Analizzati commenti legati alle prossime elezioni: dal 1 gennaio si contano già 135.000 commenti estremamente offensivi

Analizzati commenti legati alle prossime elezioni: dal 1 gennaio si contano già 135.000 commenti estremamente offensivi.

In questa ultima fase della campagna elettorale, programmi e candidati sono stati pubblicati. Come stanno rispondendo gli italiani?

Dall’inizio dell’anno D-Link ha analizzato quasi 2 milioni di contenuti (tweet e commenti) legati alle elezioni 2018. Si tratta di messaggi verso candidati, partiti, o altri elettori. Ciò che emerge è che il 38% di questi (circa 750.000) è connotato da negatività, e ben 135.000 contengono volgarità o insulti espliciti. I messaggi che augurano la morte (o minacciano di uccidere) sono più di 15.000, quelli che contengono riferimenti alla violenza quasi 19.000. Solo l’11% dei contenuti è etichettabile come positivo.

Prendendo come base solo i commenti con insulti e volgarità, scopriamo che l’elettore più “arrabbiato” è uomo (68% contro il 32% delle donne) e vive nel Lazio (regione che, nonostante produca meno contenuti in termini assoluti, precede la Lombardia di ben 6 punti).

Facendo invece un rapporto su tutti i contenuti su base regionale, si deduce che i più scontenti sono gli abitanti del centro nord: l’Emilia Romagna conta il 29% di contenuti negativi rispetto a quelli prodotti, Toscana 28%, Lazio 26%, Lombardia 25% e Piemonte 25%.

Verso chi è indirizzato l’odio online?

Il leader di partito più preso di mira è Silvio Berlusconi, destinatario del 23% degli insulti personali, seguito da Salvini e Renzi, entrambi al 21%. Ci si accanisce meno sulle persone di Di Maio e di Grasso (rispettivamente a quota 11% e 8% delle ingiurie).

La classifica cambia se analizziamo l’astio verso i partiti politici: da questa prospettiva l’accanimento è indirizzato al PD (39%) e al M5S (34%). A seguire Lega (12%), Casapound (5%) e, per ultima, Forza Italia (4%).

I momenti più critici di questa campagna

4 gennaio (sacchetti bio), 10 gennaio (Berlusconi supporta la candidatura di Fontana), 18 gennaio (cambio del simbolo M5S), 29 gennaio (presentazione delle liste), 3 febbraio (fatti di Macerata), 12 febbraio (Museo Egizio).

Questi dati sono drammatici perché evidenziano come si stia diffondendo una dialettica della violenza che viaggia soprattutto online. Ormai non è più possibile fare a meno di internet ma proprio per questo bisogna capire che non ci può più essere distinzione tra un comportamento online e offline, le conseguenze sono sempre reali” ha dichiarato Stefano Nordio, VP D-Link Europe.