Experian racconta di un’Italia spaccata in due ma dove il focus centrale, per tutti, sarà il miglioramento dell’esperienza del cliente

Cristina Iacob, Experian
Cristina Iacob, Experian

“Molte aziende hanno già iniziato il processo di digital transformation, anche se spesso con un approccio ancora timido e titubante, privo di una visione chiara e condivisa. Per affrontare tale processo è necessaria una roadmap chiara e soprattutto un cambiamento di mentalità e una ridefinizione dei processi – esordisce Cristina Iacob, Commercial Strategy Director Italy, Balkans, Turkey & ME di Experian -. Non è una cosa che avverrà in tempi brevi, si tratta secondo noi di un percorso lungo che durerà all’incirca fino al 2030″.

In Italia invece come sono messe le imprese?

“In realtà, l’Italia è composta da due macro-realtà, ben distinte tra loro. Da una parte ci sono le grandi aziende che operano a livello mondiale e utilizzano risorse finanziarie importanti per gestire al meglio questo processo di trasformazione globale. Dall’altra parte ci sono centinaia di migliaia di PMI, con poche decine o centinaia di dipendenti, che non possiedono le competenze e le risorse economiche per affrontare tale processo, e quindi si limitano a una normale amministrazione”.

Ma come evolverà quindi il processo di digital transformation? Quali sono i trend per il 2020?

“La trasformazione digitale continuerà e avrà come focus centrale il miglioramento dell’esperienza del cliente. Sarà quindi incentrata sull’ottimizzazione di processi finora farraginosi, approssimativi o inefficienti, come il miglioramento delle attività di onboarding o dell’erogazione e distribuzione di informazioni per migliorare la qualità dell’interazione con i clienti. L’artificial intelligence continuerà la sua inarrestabile avanzata, sotto le sue varie forme – tra cui algoritmi di machine learning e assistenti virtuali. Infine, ci aspettiamo di vedere progetti importanti sulla parte di Open Banking attiva, quindi nuovi modelli di business da parte di banche e società di pagamenti che porteranno a un miglioramento dei servizi rivolti ai clienti finali, sia consumatori che imprese”.

Experian come si sta attrezzando per rispondere a queste esigenze?

“Stiamo anticipando queste tendenze e stiamo lavorando già da tempo con diverse realtà importanti sui temi della trasformazione digitale in particolare sul digital onboarding. In ambito Open Banking abbiamo sviluppato una piattaforma modulare di servizi per supportare diversi casi d’uso come per esempio il digital lending. Uno degli elementi innovativi di questa piattaforma è Trusso, un motore di categorizzazione basato su algoritmi di machine learning, che consente di trasformare il dato transazionale da semplice informazione in conoscenza utile al business”.

Le sfide invece che le aziende si troveranno ad affrontare quali saranno?

“Il processo di digital transformation è un percorso di innovazione che, con l’ausilio di soluzioni tecnologiche, permette di semplificare, ridisegnare e migliorare i processi di produzione riducendo gli errori dovuti a attività manuali. Non è una semplice innovazione tecnologica, dunque, ma si ripromette di modificare in modo sostanziale la cultura e le strategie aziendali”.

Come intendete sostenerle?

“A supporto dei progetti e delle iniziative di digital transformation, Experian è in grado di offrire un pacchetto chiavi in mano, composto da soluzioni tecnologiche e competenze approfondite, grazie alla stretta collaborazione sviluppata con le aziende per raggiungere insieme gli obbiettivi prefissati”.

In cosa si differenza Experian?

“Quello che ci differenzia è il nostro approccio pragmatico. Siamo una multinazionale e come tale l’innovazione che portiamo in Italia si basa su competenze comprovate su mercati che in certe aree sono più mature di noi. Quando si parla di Open Banking, ad esempio, il Regno Unito precede di 18 mesi gli sviluppi che stiamo vivendo oggi grazie alla PSD2 in Europa e, quindi, anche in Italia”.

Gli obiettivi per il prossimo anno?

“Essere sempre più presenti nelle realtà dei nostri clienti per supportarli nelle loro sfide di business, e collaborare in modo più stretto con loro per creare innovazione che si rifletta sulla loro cultura aziendale e di conseguenza anche sui risultati economici”.