Le donne possono portare competenze fondamentali per l’ideazione di prodotti innovativi

woman and business plan

 

CA Technologies, in collaborazione con Fondazione Sodalitas e Netconsulting cube, ha pubblicato una nuova ricerca dal titolo “Innovazione al femminile: tecnologia, cultura umanistica e creatività – Il futuro è STEAM: Science, Tech, Engineering, Arts & Math”. I risultati sottolineano e confermano la scarsa presenza femminile nell’ambito delle nuove professioni create dall’economia digitale, e introduce la possibilità di coniugare le competenze tecnico-scientifiche con quelle artistico-umanistiche per guidare l’innovazione.

“La pervasività della tecnologia nelle nostre vite evidenzia sempre più la necessità di figure professionali formate nel mondo tecnico e scientifico, ma anche di alcune risorse di affiancamento dotate di competenze e inclinazioni umanistiche e artistiche”, ha commentato Michele Lamartina, Amministratore Delegato di CA Technologies. “Quanto emerge dallo studio risulta coerente con la crescente esigenza, da parte delle aziende, di creare innovazione”.

L’indagine – condotta su un campione di 110 intervistati tra Responsabili delle Risorse Umane e Direttori dei Sistemi Informativi di aziende italiane e su 210 studenti di Licei e Istituti Professionali – fotografa un contesto in cui appare ormai evidente la centralità delle tecnologie digitali nelle strategie delle aziende: il 42% dei Direttori dei Sistemi Informativi coinvolti le sta introducendo per migliorare i processi, il 14% per rendere più competitiva l’offerta di prodotti e servizi e il 38% per portare l’innovazione in entrambe le aree.

I risultati della ricerca confermano inoltre che le tecnologie digitali stanno accelerando anche la trasformazione dei modelli organizzativi delle aziende, oggi orientate soprattutto a ricercare una maggiore interazione tra la divisione Information Technology e le linee di business e una collaborazione più integrata ed efficace con fornitori e partner. In altre parole, si sta mettendo in pratica il concetto di “azienda aperta”, di cui si discute da tempo, anche in termini di creazione di team interdisciplinari e multifunzionali (45%) e di nuove figure professionali (45%). A questo proposito, ben il 32% delle realtà coinvolte ha istituito una funzione espressamente dedicata all’innovazione che, nel 67% dei casi, risiede all’interno della struttura Sistemi Informativi, dimostrando ancora una volta che la tecnologia è il vero motore dell’innovazione.

Donne e percorsi STEM: universi paralleli?

Pur trattandosi di team di nuova concezione, quelli dedicati all’innovazione rivelano però una composizione fortemente sbilanciata verso la presenza maschile, con un rapporto medio di 9 a 2. Anche in questo caso, dunque, si conferma la scarsa presenza di donne negli ambiti lavorativi tecnico-scientifici, una situazione che per il 72% dei Responsabili delle Risorse Umane si deve in larga parte alla scarsità di laureate in discipline STEM (Science, Technology, Engineering and Math).

Eppure, secondo i risultati dell’indagine di CA Technologies, chi si occupa di risorse umane riconosce il ruolo delle donne nel cammino verso l’innovazione: l’83%, per esempio, si dice molto o abbastanza d’accordo sul fatto che, all’interno dei team di sviluppo, possano dare un significativo valore aggiunto alla creazione di prodotti e servizi in grado di cogliere maggiormente e indirizzare meglio le esigenze dell’utenza femminile. Ancora più importante il fatto che l’84% degli stessi intervistati ammetta che una maggiore presenza di donne negli ambiti tecnico-scientifici potrebbe avere un impatto sulla crescita del business aziendale.

Le donne inoltre possiedono alcune delle competenze maggiormente richieste nei processi di innovazione. Secondo i risultati dell’indagine, per i Direttori dei Sistemi Informativi le soft skill più ricercate per abilitare i processi innovativi sono l’apertura al cambiamento, la capacità di problem solving, la propensione alla collaborazione e al team working e il pensiero laterale. Il 72% dei Responsabili delle Risorse Umane riconosce alle donne particolari attitudini proprio nei primi due ambiti, e gli stessi Direttori dei Sistemi Informativi ritengono l’universo femminile particolarmente portato per il problem solving (77%) e per il pensiero laterale (64%).

“Invertire il trend che vede le donne ancora ai margini nel coinvolgimento e nelle possibilità di carriera in professioni STEM rappresenta un imperativo per la crescita economica del nostro Paese, ma le azioni da enfatizzare devono far parte di un ampio progetto a lungo termine che coinvolge attori e ambiti diversi (scuola, famiglie, aziende, organizzazioni no profit, …) con azioni incisive di sensibilizzazione e informazione delle ragazze, dalle scuole elementari alle medie fino alle superiori. In questo senso, nell’ambito del nostro programma di responsabilità sociale Create Tomorrow, ormai da qualche anno siamo impegnati con Fondazione Sodalitas, Programma il Futuro (CINI e MIUR) e alcune scuole elementari, medie e superiori a Milano e Roma per diffondere l’importanza della cultura tecnico-scientifica presso gli studenti, creando iniziative ad hoc soprattutto per facilitare le ragazze nello scoprire ruoli e settori a loro ancora poco noti verso cui orientarsi per la futura realizzazione professionale”, ha aggiunto Lamartina.

