Tra le sfide significative che ancora permangono, le problematiche software, che possono incidere negativamente sul raggiungimento dei KPI

KPIs

CA Technologies ha recentemente dato alla società di analisi Frost & Sullivan l’incarico di svolgere una ricerca intitolata What Business Executives are Learning about Software Development and How it is Helping Achieve KPIs, coinvolgendo 1.087 responsabili IT e di business nel mondo (di cui 410 in Europa). I risultati mostrano che le organizzazioni italiane sono convinte che le architetture applicative moderne costituiscano un fattore chiave per la crescita del business.

La ricerca rivela che le realtà italiane che adottano architetture applicative moderne – API, microservizi e container, insieme a metodologie di sviluppo allo stato dell’arte quali DevOps, DevSecOps e Agile – hanno maggiori possibilità di migliorare i Key Performance Indicator (KPI), connettere tra loro sistemi differenti e generare insight a supporto dei processi decisionali.

“Questo studio conferma che il software può aiutare concretamente le organizzazioni italiane a competere e prosperare in un’economia odierna in rapida evoluzione,” ha dichiarato Fabrizio Tittarelli, Sr Director Services di CA Technologies. “Nonostante i livelli di adozione non siano così alti come in altri Paesi europei, le aziende italiane riconoscono che alla base del successo ci debba essere un’architettura applicativa moderna, capace di fornire una piattaforma per lo sviluppo software flessibile e agile, che consenta alle loro organizzazioni di focalizzarsi sulle esigenze in continuo mutamento dei propri clienti.”

In uno scenario che vede ampliarsi il numero dei dipartimenti sui quali si ripercuotono gli effetti della Digital Transformation, i dirigenti delle aziende italiane assumono un ruolo sempre più attivo nelle decisioni che riguardano lo sviluppo e l’acquisto del software.

Se la sfida numero uno per i responsabili aziendali è “Soddisfare l’evolversi delle esigenze dei clienti”, la necessità di “Stare al passo con le nuove tecnologie” è la seconda in termini di priorità, seguita a breve distanza da “Progredire nella maturità digitale”. Inoltre, secondo l’89% degli intervistati per il successo futuro dell’organizzazione è “importantissimo” o “cruciale” modernizzare le modalità di sviluppo e distribuzione del software e delle applicazioni.

“L’aspetto più interessante di questo studio è l’accento posto dai dirigenti aziendali sullo sviluppo del software e sul fatto che siano disposti a investire budget e risorse in questo campo per ottenere risultati concreti,” ha dichiarato Alexander Michael, Director of Consulting presso Frost & Sullivan. “Il software si colloca al centro della maggior parte dei progetti di Digital Transformation e le aziende ritengono ormai impossibile rimanere competitive sul mercato continuando a impiegare applicazioni legacy monolitiche.”

Le architetture applicative moderne presentano vantaggi e svantaggi

Secondo lo studio, il 75% dei top manager italiani ritiene il livello delle applicazioni software “buono” o “ottimo” ai fini del raggiungimento dei Key Performance Indicator (KPI) aziendali – con una percentuale che è la più bassa fra tutti i Paesi europei (media europea: 85%). Circa il 79% delle organizzazioni italiane intervistate valuta la propria capacità di collegare applicazioni e dati per generare insight “leggermente/nettamente migliore” rispetto alla concorrenza. Inoltre, l’81% ritiene che le proprie applicazioni software siano “abbastanza/completamente” integrate dal punto di vista della funzionalità, della condivisione dei dati, dell’autenticazione e della sicurezza – anche in questo caso il dato è il più basso in Europa.

Frost & Sullivan ha anche messo a confronto la performance delle organizzazioni europee maggiormente progredite nell’adozione di architetture applicative e pratiche di sviluppo moderne con quelle più arretrate. Il confronto ha preso in esame diverse metriche che valutano alcuni fattori chiave relativi all’utilizzo di API, microservizi e container, insieme a best practice di sviluppo moderne quali DevOps, DevSecOps e Agile. Le organizzazioni italiane risultano indietro rispetto al resto d’Europa dal punto di vista di un utilizzo avanzato delle architetture applicative moderne: solo il 63% mostra architetture applicative avanzate con caratteristiche “medio/alte”, collocandosi dietro al Regno Unito (77%), alla Francia (66%) e alla Germania (64%).

In tutta Europa, le organizzazioni che adottano architetture applicative moderne:

  • Mostrano una propensione sei volte maggiore nel dichiarare che il livello delle applicazioni è “ottimo” ai fini del raggiungimento dei KPI, rispetto a quelle che registrano un’adozione relativamente bassa di architetture applicative moderne;
  • Affermano con una probabilità 5 volte maggiore che le proprie applicazioni sono “completamente integrate” dal punto di vista della funzionalità, condivisione dei dati, autenticazione e sicurezza;
  • Dichiarano con un tasso quattro volte maggiore che le proprie applicazioni sono “nettamente migliori” nel fornire insight sul business rispetto a quelle della concorrenza;
  • Registrano un tasso doppio di crescita degli utili.

