Le barriere principali alla crescita digitale si confermano essere la burocrazia e i sistemi legacy

Italia prima per evoluzione digitale del modello di business

Organizational Agility at Scale: The Key to Driving Digital Growth, nuova ricerca realizzata da Longitude per Workday, ha evidenziato che le aziende italiane sono tra le prime in Europa quando si tratta di innovare il modello di business per favorire la trasformazione digitale. Lo studio ha coinvolto quasi 1.000 imprenditori di Asia, Europa e Nord America. Secondo lo studio, l’82% delle imprese italiane intervistate ha compiuto “progressi significativi” nella trasformazione del proprio business model per la creazione di una gamma di prodotti e servizi digitali, rendendolo uno dei più innovativi in Europa dal punto di vista digitale.

La ricerca si è concentrata su come le organizzazioni possono tradurre i propri investimenti di trasformazione digitale in performance aziendali adeguate. In base ai risultati della ricerca, esiste una forte correlazione tra la crescita dei ricavi digitali e l’Agilità dell’azienda: una serie di comportamenti che aiutano i “leader” a favorire la crescita dei ricavi digitali e spostare la trasformazione digitale da un evento unico a un modo di operare.

Secondo la ricerca, il 53% delle organizzazioni italiane prevede di trarre oltre il 50% dei ricavi dal digitale entro il 2022. Un risultato in linea con gli altri paesi europei come Francia (57%), Germania (55%) e Regno Unito (53%).

Le principali organizzazioni che hanno adottato l’agilità organizzativa hanno il doppio di probabilità di trarre una quota significativa di ricavi dalle nuove proposte digitali e hanno probabilità 10 volte superiori di reagire ai cambiamenti del mercato con agilità e velocità, facendo crescere maggiormente i ricavi digitali.

Le barriere alla crescita digitale

Nonostante la leadership europea nell’innovazione digitale, “i vincoli dei sistemi IT legacy” (33%) e la “mancanza di competenze” (33%) sono stati indicati dai business leader italiani come i primi tre ostacoli alla possibile crescita digitale.

I risultati della ricerca hanno identificato cinque caratteristiche delle organizzazioni agili, con diversi livelli di utilizzo e maturità nei vari paesi:

  • Consentire la pianificazione continua – le organizzazioni possono pianificare in modo dinamico e reagire con rapidità al variare delle condizioni di mercato e alle potenziali minacce nei confronti dell’azienda. In particolare, i leader in Italia hanno indicato le tecnologie legacy poco flessibili (33%) e la difficoltà nell’allineare i giusti stakeholder interni (27%) come i due ostacoli principali all’adozione della pianificazione continua.
  • Costruire strutture e processi fluidi – le organizzazioni possono costruire strutture e processi flessibili per adattarsi ai cambiamenti dei piani aziendali, e disporre di sistemi per comprendere quali competenze sono carenti. Oltre la metà degli intervistati italiani (55%) ha dichiarato che le gerarchie tradizionali spesso rendono l’organizzazione troppo lenta per sfruttare le nuove opportunità. Al di là della cultura, il 33% degli intervistati ritiene che la colpa sia da attribuire alle tecnologie legacy.
  • Migliorare le competenze della forza lavoro – le aziende leader di tutto il mondo hanno in programma l’aumento delle competenze di almeno il 75% della forza lavoro per soddisfare le necessità del mondo del lavoro futuro. La capacità di utilizzare nuovi strumenti e tecnologie (39%) e l’agilità cognitiva per affrontare il cambiamento costante (33%) sono ai primi posti tra le competenze ritenute più preziose per la forza lavoro italiana nei prossimi anni.
  • Dare ai dipendenti la possibilità di decidere – le aziende forniscono ai lavoratori le informazioni giuste al momento giusto affinché possano decidere nel modo migliore per l’azienda. Quasi la metà degli intervistati italiani (43%) afferma che nelle loro organizzazioni i dati restano in grande misura confinati all’interno dei team funzionali oppure sono obsoleti.
  • Accettare le misurazioni e i controlli – le aziende dispongono di misurazioni e controlli adeguati, precisi e tempestivi, che permettono loro di capire se un nuovo prodotto o servizio è redditizio. Quasi la metà (45%) dice di non disporre dei KPI per misurare il successo nell’epoca digitale.

“Il futuro appartiene alle aziende agili, ha dichiarato Pierre Gousset, vice presidente EMEA, Workday. Quando le aziende comprendono l’importanza dell’agilità e si attrezzano per raggiungerla, ottengono risultati migliori rispetto a quelle che non lo fanno. La tecnologia ha un ruolo fondamentale nell’aiutare le organizzazioni a diventare più agili, ma questo cambiamento non riguarda solo il modo in cui un’azienda innova e realizza nuovi prodotti e servizi. Le aziende che progettano di avere successo hanno una visione olistica dell’agilità e forniscono alla forza lavoro le competenze, gli atteggiamenti e gli strumenti per pensare e agire in modo rapido. Per chi è in ritardo: potete ancora farcela, ma il tempo sta passando.”

Stefano Brandinali, Group CIO e Chief Digital Officer di Prysmian Group, ha commentato: “Per essere leader in futuro è essenziale essere agili e in Prysmian Group abbiamo posto le ambizioni digitali al centro della strategia. Il nostro approccio alla trasformazione digitale punta a digitalizzare l’intera organizzazione e fa parte di quello che definiamo il ‘digital plancton’, ossia un coinvolgimento graduale e naturale di tutte le persone all’interno dell’azienda con lo scopo di diventare sempre più agili.”

Mariano Corso, Docente del Politecnico di Milano e Responsabile Scientifico degli Osservatori HR Innovation Practice e Cloud Transformation, ha commentato: “Anche le imprese italiane, al pari di quelle europee, hanno compiuto progressi significativi, ma rimane ancora molto da fare. Ogni azienda deve saper identificare le problematiche e i rallentamenti che impediscono di diventare leader e aumentare i ricavi digitali. L’agilità è diventata un fattore critico alla base di una trasformazione digitale più rapida permessa dall’innovazione e dal coinvolgimento di tutti.”