Oggi non esiste più un tipo di data center che vada bene per tutti. Cosa significa? In cosa si distinguono le diverse tipologie? Lo spiega Paolo Parabelli di Rosenberger OSI

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Paolo Parabelli, Rosenberger OSI

Così come differenti sono le esigenze delle aziende in merito alla raccolta, all’elaborazione e al trasferimento dei dati, altrettanto differenti sono i tipi di data center. Oggi non esiste più un tipo di data center che vada bene per tutti. Cosa significa? In cosa si distinguono le diverse tipologie? Paolo Parabelli – Sales Manager Italia Rosenberger OSI – ci aiuta a fare chiarezza.

Come si distinguono i data center?

“In teoria i data center possono essere differenziati in base a due fattori. In primo luogo, dall’unità di superficie. In questo caso lo spettro spazia da un singolo server rack in cui le risorse IT sono raggruppate, a una stanza o un piano, a un edificio separato. Il secondo fattore riguarda le unità funzionali, che sono essenziali per i servizi di elaborazione, archiviazione e trasferimento e controllano i processi sottostanti. In particolare le apparecchiature IT”.

Architetture di data center per le PMI: quali configurazioni?

“La struttura e le apparecchiature di un data center si basano principalmente sui requisiti e sulle applicazioni utilizzate da un’azienda. Ad esempio, le sale con aria condizionata delle piccole e medie imprese (PMI) di solito contengono pochi server installati in armadi noti come rack. Un rack può contenere più server. Le opzioni di espansione modulare facilitano l’espansione del panorama dei server.

Le installazioni più grandi sono chiamate data center aziendali. A tale scopo, diverse file di rack sono installate in grandi sale. Generalmente tali installazioni sono progettate in modo ridondante e collocate in due zone di protezione antincendio separate per motivi di sicurezza. La semplice climatizzazione di solito non è più sufficiente, motivo per cui vengono spesso utilizzati potenti sistemi di raffreddamento per garantire un funzionamento regolare”.

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I Data center in outsourcing oggi vanno per la maggiore. Cosa pensa a proposito di colocation e hosting?

“Una variante relativamente nuova e in rapida crescita dei data center sono le colocation. Questo termine descrive le attività di un data center di un cliente nell’edificio di un operatore o provider. Le colocation sono progettate appositamente per soddisfare i requisiti di diversi utenti e offrono alle aziende l’opportunità di esternalizzare alcune o tutte le proprie apparecchiature IT in un ambiente all’avanguardia. A tale scopo, il data center di colocation fornisce agli utenti il proprio spazio nelle stanze esistenti. Un’opzione sono le cosiddette “gabbie”, ossia di sezioni particolarmente protette in cui un cliente installa il proprio hardware. In alternativa, una colocation può anche essere dotata di più file di rack. Gli utenti possono prenotare singoli rack o server per le proprie applicazioni. A seconda del provider, è possibile utilizzare anche servizi gestiti per il funzionamento del data center oltre alle infrastrutture di costruzione all’avanguardia, come quelle offerte da Rosenberger OSI.

Mentre l’hardware è fornito dal cliente stesso in caso di colocation, in caso di hosting possono essere noleggiati server virtuali o fisici. Le apparecchiature fornite, i programmi e il software di base appartengono all’operatore del data center. Si occuperanno anche della manutenzione delle apparecchiature, forniranno sicurezza e, ultimo ma non meno importante, aggiornamenti regolari. Tuttavia, se necessario, assumono anche l’amministrazione delle soluzioni utilizzate da un cliente ospitato. Gli utenti sono collegati al data center ospitante tramite linee dedicate sicure o Internet”.

Si parla anche tanto di hyperscaler e data center cloud…

“Hyperscaler è il nome dato ai sistemi in cui diverse migliaia di server sono collegati in una rete (grid computing). Sono scalabili quasi all’infinito, altamente disponibili e offrono le massime prestazioni, throughput e ridondanza. Gli hyperscaler più noti sono i quattro principali fornitori di cloud Amazon, IBM, Microsoft e Google.

Gli Hyperscaler offrono ai propri clienti Infrastructure as a Service (IaaS) e assumono per loro l’amministrazione completa dei sistemi. Collaborando con diversi hyperscaler, gli utenti evitano la dipendenza da un singolo provider e dalla sua infrastruttura. La cooperazione con altri partner offre anche l’opportunità di selezionare esattamente i servizi cloud che meglio si adattano alle esigenze individuali. In questo modo è possibile affrontare le sfide aziendali in modo rapido ed economico. Di conseguenza, le aziende diventano più flessibili ed efficienti.

Se è presente una rete di hyperscaler o anche data center più piccoli, si parla di data center cloud. I provider in questo ambiente sono Oracle, Telekom o Plusserver, per citarne solo alcuni. Spesso lavorano in stretta collaborazione tra loro per offrire una gamma completa e una copertura continua”.

E’ vero che stanno emergendo data center speciali come edge e convenzionale in una rete?

“Sì, oltre ai tradizionali data center stanno emergendo speciali tipi di data center. Ad esempio, a causa dello sviluppo dinamico dell’IoT, stanno emergendo sempre più data center Edge. Al centro di tutto questo c’è un classico data center che un’azienda ha nel proprio edificio con un’infrastruttura comune. L’elaborazione dei dati è locale e viene già eseguita nei punti esterni dai componenti ivi utilizzati. Un esempio sono le misurazioni dei sensori come quelle utilizzate in una Smart City per il traffico stradale. I dati pre-elaborati vengono quindi trasmessi al data center di livello superiore. I tempi brevi di esecuzione del segnale consentono applicazioni in tempo reale”.

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Ma ci sono anche i supercomputer come campioni delle prestazioni tra i data center

“I supercomputer sono un altro tipo di DC speciale. Questi data center sono caratterizzati da prestazioni estremamente elevate e dal punto di vista tecnico operano al massimo livello di prestazioni possibile. La loro capacità di elaborazione, in particolare la velocità di calcolo, è molte volte superiore a quella offerta dal computer più veloce. Le applicazioni tipiche includono previsioni meteorologiche o elaborazione di progetti altamente complessi o ad alta intensità di dati nell’ambito della scienza e della ricerca. I supercomputer più potenti del mondo sono inclusi in un elenco TOP500 e confrontati tra loro”.

Si dice che i Container siano soluzioni flessibili per data center

“All’interno dei tipi speciali di data center, le soluzioni container sono le ultime ad essere nominate. Sono costituiti da uno o più moduli già dotati di tutti i componenti necessari per il funzionamento del data center. In questo modo, i data center possono essere installati prontamente in varie posizioni senza grandi sforzi per esempio nel cortile dell’edificio. I container consentono inoltre di ampliare senza difficoltà le strutture esistenti. Possono subentrare nelle normali operazioni o essere utilizzati come soluzione Edge. Il loro utilizzo aumenta la flessibilità IT e ottimizza i costi”.

Cosa vorrebbe aggiungere per i nostri lettori?

“Vorrei porre io stesso una domanda: su quali strutture di data center fa affidamento la vostra azienda? Come si svilupperà il vostro data center in futuro?”.

paolo.parabelli@rosenberger.com