Se la situazione persiste si prevede entro l’anno un significativo impatto negativo per l’80% delle imprese associate

Il decalogo di politica economica di Assintel

Lo economico e sociale generato dall’emergenza coronavirus ha costretto molte aziende a riconsiderare il proprio business. Il settore ICT è oggi l’autostrada digitale attraverso cui il Paese continua a funzionare, a livello di imprese, PA e socialità quotidiana, ma anche il suo ecosistema è messo a dura prova dal nuovo contesto. In un sondaggio interno sui propri associati, Assintel – l’associazione nazionale delle imprese ICT di Confcommercio – rileva che nel primo trimestre il settore cerca di contenere la crisi, anche se il 47% di aziende dichiara diminuzioni significative di fatturato (oltre il 10%).

Nell’arco dell’anno le previsioni diventano però preoccupanti: il 60% delle imprese stimano un calo di fatturato dal 10 al 50%, il 17% di loro un tracollo oltre il 50%. Le soluzioni attualmente più utilizzate sono lo smart working (per quasi la metà di loro) e gli investimenti in business development e ricerca e sviluppo (per un’azienda su quattro), segnale di un settore che pensa positivo anche dentro la tempesta: ma quanto potrà durare?

La sfida: guarire il paziente senza distruggere il contesto

Debellare il virus senza distruggere il contesto socio-economico entro il quale viviamo: ecco la sfida più grande a cui sono chiamate imprese e Governo.

“Fermare il Paese senza rapidi e ingenti sostegni keynesiani all’economia significa consegnare ai guariti una realtà senza economia, con uno scenario di povertà e di perdita di dignità cui non siamo preparati, e ciò sarebbe come tradire l’enorme sforzo che stanno compiendo medici, infermieri e sistema sanitario”, così il commento di Paola Generali, Presidente Assintel.

Ecco il nostro decalogo politico/economico

Chiediamo al Governo di agire in tempi rapidissimi, perché le aziende italiane sono come un paziente in agonia e se non verranno prese decisioni importanti in tempi brevissimi potrebbero non riaprire. La nostra terapia d’urto è questa:

  1. Azzeramento delle tasse fiscali, previdenziali e degli anticipi fino a Dicembre 2020, sostenendo in particolar modo le aziende delle regioni più colpite
  2. Portare a credito di imposta gli affitti da Febbraio 2020 sino al termine del LockDown per tutte le aziende di ogni settore, comprese quelle operative in Smart Working
  3. Accesso al Sistema Creditizio con garanzia dello Stato con estrema rapidità, eliminando tutti i passaggi burocratici che ad oggi creano un rallentamento nell’erogazione del credito
  4. Creazione di un sistema di incentivi allo Smart Working duraturo anche post Coronavirus
  5. Potenziare la connettività infrastrutturale, anche nelle zone marginali del territorio, per abilitare la digitalizzazione
  6. Sbloccare immediatamente i crediti vantati dalle MPMI verso la PA ed eliminare lo Split Payment
  7. Bloccare le maxi gare CONSIP e riprogettare il sistema di approvvigionamento della PA, dando spazio alle MPMI e rivedendo il sistema del massimo ribasso delle tariffe
  8. Totale defiscalizzazione per le MPMI che investano in innovazione per riprogettare il proprio business
  9. Potenziare la disponibilità di Bandi a Fondo Perduto per la digitalizzazione e l’innovazione delle MPMI di tutti i settori
  10. Sburocratizzare tutte le procedure che stanno rallentando moltissimo la proattività delle aziende nonostante il momento di estrema criticità.