Red Hat crede sempre di più nell’open source e nel cloud ibrido e per questo presenta una proposta pensata per le aziende pronte a fare i conti con la digitalizzazione, ormai un processo in itinere, che procede in maniera continua. Rodolfo Falcone, Country Manager di Red Hat Italia, fa il punto della situazione. “Come ogni […]

Rodolfo Falcone, Red Hat
Rodolfo Falcone, Red Hat

Red Hat crede sempre di più nell’open source e nel cloud ibrido e per questo presenta una proposta pensata per le aziende pronte a fare i conti con la digitalizzazione, ormai un processo in itinere, che procede in maniera continua. Rodolfo Falcone, Country Manager di Red Hat Italia, fa il punto della situazione.

“Come ogni passaggio epocale, anche quello della digital transformation è un processo continuo, che ha un inizio ma poi si sviluppa nel corso del tempo. In questo processo, gli step intermedi in cui si possono ritrovare le differenti organizzazioni sono molti e distinti. Il 2020 sarà senz’altro un anno importante, per la crescente consapevolezza da parte delle aziende e organizzazioni del momento di cambiamento che stiamo vivendo tutti insieme. Più che di salto quantico però, parlerei di un’evoluzione costante e continua, che vivrà sicuramente un’ulteriore accelerazione”.

La situazione in Italia invece qual è?

“Le situazioni che viviamo sono le più diverse. Ci sono realtà ben strutturate e organizzate che hanno ormai abbracciato la digital transformation e stanno rivedendo tutti i loro processi, migliorando la loro efficienza presente e la competitività futura. Ma ci sono anche realtà più giovani e snelle, che sulla trasformazione digitale sono nate e la cavalcano per sovvertire gli scenari consolidati esistenti. A fianco di queste realtà virtuose, ce ne sono altre che solo oggi stanno prendendo coscienza della trasformazione che stanno vivendo. E sono queste che devono accelerare il passo, se non vogliono correre il rischio di restare indietro”.

Nel 2020 cosa ci aspetta?

“Per Red Hat il 2020 sarà l’anno dell’hybrid cloud. Le organizzazioni più avanzate lo abbracceranno come scenario di riferimento per i vantaggi organizzativi ed economici che permette di ottenere, abbinando asset e risorse consolidate con progetti e processi innovativi. Ma anche le realtà ad oggi ferme al livello di osservazione, lo considereranno con attenzione, proprio per la promessa di gradualità costante dei vantaggi che offre”.

Qual è la vision di Red Hat?

“Red Hat vede il cloud ibrido come la nuova architettura IT standard dell’enterprise. Un’architettura in cui ogni container o workload possa essere trasferito in qualsiasi ambiente – cloud, on-premise, edge – a seconda di come è più opportuno. E allo stesso modo, qualsiasi servizio o funzione cloud possano essere accessibili e utilizzati ovunque. Si tratta di un’evoluzione che si fa ancora più articolata con gli scenari d’uso delineati dall’edge computing, dove la capacità elaborativa è direttamente connessa alla generazione delle informazioni”.

Le sfide invece che le aziende si troveranno ad affrontare?

“La prima sfida è senza dubbio quella dell’efficienza economica e operativa. In un mondo sempre più interconnesso, le infrastrutture dovranno essere performanti al massimo, per garantire che i sistemi funziono al meglio oggi, ma anche in ottica futura. E per fare sì che questo succeda, servono strumenti di analisi e gestione che aggreghino i mille diversi indicatori di un’infrastruttura e li rendano comprensibili anche a una lettura di business. Perché è il business che deve guidare la tecnologia e non viceversa”.

Come intendete sostenerle?

“Da sempre Red Hat si muove lungo tre direttrici principali, che rispondono alle esigenze dei clienti. Innanzitutto, la completezza funzionale, con un continuo ampliamento del portfolio per alimentare architetture performanti, scalabili, sicure ed economicamente sostenibili; poi, apertura e libertà di scelta sull’utilizzo parziale o totale dell’offerta; infine, la flessibilità di poter utilizzare ogni applicazione e carico di lavoro su qualsiasi tipo di piattaforma, in qualsiasi momento e luogo, con la sicurezza presente ovunque in modo trasversale”.

Qual è l’elemento differenziante di Red Hat?

“La capacità di innovazione di Red Hat è unica nel mondo. Non c’è un vendor che possa competere con la potenza della community, che alimentiamo e supportiamo dal giorno stesso in cui siamo nati come azienda. Per lo stesso motivo, oggi siamo in grado di offrire una completezza funzionale senza paragoni, che continua a crescere in modo organico ampliando le possibilità a disposizione dei clienti. Infine, ma per nulla meno importante, la totale libertà di scelta che deriva dall’adozione totale agli standard, e quindi dall’assenza di ogni vendor lock-in, come anche dalla possibilità per i clienti di implementare ogni soluzione in modo graduale.

Gli obiettivi per il prossimo anno?

“Le opportunità che si genereranno sull’onda della digital transformation saranno sicuramente significative. Il nostro obiettivo è quello di coglierle al meglio, interpretando e anticipando le richieste dei clienti, grazie a un’offerta di prodotti e soluzioni in costante crescita nel segno dell’open hybrid cloud e a un ecosistema di partner sempre più ricco e vivace, come mostrato dal grande successo del Red Hat Open Source Day. Anche le crescenti sinergie con IBM saranno sicuramente un asset da sfruttare, oltre che un driver di potenziale crescita”.