Lo SWIFT Institute presenta un nuovo documento di lavoro sull’Open Banking e sul possibile impatto dell’adozione di API pubbliche (Open API) nel settore dei servizi finanziari

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Lo studio “The API Economy and Digital Transformation in Financial Services: The case of Open Banking” condotto da Markos Zachariadis e Pinar Ozcan della Warwick Business School, University of Warwick e pubblicato dallo SWIFT Institute, ha come obiettivo quello di offrire uno strumento incisivo per le istituzioni finanziarie, per le startup fintech, le aziende tech e le autorità di vigilanza. L’utilizzo di Open API dovrebbe apportare benefici in termini di efficienza e di miglioramenti per i clienti finali, utilizzando al massimo la capacità e l’inventiva che terze parti esterne possono apportare al settore dei servizi finanziari.

Secondo lo studio, la direttiva europea PSD2 (Payment Services Directive) dovrebbe aprire ulteriormente il mercato europeo dei pagamenti entro la fine del 2017 e incentivare la competizione, soprattutto nell’area pagamenti. Allo stesso modo, il Governo britannico, nell’ottica di avviare iniziative di data sharing e open data in ambito bancario, ha richiesto la nascita di un Open Banking Working Group (OBWG) nel 2015. L’obiettivo del gruppo di lavoro – che riunisce professionisti del settore bancario, Fintech e open data – è quello di sviluppare uno standard per l’adozione di API pubblici (Open API) per l’intero settore bancario e di comprendere gli impatti di questo su consumatori, autorità di vigilanza e sull’intero settore.

L’obiettivo di questo studio dello SWIFT Institute è quindi quello di contribuire a sviluppare il dibattito su alcune delle principali sfide e opportunità relative all’utilizzo delle API pubbliche (Open API).

La ricerca analizza inizialmente le teorie più rilevanti alla base della nascita di nuove strutture organizzative e modelli di business nell’era digitale, in modo da contribuire ad anticipare l’impatto dell’adozione di API pubbliche (Open API). Lo studio passa poi ai risultati delle principali sfide e opportunità che gli API presentano al settore bancario nel Regno Unito e in Europa, seguiti da un’introduzione al quadro regolatorio di OBWG e PSD2.

Peter Ware, Director dello SWIFT Institute ha dichiarato: “Le API pubbliche (Open API) sono un ottimo esempio di come le banche siano oggi attivamente coinvolte nel processo di innovazione ed evoluzione dei servizi finanziari. L’implementazione delle API pubbliche comporterà un cambiamento nell’organizzazione e nella struttura del modello di servizi finanziari come finora conosciuti. Dallo studio emerge infatti come le grandi istituzioni non affrontino solamente le sfide che inevitabilmente vengono loro proposte, ma come queste svolgano anche un ruolo attivo nella riduzione delle incertezze, diventando primi utilizzatori e avvantaggiandosene.”

Il progetto di ricerca è stato originariamente suggerito dal NatWest al SWIFT Institute. Marion King, Director of Payments at NatWest ha commentato, “L’Open Banking e lo sviluppo di ecosistemi API sono iniziative interessanti che consentiranno ai consumatori di trarre vantaggio da nuovi prodotti e servizi che andranno a migliorare la gestione delle loro finanze. I nostri clienti hanno infatti bisogno di servizi semplici, sicuri e applicabili. Solo con l’utilizzo dell’open banking e delle API, combinate con le strategie esplorate in questo documento di ricerca, ifornitori saranno in grado di offrire i prodotti innovativi e i servizi che i clienti si aspettano”.

Markos Zachariadis commenta, “Lo SWIFT Institute, con questo studio, ci ha dato l’opportunità di svolgere un primo approfondimento e avere un panorama sulla trasformazione digitale nei settori bancari europei e britannici in relazione alle recenti riforme normative.” Pinar Ozcan aggiunge, “Siamo entusiasti di aver lanciato un progetto di ricerca presso la Warwick Business School e non vediamo l’ora di approfondire gli insight sulle ricerche, mentre continuiamo a studiare i cambiamenti del settore e a collaborare con il settore bancario e lavoriamo in collaborazione con l’industria bancaria e con i decisori politici”.