Lo sviluppo di applicazioni cloud native è ormai un imperativo per competere su mercati in continua evoluzione. Scegliere soluzioni progettate appositamente per vivere nel cloud significa accelerare la creazione di nuove applicazioni, modernizzare e ottimizzare quelle esistenti e permettere la migliore integrazione dell’intero parco applicativo.
Ma quali sono i reali vantaggi per il business? A questa domanda dovremmo cercare di rispondere sempre in termini quantitativi, che sono però soggettivi da caso a caso. In termini generali, possiamo individuare due caratteristiche fondamentali delle applicazioni cloud native, che le rendono sempre più appetibili e vantaggiose per le aziende.
La prima caratteristica è forse quella più ovvia: il total cost of ownership. Vi sono innumerevoli prove che le applicazioni cloud native possano ridurre il TCO sia nel ciclo di produzione e manutenzione della soluzione sia durante l’esercizio. I vantaggi immediati sono evidenti: maggiore innovazione e riduzione dei costi di gestione.
La seconda caratteristica fa riferimento a un binomio fondamentale e ormai strategico in contesti macroeconomici ad elevata variabilità e sempre più imprevedibili. Si tratta della flessibilità e della velocità con cui è possibile creare e modificare un’applicazione disegnata secondo i principi cloud native. In termini più esatti, la flessibilità ci consente di agire più velocemente sulle funzionalità messe a disposizione della soluzione, mentre la velocità consiste in un’effettiva riduzione del time to market della soluzione.
Individuati i vantaggi, è importante delineare quali caratteristiche devono avere le applicazioni progettate per il cloud. Si entra in questo caso in un ambito multidisciplinare, in cui è bene parlare prima di tecnologie abilitanti, con i container, i relativi sistemi per orchestrarli e tutte le tecnologie che consentono di gestire l’infrastruttura da codice.
Per essere sfruttate al meglio, le tecnologie abilitanti devono essere supportate da architetture applicative moderne, come le architetture a microservizi. Per consentire poi al business di essere efficiente e rapido, è introdurre metodologie di sviluppo e rilascio DevSecOps, che permettano di rivedere anche l’organizzazione dei team di sviluppo, gestione e sicurezza in modo che agiscano in un unico flusso di lavoro.
L’approccio di Axiante al cloud native
In Axiante, per essere considerate cloud native, tutte le applicazioni devono seguire le best practice appena elencate. Si tratta di pratiche e linee guida decisive per il successo di un progetto di trasformazione digitale, che vengono perciò condivise anche con le aziende clienti. Grazie alla
formazione continua dei suoi collaboratori, Axiante ha infatti le competenze sia metodologiche sia tecniche per trasmettere l’utilizzo di queste practice ai team di sviluppo dei nostri clienti.
Il nostro valore aggiunto è saper integrare, non solo i sistemi tra loro, ma i team di lavoro, mettendo allo stesso tavolo esperti di tecnologia ed esperti di business. Quando si parla di sviluppi applicativi, le aziende avvertono il rischio di dipendenza: temono di scegliere un partner e di doverne poi dipendere per qualsiasi ulteriore necessità di implementazione.
Axiante coinvolge sin dalle prime fasi progettuali il personale dell’azienda cliente, con l’obiettivo di trasmettere cultura e competenze in ambito cloud native e offrire tutte le informazioni utili per poter scegliere liberamente come procedere. In ambito di sviluppi custom, inoltre, Axiante si fa carico dei rischi progettuali proponendo soluzioni chiavi in mano, progettando, sviluppando e implementando soluzioni digitali e strumenti adatti a rispondere alle esigenze uniche di ogni realtà.
A cura di Mirko Gubian, Global Demand Senior Manager di Axiante