Permangono tuttavia alcune sfide significative: circa il 39% delle organizzazioni italiane sostiene che le problematiche software possono incidere negativamente sul raggiungimento dei KPI (seppure con una percentuale nettamente inferiore alla media europea del 65%). Per il 54% degli intervistati nel nostro Paese, l’essere sottoposti a pressioni per rilasciare nuove applicazioni o aggiornamenti incide negativamente su qualità e sicurezza (punteggio più basso d’Europa). Inoltre, il 59% ritiene che la propria organizzazione privilegi a volte la velocità a scapito della sicurezza.

Anche se API, microservizi e container consentono una distribuzione più rapida delle applicazioni sul mercato, nove intervistati su dieci che dichiarano di utilizzare su larga scala le architetture applicative moderne sostengono sia difficile gestirli e monitorarli. Per temperare tali sfide, le aziende che guardano al successo a lungo termine ritengono sia necessario ricorrere all’implementazione di pratiche di sviluppo DevOps, Security e Agile: l’80% dei manager italiani consultati “è convinto” o “assolutamente convinto” che le pratiche Agile li aiutino a realizzare ciò che i clienti hanno realmente bisogno. Inoltre, l’88% dei soggetti intervistati ritiene che il testing continuo della sicurezza delle applicazioni e il DevSecOps siano componenti critiche per l’implementazione di un’architettura applicativa moderna – percentuale più alta di qualsiasi altro Paese europeo.

Per aiutare le organizzazioni italiane a tracciare la strada per un’architettura applicativa moderna, CA ha introdotto alcune innovazioni nella propria offerta per generare insight efficaci e abbreviare il time-to-market delle applicazioni, fra cui:

  • Nuovi aggiornamenti della soluzione Full Lifecycle API Management che forniscono un set integrato di funzionalità di API Management, atte a consentire alle organizzazioni di gestire le API in modo coerente durante tutte le fasi del ciclo di vita — creazione, test, deployment, sicurezza e fruizione con monitoraggio scalabile e in tempo reale. Questa soluzione completa di API Management comprende ora alcune novità incorporate di testing e monitoraggio quali la virtualizzazione delle API, per creare una sandbox virtuale per le API, che consenta una loro fruizione anticipata e più efficiente, nonché il cosiddetto “Inside-Out & Outside-In API Monitoring” che fornisce insight end-to-end sulle loro performance.
  • Molti miglioramenti innovativi del portfolio end-to-end di Continuous Testing di soluzioni CA ideate per aiutare le aziende ad abbreviare i tempi di sviluppo del ciclo di vita delle applicazioni e migliorare la produttività dei team di Agile Development. Questo portafoglio di soluzioni fa leva sui vantaggi della creazione automatica di test case, del provisioning istantaneo di ambienti di test dinamici e dell’automatizzazione dei dati di test. Questi aggiornamenti prevedono un nuovo plugin Jenkins per CA Service Virtualization che permette agli utenti di gestire servizi virtuali ed eseguire il provisioning dei test direttamente dalla rispettiva UI di Jenkins; Integrated Data Masking Workflows per CA Test Data Manager per aiutare i tester e i responsabili della compliance a eseguire in modo più rapido discovery, tagging e masking di informazioni personali sensibili (PII) in modo da facilitare la conformità normativa ed abbattere i rischi; e la funzione Requirements Insights di CA Agile Requirement Designer (disponibile in beta) che consente agli analisti aziendali e ai responsabili di prodotto di virtualizzare e comprendere più facilmente le dipendenze rispetto ai diversi requisiti di testing e il loro variare quando tali requisiti cambiano.
  • Il nuovo CA Project & Portfolio Management (CA PPM), che aiuta le aziende a eseguire una mappatura fra investimenti/risorse e iniziative strategiche con il solo impiego del mouse. Servendosi del tool di road mapping, i top manager possono apportare modifiche istantanee al portafoglio per adattarlo a fluttuazioni repentine del mercato. CA PPM semplifica anche il modo in cui le organizzazioni definiscono, assegnano e monitorano le attività dei team rispetto all’intero portafoglio. Infine, espandendosi al di là dell’IT, gli utenti possono integrare altre applicazioni quali CA Agile Central o Microsoft Power BI con CA PPM per centralizzare le informazioni aziendali allo scopo di promuovere processi decisionali veloci e accurati.

Fabrizio Tittarelli conclude: “Per le organizzazioni italiane, pubbliche o private, l’adozione di architetture applicative moderne costituisce un mezzo per rimanere strategicamente, tecnologicamente e finanziariamente agili nell’economia digitale. CA Technologies può aiutare i responsabili aziendali a porre le basi per un software capace di rispondere e adattarsi rapidamente, in modo da diventare motore di vantaggio competitivo e volano per il successo.”