In questo senso, i risultati delle interviste condotte sul campione degli studenti confermano come informazione e formazione siano indispensabili. Sebbene infatti il 70% dei ragazzi e il 59% delle ragazze intervistate affermino di non essere influenzati dai genitori nella scelta del percorso di studi e di carriera, il 23% di queste ultime dichiara di essere indirizzato verso una formazione umanistica (contro il 6% dei ragazzi) mentre solo al 12% viene suggerito un percorso di studi STEM (rispetto al 21% dei ragazzi). Spostando l’attenzione sulle propensioni personali, inoltre, solo il 30% delle ragazze ha risposto di sentirsi portato per la matematica (contro il 50% dei ragazzi) ammettendo di puntare maggiormente su buone capacità di esposizione (61%) e di scrittura (63%).

Risultati in linea con quanto emerso a livello di scuola superiore si ritrovano nei dati relativi all’orientamento universitario: solo il 30% delle ragazze ha intenzione di intraprendere un corso di laurea STEM, contro il 53% dei ragazzi. Attenzione però: le ragazze che propendono per una scelta tecnico-scientifica si indirizzano soprattutto verso Medicina (88%, contro il 12% dei maschi) e Chimica (58% contro 42%), dimostrando scarso interesse per facoltà come Fisica (30%), Informatica (33%), Matematica (36%) e Ingegneria (39%), preferite dai colleghi maschi con percentuali anche più che doppie.

Appare conseguentemente influenzata anche la scelta del settore per una possibile futura collocazione nel mondo del lavoro: mentre il 66% dei ragazzi è interessato ad una occupazione nel mondo della tecnologia, solo il 35 % delle ragazze dichiara altrettanto, svettando nelle preferenze soprattutto in ambito Sanità (38%), Finanziario (26%), Artistico (21%) e Legale (18%). Coerente con quanto emerso in merito alle preferenze per i settori nei quali cercare una occupazione appare la scelta delle funzioni aziendali verso le quali le ragazze provano maggiore interesse: la direzione Sistemi Informativi risulta essere infatti quella meno attrattiva, solo il 2% delle giovani intervistate prevede una futura occupazione all’interno di questa divisione aziendale. Di contro, il 22% delle ragazze punta all’area Ricerca & Sviluppo.

Un’alta percentuale del campione, di entrambi i sessi, concorda tuttavia sull’importanza delle competenze digitali ai fini delle future prospettive di occupazione: sono fondamentali per il 31% delle ragazze e per il 34% dei ragazzi, e sono molto importanti per il 58% delle ragazze e il 59% dei ragazzi.

Le nuove figure professionali create dall’economia digitale

I risultati della ricerca di CA Technologies evidenziano anche tendenze molto chiare in termini di nuove professioni create dall’economia digitale e di futuro sviluppo occupazionale.

Tra le figure professionali già oggi in forza nei dipartimenti ICT e per le quali si prevedono assunzioni anche nei prossimi tre anni, la componente di estrazione digitale è molto forte. In cima alla classifica dei profili digitali innovativi che si stanno affermando all’interno delle aziende intervistate troviamo quest’anno il Cyber Security Expert (50% dei casi), il Digital Strategist / Information Officer (42%), il Data Protection Officer (37%), il Big Data Engineer (30%) e il Data Scientist (27%) a pari merito con il Cloud Computing Engineer (27%). Anche nella maggior parte di questi ruoli, però, la presenza femminile è sempre in significativa minoranza, con scarti particolarmente decisi in alcuni casi: il 100% dei Data Protection Officer è uomo, così come l’82% dei Cyber Security Expert, il 70% dei Cloud Computing Engineer e il 60% dei Digital Strategist / Information Officer.

C’è però un’importante novità rispetto al recente passato. Secondo i Direttori dei Sistemi Informativi coinvolti nell’indagine, infatti, in futuro gli esperti in materia di cyber sicurezza, digital strategy, data protection, big data, data science e altre tecnologie innovative quali l’intelligenza artificiale e la robotica saranno sempre più affiancati anche da risorse con profili umanistici, primi fra tutti i laureati in filosofia, sociologia, antropologia, psicologia e design.

In altre parole, si comincia a vedere nell’inserimento di competenze umanistiche all’interno dei team tecnici la formula ideale per creare prodotti e servizi sempre più innovativi. In pieno accordo con il parere dei loro colleghi in ambito Risorse Umane, i Direttori dei Sistemi Informativi ritengono inoltre che l’abbinamento di skill tecnici e umanistici possa ulteriormente rafforzare la capacità di problem solving e stimolare maggiore creatività.