Nonostante il cloud continui a crescere a ritmo sostenuto emergono nuovi fattori critici per l’adozione

Oltre il 90% delle aziende ritiene che il cloud permetta loro di innovare più rapidamente. Lo studio condotto da IDG Connect per conto di Oracle rivela che oltre la metà delle aziende (51%) avrà raggiunto la maturità cloud entro due anni, ed evidenzia che le loro preoccupazioni e considerazioni chiave relative al passaggio al cloud si sono evolute.

Per quanto riguarda il cloud ibrido i tradizionali ostacoli, quali le preoccupazioni relative alla sicurezza, sono state sostituite da timori di tipo operativo quali la gestione di molteplici architetture IT e l’ampiezza di banda della rete.  Chi invece sta realizzando infrastrutture cloud private continua a considerare la sicurezza il principale fattore critico. 
            
Quando si tratta di identificare l’elemento più importante per realizzare infrastrutture cloud private e ibride di successo, la risposta più frequente data dai manager intervistati per lo studio è stata “conquistare il supporto dei principali responsabili delle decisioni aziendali”; questo indica che anche altre funzioni di business oltre all’IT hanno influenza sulla scelta di passare al cloud. Inoltre, i dati evidenziano che il ruolo dei CIO è più importante che mai, per coordinare fra loro multiple architetture ed anche per comunicare in modo efficace all’azienda nel suo complesso i benefici dell’adozione del cloud.
Di seguito i principali risultati della ricerca.            

  • Il 92%  degli interpellati ha affermato che il cloud permette una più rapida innovazione in azienda; il 73% conferma che è di supporto per la fidelizzazione dei clienti esistenti, il 76% sostiene che li aiuta a conquistare nuovi clienti
  • Un’azienda su cinque (19%) ha già raggiunto la “maturità cloud”;  oltre la metà (51%) la raggiungerà entro i prossimi due anni.
  • Gli intervistati hanno indicato che gli elementi più importanti per implementare con successo il passaggio al cloud ibrido sono: conquistarsi il sostegno delle figure decisionali chiave in azienda; ottenere efficienze di costo (25%);  costruire una collaborazione forte con il proprio fornitore (22%)
  • Le principali barriere all’adozione del cloud ibrido sono: la gestione di molteplici architetture IT (60%), l’ampiezza della banda della rete (57%), la relazione con i fornitori IT (52%).

Johan Doruiter, Senior Vice President of Systems, EMEA, di Oracle ha commentato: “Il cloud sta rapidamente raggiungendo la maturità e stiamo assistendo a un cambiamento nel modo in cui le imprese ne percepiscono i principali vantaggi e le barriere all’adozione. La sicurezza dei dati e l’affidabilità, che erano aree tradizionali di preoccupazione, stanno perdendo posizioni ed anzi vengono menzionate dalla maggior parte delle aziende tra i principali vantaggi che si possono trarre dall’adozione del cloud”. “Queste preoccupazioni tradizionali sono state sostituite da preoccupazioni di tipo operativo, come la difficoltà di gestire più architetture IT e assicurarsi di avere sufficiente banda. Per le aziende che si stanno avvicinando alla maturità cloud è sempre più importante avere la capacità di monitorare e gestire in modo unificato e consolidato infrastrutture cloud pubbliche, private e ibride”.

La differente attenzione nei confronti della sicurezza nell’implementazione di cloud privati e ibridi è comprensibile”. “Per le aziende che si stanno concentrando sul cloud privato, la sicurezza è una preoccupazione primaria, e un indicatore del fatto che si stanno trasferendo in cloud i workload aziendali. Le aziende che hanno un mix ibrido di servizi on premise e in cloud pubblico hanno compreso i vantaggi che derivano dall’apertura delle loro infrastrutture a partner e clienti e come risultato si sono aperte in parallelo ad incrementare la forza, la maturità ed il livello di sofisticazione dei loro sistemi di sicurezza”, ha affermato Bob Johnson, Vice President and Principal Analyst di IDG Connect.