Il dimezzamento della ricompensa dei miner – e quindi della velocità di creazione dei Bitcoin – ne farà aumentare il prezzo

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Il prossimo 12 maggio il Bitcoin, la criptovaluta più conosciuta e di maggior successo al mondo, subirà un halving, vale a dire un dimezzamento della “ricompensa” dei miners – e quindi, della velocità con cui vengono creati nuovi Bitcoin.

Secondo Simon Peters, analista della piattaforma di investimento eToro, l’halving potrebbe non solo far aumentare il prezzo del Bitcoin, come successo in seguito ai precedenti dimezzamenti, ma potrebbe anche portare ad una nuova ondata di crypto investors.

Si tratterà del terzo halving sul Bitcoin, e porterà la quota dei miners da 12,5 BTC a 6,25 BTC. Molti analisti ritengono che seguirà una lunga marcia al rialzo.

Dopo ogni rialzo si è sempre assistito ad un crescente interesse per i Bitcoin e le criptovalute, e con ciò è arrivato anche un ampliamento della base di investitori, anche a causa di una maggiore copertura nei media mainstream.

Peters spiega: “Durante e dopo il primo Bitcoin halving, nel 2012, gli investitori chiave erano quelli già coinvolti nell’asset class. La base di chi investiva in bitcoin era composta quasi esclusivamente da quelli che lo conoscevano; esperti di blockchain e programmatori, nonché libertari interessati all’idea di un sistema monetario al di fuori dell’influenza politica e dal controllo delle banche centrali”.

Dopo l’halving del 2012, il prezzo del Bitcoin è passato da 13 dollari a un picco di 230 dollari nel giro di sei mesi. Ma è stato il dimezzamento del 2016 che ha probabilmente fatto da spartiacque per il Bitcoin in quanto ha portato al rally dei prezzi nel 2017/18, e successivamente ha portato il tema delle criptovalute nell’opinione pubblica.

“Dopo l’halving del 2016 – continua Peters – i Bitcoin sono esplosi, sia in termini di prezzo che di popolarità. I quotidiani hanno iniziato a scrivere di Bitcoin. Oltre ai programmatori e agli esperti di blockchain ne hanno iniziato a parlare persone comuni, dai consulenti di gestione agli elettricisti, fino ai parrucchieri. Improvvisamente, il Bitcoin era sulla bocca di tutti”.

Peters ha notato un forte aumento di persone che hanno investito in Bitcoin su eToro durante l’halving del del 2016 e si aspetta di nuovo livelli di investimento simili.

“Nel corso del 2017 e del 2018, il 70% degli utenti si è iscritto ad eToro per investire nelle criptovalute. Da quel momento, l’intera industria delle crypto è maturata, sono stati avviati discorsi relativi alla regolamentazione, si è assistito all’ingresso degli investitori istituzionali nel mercato e persino le banche centrali hanno espresso interesse per questo tipo di asset. Se combiniamo questi fattori ad un altro rialzo dei prezzi, previsto a seguito dell’halving del 2020, ci potremmo ritrovare a considerare le cripto come un vero pilastro dei portafogli degli investitori, alla stregua di azioni, obbligazioni e commodities”, sostiene Peters.

Similmente all’ultimo halving e al conseguente aumento dei prezzi, ci si aspetta che un numero maggiore di investitori retail accumuli crypto, spinto dal timore di perdere un’occasione di investimento. Prosegue Peters: “Ricevo domande da parte di utenti che mi chiedono se hanno perso il treno delle crypto. Attualmente il prezzo si aggira intorno ai 9.000 dollari e, qualora dovesse iniziare a muoversi verso i massimi di 20.000 dollari raggiunti nell’ultimo rally, mi aspetto che un numero ancora maggiore di persone voglia accaparrarsi una fetta della torta”.

Una ripresa sostenuta dai prezzi spingerebbe, probabilmente, la classe politica ad accelerare le operazioni legate ad una regolamentazione, al fine di proteggere i consumatori. Molti ritengono che una regolamentazione sia un punto di svolta per IFA e i gestori patrimoniali, che si sentirebbero maggiormente sicuri nel sottoporre ai propri clienti la possibilità di investire nelle criptovalute.

I prossimi due anni potrebbero essere determinanti per una maturazione del settore tale da portare ad includere una porzione di crypto all’interno delle pensioni delle persone. Idea che, attualmente, risulta impensabile. “Alcune società di investimenti già hanno un’esposizione in cryptoasset. Dal momento che i fondi pensione normalmente rispondono alle richieste dei loro membri, queste potrebbero, un domani, includere un’allocazione di cryptoasset” conclude Peters.

Analizzando i precedenti halving, ciascuno di questi ha portato una nuova e cruciale fase del percorso evolutivo dei Bitcoin e, in cera misura, delle cryptovalute in generale. Nei prossimi mesi ed anni potremmo assistere al superamento di nuovi limiti, non solo in termini di prezzo, ma anche dal punto di vista della diffusione delle crypto e della loro regolamentazione.