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Il business cambia attraverso la digitalizzazione del software: perciò oggi si parla di software defined business, tanto è vero che l’It da un lato lavora sempre più secondo la logica di una software company e dall’altro si integra con il business ibridandosi. Ma se il business e l’It sono due facce della stessa medaglia le priorità del primo si traducono in imperativi per il secondo.

Garantire all’utente la migliore esperienza possibile, differenziarsi, cogliere le nuove opportunità date dal fatto che il mercato potenziale è diventato senza confini e tenere a mente il problema della sicurezza si traducono in uno sforzo per l’It a fornire applicazioni veloci, semplici, leggere e portatili conformi alle policy dell’azienda. Bisogna creare un modello operativo che sia il meno disruptive possibile ma che contemporaneamente possieda la velocità e l’agilità necessarie all’organizzazione.

La risposta arriva dall’adozione di un modello di cloud ibrido, che comprende cloud pubblici, privati e gestiti e che consente di sviluppare rapidamente, distribuire automaticamente e gestire da un’unica piattaforma tutte le applicazioni aziendali, a prescindere da dove si trovino.

Ciò significa che, per garantire la massima agilità aziendale, l'It può gestire e spostare carichi di lavoro tra il data center e il cloud da una piattaforma unificata.

Con l’emergere di un modello di questo tipo si pone in primo piano il problema della sicurezza. Quello che è necessario non è più un approccio perimetrale tradizionale, ma un modello di security pervasivo lungo l’intera filiera. Il data center non deve più essere concepito come un’abitazione, dove si prepongono dei meccanismi di sicurezza solo agli ingressi esterni, ma deve essere visto come un albergo, dove la sicurezza è presente ad ogni livello. Tutto questo va abilitato secondo il concetto di "zero trust", per il quale nessun transito di dati, per la sua intrinseca natura, può essere sicuro.

Con l’affermarsi del cloud ibrido occorre controllare ogni bit che transita nella rete. Un’altra piccola grande rivoluzione, che è possibile perseguire mediante la creazione di un meccanismo di intelligenza dinamica a livello di infrastruttura sottostante.