su quei dati che necessitano di essere processati in tempo reale, un aspetto cruciale per un veicolo autonomo che, ad esempio, potrebbe ritrovarsi a percorrere una strada di paese priva di illuminazione, con un cervo che attraversa all’improvviso.

Man mano che le aziende svilupperanno nuove soluzioni, dovranno certamente tenere in considerazione alcuni aspetti fondamentali: performance di alto livello, sicurezza e interconnessione veloce ovunque il guidatore dell’auto connessa decida di andare.

Oltre il confine della rete

Le architetture IT tradizionali, fisse e delimitate all’interno dei confini di un data center aziendale, non sono state ideate per gestire flotte di veicoli connessi. Le aziende che costruiscono auto connesse devono avere la certezza di poter contare su una connettività maggiore anche oltre il confine della rete, dato che questo sarà costantemente plasmato e ridefinito dai propri veicoli. Non è in gioco soltanto la soddisfazione degli utenti, ma anche la loro sicurezza.

Infatti, è necessaria un’architettura IT interconnessa flessibile e dinamica almeno quanto gli utenti finali, che permetta loro di avere accesso a qualunque tipo di informazione stiano cercando, ovunque e attraverso qualsiasi dispositivo.

L’Interconnection Oriented Architecture di Equinix (IOA) è un modello di engagement verificato e ripetibile, che offre alle aziende una traccia per connettere in modo diretto e sicuro persone, luoghi, cloud e dati periferici. Sulle autostrade del futuro, la connettività elevata di una IOA potrebbe avere la stessa importanza della qualità degli pneumatici.