È sempre più chiaro: la nostra capacità di lavorare, comunicare e innovare dipende in misura sempre crescente da Internet, mentre Internet stesso dipende dal settore dei data center. Quest’ultimi sono l’infrastruttura portante dei servizi digitali che utilizziamo ogni giorno, spesso attraverso i nostri telefoni, computer, automobili o case. Contribuiscono a scalare in modo sostenibile l’innovazione e la crescita economica in un mondo sempre più digitale ed inoltre, poiché la domanda di elaborazione e archiviazione dei dati continua ad accelerare con il passaggio al cloud e alle applicazioni online, la loro domanda continua a crescere rapidamente e a diventare la base dell’ecosistema globale ICT.
Nel mondo si contano oggi più di 7,2 milioni di data center. Inoltre, si prevede che il fabbisogno di personale per i data center crescerà a livello globale fino a quasi 2,3 milioni nel 2025. Questa stima copre più di 230 ruoli professionali specializzati per diversi tipi e dimensioni di data center, con requisiti di criticità diversi, dalla progettazione al funzionamento.
Perché i data center sono così grandi?
La maggior parte dei data center ha una dimensione minima del sito di 3 acri (oltre 12.000 m2), ma idealmente sorgono su appezzamenti di terreno ancora più ampi che diano la possibilità di costruire un vero e proprio campus.
Questa tendenza dimensionale è dettata dal fatto che la grandezza è sinonimo di maggiore efficienza dal punto di vista economico e ambientale rispetto a una serie di strutture più piccole che offrono la stessa capacità.
Grandi strutture costruite ad hoc consentono di realizzare economie di scala e di ottimizzare il consumo di elettricità e, proprio grazie a questa ottimizzazione, l’uso globale di elettricità per i data center è infatti rimasto relativamente stabile anche se il traffico internet è aumentato di 20 volte negli ultimi dieci anni. In particolare, sono stati condivisi online più dati negli ultimi due anni che in tutta la storia umana.
Qual è il loro impatto ambientale?
Non è un mistero: i data center risultano tra le strutture maggiormente energivore al mondo.
Secondo l’Agenzia Internazionale dell’Energia il consumo di elettricità dei data center nel mondo raggiunge all’incirca 220-320 TWh/anno, pari a circa l’1% del consumo totale mondiale. A metro di paragone, consideriamo che nel 2020 il fabbisogno annuale di energia elettrica in Italia è stato pari a 301,2 TWh.
Proprio in ragione di ciò, il settore dei data center prende molto sul serio la responsabilità ambientale, in particolare per quanto riguarda l’utilizzo di energia e acqua, con un orientamento precoce verso l’energia verde che ha contribuito a creare un mercato forte e robusto per le energie rinnovabili (per un esempio, si veda la recente “regolazione del termostato” di Equinix e i più recenti PPA) .
Nel 2021, il settore ha contribuito a formare il Climate Neutral Data Centre Pact, che impegna i firmatari (che ora rappresentano più dell’80% del settore) a raggiungere la neutralità climatica nelle loro operazioni entro il 2030.
L’industria dei data center sta inoltre aiutando altri settori – e, per estensione, la società in generale – a raggiungere i propri obiettivi climatici. Le attività virtuali infatti spesso sostituiscono le attività fisiche ad alta intensità di carbonio. Poiché sempre più processi e attività vengono automatizzati e spostati online, un data center neutrale dal punto di vista delle emissioni di anidride carbonica garantirà che vengano svolti senza aggiungere gas serra all’atmosfera.
Infine, il comparto sta investendo molto in tecnologie nuove e innovative, dalle tecniche di efficienza energetica al riutilizzo del calore di scarto, dalle energie rinnovabili all’idrogeno verde.
Vantaggi locali della costruzione e dello sviluppo di data center
L’impatto economico positivo sulle comunità dettato dalla presenza di un data center limitrofo è notevole.
Specialmente nelle fasi iniziali, la nascita di un data center crea posti di lavoro nell’edilizia, divenendo poi un polo lavorativo ICT di rilievo che, a cascata, stimola l’aggiornamento delle infrastrutture pubbliche locali, l’attrazione di altre aziende che vogliono collocare le proprie operation in prossimità di un data center e un volano economico per tutte le imprese limitrofe.
Lo sviluppo di un ecosistema
I data center multitenant e di colocation facilitano l’espansione dell’ecosistema ICT. Affinché tali ecosistemi si formino, è fondamentale che i partecipanti localizzino fisicamente le loro infrastrutture ICT l’uno vicino all’altro e che non abbiano limitazioni o restrizioni dal punto di vista dei processi o delle normative per lo scambio di dati.
Oggi, quasi tutte le aziende che dispongono di risorse informatiche e hanno la necessità di coinvolgere i propri clienti in modo più efficace, hanno capito il valore di unirsi a questo tipo di ecosistema, contribuendo così al continuo e crescente “effetto network” che ha reso i servizi di colocation un elemento critico dell’infrastruttura digitale, lo stesso alla base della missione di Equinix.
Qual è il loro futuro sviluppo?
“Di fronte alla continua e rapida espansione dell’economia digitale globale, l’industria dei data center è cresciuta al pari di una fortissima domanda. Con l’adozione e la diffusione di tecnologie nuove ed emergenti come il 5G, l’intelligenza artificiale, i veicoli autonomi e la data analysis, la generazione di dati e la domanda dei servizi garantiti dai data center non potranno che accelerare, obbligando i suoi attori principali, come Equinix, a rispondere a logiche di ecosistema sempre più interconnesse, a soddisfare una varietà di stakeholder che spaziano dal pubblico al privato e a concretizzare un futuro a zero emissioni di carbonio”, dichiara Emmanuel Becker, Managing Director di Equinix Italia.