
Anitec-Assinform ha presentato, presso il Politecnico di Milano, i risultati dell’analisi affidata al gruppo di ricerca della School of Management del Politecnico di Milano, coordinato dal prof. Lucio Lamberti, Professore Ordinario di Marketing Analytics e responsabile dell’Analytics for Business Lab. Lo studio ha analizzato gli approcci Server-to-Server (S2S) per la misurazione delle audience audiovisive, con l’obiettivo di verificarne tecnicamente l’aderenza ai principi e alle linee guida stabilite da Agcom.
“La ricerca conferma che gli strumenti Server-to-Server non presentano limiti tecnologici intrinseci che impediscono la rispondenza ai criteri richiamati dall’Autorità”, afferma il Prof. Lucio Lamberti. “L’integrazione nei sistemi di misurazione dell’audience in chiave omnicanale anche su base censuaria, come dimostrano peraltro le esperienze di numerosi JIC internazionali, è possibile nel momento in cui si applicano, con spirito collaborativo e rigore metodologico, procedure di trasmissione, gestione e controllo dei dati in grado di garantire misurabilità, trasparenza e granularità”.
Serve una collaborazione costruttiva
In un momento in cui il dibattito pubblico si concentra sui limiti delle rilevazioni non coordinate e sull’assenza di standard comuni, Anitec-Assinform richiama la necessità di fare chiarezza su alcuni punti che hanno sinora alimentato una visione parziale del tema della misurazione dell’audience. Lo strumento SDK non è l’unica alternativa tecnica percorribile per garantire una misurazione efficace e trasparente: esistono metodologie diverse, tecnicamente equivalenti e già ampiamente adottate a livello internazionale. I fornitori di servizi di video streaming associati sono pienamente disponibili e aperti alla possibilità di essere misurati secondo standard condivisi, ma l’imposizione di strumenti tecnologicamente inadatti alle specificità dei loro servizi rischia di escluderli da un sistema di misurazione integrato di cui tutto il settore dovrebbe beneficiare.
Tutti questi elementi rendono evidente e urgente la necessità di una collaborazione costruttiva verso l’adozione di un modello di misurazione dell’audience che riconosca le peculiarità operative e le legittime esigenze del settore digitale, senza imporre uniformità tecnologiche che ostacolerebbero innovazione e inclusività.
“La misurazione delle audience non è un dettaglio tecnico, ma un nodo strategico per la competitività e la trasparenza del settore audiovisivo,” ha dichiarato Letizia Pizzi, Direttrice Generale di Anitec-Assinform. “Senza standard condivisi e verificabili, non può esserci un settore digitale credibile né la piena valorizzazione degli investimenti dell’industria e degli inserzionisti. L’evidenza scientifica ci consente oggi di lavorare insieme per un sistema realmente aperto, interoperabile e rappresentativo di tutti gli attori del settore”.
La chiave per un sistema di misurazione dell’audience trasparente, interoperabile e verificabile
Il report della Scuola conferma la possibilità di integrare le tecnologie SDK e S2S, superando la storica contrapposizione tra modelli di rilevazione e aprendo la strada alla costruzione di un sistema interoperabile, certificabile e rappresentativo. A livello internazionale, esperienze come quelle di Nielsen (USA), Médiamétrie (Francia) e più recentemente AGF in Germania mostrano che il percorso di integrazione tra approcci tecnologici diversi si avvia a diventare lo standard di riferimento.
Per Anitec-Assinform, la misurazione dell’audience rappresenta una leva di modernizzazione del sistema audiovisivo e un tassello della più ampia trasformazione digitale dell’economia italiana.
“Non si tratta di scegliere un vincitore tra i modelli di misurazione dell’audience”, sottolinea Letizia Pizzi. “Strumenti tecnologici differenti sono in grado di produrre output di misurazione uniformi e comparabili e il futuro è nella convivenza e nell’integrazione tra diverse soluzioni, in un quadro trasparente e verificabile. Costruire un sistema di misurazione condiviso significa rafforzare la competitività e l’efficienza dell’industria audiovisiva e digitale, rendendola più moderna, inclusiva e in linea con le migliori pratiche internazionali”.


























































