Roberta Ranzo, Business Manager Enterprise Informatics Philips Italia, Israele e Grecia, ci regala in questo articolo uno spaccato sulla sanità del futuro, spinta dagli investimenti legati al PNRR e all’affermarsi di nuove tecnologie, a partire dall’intelligenza artificiale.
Che ruolo pensate che avrà il PNRR nella realizzazione di un modello sanitario digitale? È uno strumento in cui si crede ancora?
“Il PNRR rappresenta una grande opportunità per il Paese per poter digitalizzare il sistema sanitario e creare infrastrutture digitali capaci di far dialogare dati e informazioni diversi, indispensabili per innestare un sistema di digital health efficace. Abbiamo l’occasione di ammodernare il parco tecnologico che in Italia è particolarmente obsoleto, con 18.000 apparecchiature per la diagnostica che hanno più di dieci anni, rendendole più sicure e precise. Inoltre, l’obiettivo di disegnare un’assistenza sanitaria più vicina al paziente, con il potenziamento della medicina territoriale e quella da remoto permetterà di erogare le cure in modo più efficiente a vantaggio di medici e pazienti senza sovraccaricare gli ospedali. Per questo crediamo che il PNRR sia uno ancora un valido strumento in cui credere”.
Si parla tanto di intelligenza artificiale: quali sono le principali applicazioni che vedremo di questa tecnologia nell’ambito sanitario nel 2024? E perché comunque l’uomo rimane centrale?
“L’intelligenza artificiale in sanità sta crescendo a ritmi esponenziali e continuerà anche per il 2024 ad avere un ruolo strategico. Le applicazioni sono vaste e in continua espansione come l’imaging, con la possibilità di elaborare più velocemente e in maniera più accurata immagini diagnostiche a supporto della valutazione clinica e per automatizzare alcuni processi a vantaggio dell’efficienza operativa. L’IA ha un ruolo importante in ottica di monitoraggio e prevenzione perché consente di mettere in correlazione i dati di un paziente con altri migliaia di casi clinici analoghi e le informazioni relative all’ambiente in cui vive, ai sui stili di vita. Per Philips il valore dell’IA si fonda sull’esperienza umana che supporta e su una profonda conoscenza clinica. Solo in questo modo è possibile creare soluzioni di IA integrate perfettamente nei flussi di lavoro degli operatori sanitari a supporto di ogni fase del percorso di salute”.
Cosa dobbiamo aspettarci in futuro dalla Digital Health? Quali saranno le tecnologie che, secondo voi di Philips, la faranno da padrone?
“La carenza di personale specializzato, le disparità di accesso alle cure e l’impatto ambientale sono alcune delle sfide a cui il sistema sanitario è chiamato a rispondere e le nuove tecnologie saranno sempre più determinanti per vincerle. Innanzitutto, l’intelligenza artificiale utilizzata per accelerare le attività di routine, e in ottica predittiva per rilevare tempestivamente potenziali rischi per la salute. Altre aree chiave sono l’interoperabilità tra dati e informazioni provenienti da dispositivi e sistemi medici diversi e la collaborazione virtuale. Grazie al cloud sarà infatti possibile estendere le cure specialistiche al di fuori delle mure ospedaliere, in modo che i medici possano collaborare a distanza, confrontarsi su referti e diagnosi e comunicare con i pazienti. Infine, grazie a una maggior consapevolezza sull’effetto che la salute ambientale ha su quella umana, la vera sfida per il futuro della digital health sarà ridurre, grazie all’innovazione e allo sviluppo di nuove soluzioni secondo principi di ecodesign ed economia circolare, l’impatto ambientale dell’assistenza sanitaria per renderla più sostenibile”.