Con la digitalizzazione che diventa sempre più concreta secondo Palo Alto è fondamentale fornire tecnologie e servizi di sicurezza unificati, consistenti e automatizzati, in grado di evolversi con le infrastrutture senza soluzione di continuità

Umberto Pirovano, Palo Alto Networks
Umberto Pirovano, Palo Alto Networks

Che anno sarà il 2020? Cosa ci aspetta? Ha provato a rispondere a queste domande, dall’alto dell’osservatorio privilegiato di Palo Alto Networks, Umberto Pirovano, Mmanager, Systems Engineering della società.

“Il 2020 potrà essere l’anno dell’esplosione della digitalizzazione nelle imprese, sotto la spinta dell’innovazione tecnologica, che promette un boost competitivo per le economie, e della sempre maggiore attenzione degli Stati e della Comunità Europea al tema. Le aziende italiane, appartenenti a diversi settori, sono sempre più consapevoli che in molti mercati si può competere solo se si è adeguatamente digitalizzati.

Tecnologie quali l’Intelligenza Artificiale (AI) stanno trasformando le economie e le imprese, divenendo sempre più strategiche per la definizione del nostro modo di vivere futuro. Blockchain e portafogli distribuiti, connettività smart (5G) e IoT sono elementi tecnologici abilitanti l’accelerazione alla digitalizzazione dei processi aziendali, e non solo di quelli produttivi”.

La situazione in Italia qual è?

“Parlando con i nostri clienti quotidianamente, la percezione che abbiamo è che le aziende italiane stiano gradualmente realizzando che l’evoluzione dei propri processi aziendali e l’adozione del modello cosiddetto di Industry 4.0 sia inevitabile per rimanere competitivi. Nei settori dove le tecnologie vengono percepite come abilitanti ai nuovi modelli di business, si ha anche la consapevolezza della necessità di un approccio strategico e sinergico alla sicurezza IT all’interno dell’impresa”.

Nella sicurezza cosa succederà nel 2020?

“Il settore di riferimento di Palo Alto Networks è quello della cybersecurity. Siamo quindi in grado di monitorare l’evoluzione dei sistemi IT aziendali da un punto di osservazione privilegiato, proprio essendo in grado di controllare i rischi cyber.

Lo spostamento di dati e applicazioni nel cloud e l’aumento della mobilità stanno cambiando le modalità di fornitura di networking e servizi di sicurezza. In un mondo che diventa sempre più cloud-driven, con una forte interconnessione e dipendenza tra l’infrastruttura IT tradizionale e quella che copre la parte industriale (OT), diventa fondamentale fornire tecnologie e servizi di sicurezza unificati, consistenti e automatizzati, in grado di evolversi con le infrastrutture senza soluzione di continuità”.

Come rispondete a queste tendenze? 

“Palo Alto Networks punta su una proposta unificata, integrata, automatizzata e scalabile che affianchi alla prevenzione da attacchi informatici di successo una capacità nativa di detection e response, in modo da facilitare il compito di analisti presso i clienti o presso i servizi gestiti da aziende di terze parti specializzate. È fondamentale in questo momento automatizzare e standardizzare le risposte dei SOC agli incidenti di sicurezza comuni, in modo da poter concentrare gli sforzi di analisi avanzata sugli eventi più rilevanti”.

Le sfide invece che le aziende si troveranno ad affrontare quali saranno?

“Utenti, dispositivi e workload applicativi sono più distribuiti e mobili che mai. L’adozione di tecnologie come l’IoT, il bridging tra il mondo IT e quello OT negli impianti produttivi, le applicazioni sempre più spesso nel cloud, la necessità di distribuire punti di connessione tra utenti e rete pubblica: sono tutti elementi necessari alla digitalizzazione che conducono a riconsiderare i confini delle infrastrutture IT delle aziende: se non sono protetti da sistemi di protezione pensati per il mondo in costante trasformazione, l’adozione di un modello di sicurezza efficace, quale quello Zero Trust, diventa improponibile, apparendo addirittura irrealizzabile”.

Come intende sostenerle Palo Alto?

“Fornendo una Security Platform nativamente integrata e in grado di evolversi in modo semplice ed efficace per rispondere a tutti gli scenari moderni: dalla connettività distribuita mediante soluzioni di Firewall as a Service, alla protezione del mondo multi-cloud in tutti i suoi aspetti (Protezione Inline, API protection, Containers Protection) portando i processi di sicurezza a livello di DevOps; dalla protezione del mondo OT integrata e all’uso massivo di algoritmi di AI e ML per automatizzare il rilevamento, all’analisi e remediation di incidenti complessi e persistenti, fino all’automazione nella gestione degli incident nei SOC”.

In cosa si distingue Palo Alto?

“Palo Alto Networks è riconosciuta come leader mondiale nella fornitura di soluzioni di cybersecurity orientate alla prevenzione di attacchi. La nostra vision ci ha consentito di estendere la Security Operating Platform ai nuovi scenari derivanti dalla digitalizzazione, espandendola in modo omogeneo, integrando nativamente le nuove tecnologie necessarie a questi scenari.

Operando in modo nativo su reti IT e OT, nel cloud declinato in tutte le sue forme e sugli endpoint, siamo in grado di collezionare dati di sicurezza contestualizzati sui quali applicare algoritmi evoluti di ML e AI. In questo modo la qualità dei dati e la varietà delle sorgenti ci consentono di identificare, analizzare e bloccare attacchi evoluti e mirati rivolti ai diversi ambienti dei clienti, mettendo poi a disposizione strumenti di analisi, remediation e automazione nella gestione degli eventi nativamente integrati”.

Gli obiettivi per il prossimo anno?

“Il nostro impegno sarà rivolto come sempre a clienti e partner, ai quali vogliamo offrire soluzioni tecnologiche più avanzate e performanti, che garantiscano livelli di sicurezza eccellenti. A conferma di questa strategia, il recente annuncio dell’intento di acquisizione di Aporeto, azienda specializzata nella micro-segmentazione basata sull’identità della macchina, che andrà a rafforzare ulteriormente Prisma Cloud, la nostra piattaforma di sicurezza cloud native”.