Nel corso di un confronto pubblico, promosso da AssoSoftware, Istituzioni e rappresentanti del Governo hanno rappresentato i valori in gioco nella sfida digitale

Presso la Sala degli Atti parlamentari della Biblioteca del Senato “Giovanni Spadolini”, si è svolto il confronto pubblico tra esponenti del Governo e delle Istituzioni e rappresentanti del mercato sul tema “Fatturazione elettronica e conservazione digitale: siamo sulla strada giusta?”.

Il dibattito, moderato da Francesco Di Mario, caposervizio del TG1 Rai, ha visto la partecipazione del Vice Ministro Enrico Zanetti, di Rossella Orlandi Direttore dell’Agenzia delle Entrate, di Maria Pia Giovannini di AGID, di Roberto Cunsolo Consigliere Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili, di Bonfiglio Mariotti presidente AssoSoftware, di Giancarlo Rinaldi di Intesa Sanpaolo, di Danilo Cattaneo Amministratore Delegato Infocert Spa e di Angelo Cian di Zucchetti.

Due relazioni hanno introdotto i lavori: Irene Facchinetti, Direttore dell’Osservatorio Fatturazione elettronica e Conservazione digitale del Politecnico di Milano ha rappresentato i valori in gioco nella sfida digitale, sottolineando due punti di debolezza del Dgls 127/2015: la gratuità degli strumenti previsti rispetto all’offerta del mercato e la parzialità della soluzione rispetto alla complessità gestionale delle imprese.

La proposta di AssoSoftware è stata sintetizzata nell’intervento di Roberto Bellini che ha ribadito, da un lato la posizione favorevole dell’associazione all’obbligo di trasmissione dei dati all’Agenzia delle Entrate, a incentivi più coraggiosi per chi adotta Fatturazione elettronica e Conservazione digitale, a crediti di imposta per la digitalizzazione delle imprese, e, dall’altro un no deciso a regimi facoltativi e onerosi per le imprese, all’illusione che strumenti parziali e gratuiti siano la soluzione del problema, al denaro pubblico speso per soluzioni non efficaci e che non rispettano la libera concorrenza.

Il Vice Ministro Zanetti ha affermato che sul fronte della fatturazione elettronica non può essere imposto alcun obbligo, che lo stato deve offrire un servizio gratuito e che, come cittadino, sarebbe stupito se non lo facesse. Ha dichiarato che gli strumenti gratuiti risponderanno a esigenze di base e non saranno in concorrenza col mercato.

Orlandi ha sottolineato che semplificare e innovare sono leve di sviluppo. Idealmente, secondo il direttore dell’Agenzia delle Entrate, l’obbligo dell’invio dei dati è un obiettivo a cui tendere con gradualità e sarebbe la soluzione per dare servizi ai cittadini e semplificare i controlli. In questa prospettiva sarebbe utile un ripensamento in tal senso nei prossimi interventi dell’esecutivo.

Nel suo intervento, Giovannini ha chiarito che il ruolo del privato resta fondamentale dato che la struttura delle microimprese è impreparata. Lo stato ha bisogno di dati e in questo contesto deve fare scelte sussidiarie e condividere con i privati l’azione di acculturazione digitale delle imprese.

In materia Fatturazione elettronica e Conservazione digitale”, ha affermato Mariotti, presidente di AssoSoftware, “abbiamo fatto importanti investimenti che spero vadano nella direzione giusta. Salutiamo con favore l’impegno preso qui dalle istituzioni di mantenere minimale il livello di servizio per le microimprese. Riteniamo necessario attivare un credito di imposta per l’adozione di soluzioni software da parte delle imprese così come avviene per i registratori di cassa. Ribadiamo che l’obbligo dell’invio dei dati fiscalmente rilevanti sarebbe un passo da fare così come già avveniva per l’obbligo della trasmissione dei corrispettivi da parte della GDO”.

Secondo Roberto Cunsolo, le microimprese richiedono un supporto nel percorso di digitalizzazione. I commercialisti possono avere un ruolo attivo per accompagnarle in questo percorso.

Di fronte ai possibili sviluppi nell’ambito della fatturazione elettronica B2b, Angelo Cian di Zucchetti ha ribadito che non servono soluzioni gratuite perché il settore privato ha già effettuato consistenti investimenti per offrire alle imprese di ogni dimensione soluzioni in grado di soddisfare tutte le esigenze. Occorrono invece regole certe e chiare. In una situazione di confusione normativa e con uno stato che si propone come player di mercato, alcune software house potrebbero abbandonare il settore e lasciare spazio libero all’ingresso di multinazionali straniere a scapito del made in Italy.

Per Rinaldi di Intesa, le banche hanno da sempre creduto nella fatturazione elettronica e ci credono ancora anche se i segnali del mercato sono ancora molto deboli e se il regime opzionale rischia di essere un passo falso. In questa prospettiva occorrono soluzioni integrate così come, ad esempio, i servizi finanziari.