I dati e la possibilità per le aziende di diventare vere e proprie organizzazioni data-driven sono il fondamento per la capacità di essere competitivi in un mondo dove ormai la digital transformation è stata avviata. Ma qual è oggi il valore dei dati e quali sono le principali sfide legate ai dati? Quale data strategy deve mettere in atto un’azienda per orientare il suo business? Cosa dobbiamo aspettarci per il futuro?
Abbiamo parlato di tutto questo con Romeo Scaccabarozzi, Amministratore Delegato di Axiante, system integrator globale a valore aggiunto, che ha esordito:
“Per comprendere davvero come utilizzare al meglio i dati, la domanda chiave da cui partire è una: quali sono oggi le decisioni difficili da prendere per un’azienda? Le crisi sempre più frequenti stanno mettendo le imprese di fronte a situazioni di crescente instabilità e in questo contesto di incertezza generale diventa fondamentale sapere con anticipo cosa vogliono i mercati e cosa vorranno nell’imminente futuro. La vera sfida sta quindi nella velocità con cui si utilizzano i dati, soprattutto quelli dei clienti: per ottenere efficienza nei processi è importante selezionare tra i tanti dati a disposizione le informazioni che aiutano a “leggere” i desiderata dei clienti, che non coincidono necessariamente con ciò che acquistano o consumano oggi, ma possono indicare nuovi bisogni e tendenze emergenti. La trasformazione digitale in questo contesto assume un ruolo cruciale: dotarsi di soluzioni digitali innovative per l’analisi dei dati significa diventare organizzazioni data driven, capaci di prendere decisioni ponderate perché basate sui dati a disposizione”.
Che caratteristiche devono avere i dati, che sono molto eterogenei, per essere davvero utili? E come sfruttarli per dare valore al business aziendale? Come deve essere una corretta data strategy?
“Per produrre un valore reale, i dati devono essere innanzitutto “freschi”, ovvero tempestivi e aggiornati: considerando quanto repentini siano ormai i cambiamenti nei mercati e nella società, è importante avere informazioni attuali per prendere decisioni puntuali e coerenti con lo scenario presente e cogliere per tempo i primi segnali di novità. Per sfruttare al meglio i dati provenienti da fonti esterne, occorre “tradurli” nel linguaggio utilizzato in azienda ed è necessario, quindi, che si tratti di dati correlati alle necessità interne proprie dell’organizzazione. Di fronte a una tale varietà di dati – interni ed esterni, stabili e variabili, legati a un singolo momento o persistenti nel tempo – occorre dotarsi di una corretta data strategy che è tale solo se guarda al medio-lungo periodo, altrimenti si tratterebbe solo di un approccio tattico. La vera data strategy non si limita, infatti, soltanto ai dati funzionali in quel preciso momento a perseguire gli obiettivi aziendali, ma si allarga a una visione complessiva a 360 gradi, che prevede una complessità maggiore, ma è anche in grado di dare risposta alle nuove richieste che potrebbero emergere nel tempo”.
Quali sono i vantaggi per le aziende di una corretta strategia di analisi dei dati?
“Le aziende che adottano una corretta strategia di analisi dei dati hanno una marcia in più sulla media dei propri concorrenti, perché riescono ad analizzare i dati provenienti dal mercato in modo veloce ed esteso. La marcia in più consiste proprio nella capacità di essere tra i primi a reagire ai cambiamenti, a proporre un servizio o un prodotto nuovo, a dare risposta a nuove esigenze prima che siano manifestate dai clienti. Essere in costante ascolto e “fiutare” per primi il cambiamento, grazie alla strategia di analisi messa a punto per tempo, significa poter raccogliere feedback preziosi sulle proprie attività e anche sui propri errori e quindi sapere subito dove intervenire e cosa occorre migliorare per riallineare la propria strategia”.
Quali sono gli sviluppi futuri anche alla luce della crescita vertiginosa dei dati a nostra disposizione?
“Mentre in passato si usavano soprattutto i dati interni all’azienda, raccolti dai sensori lungo le linee produttive, dai CRM e dai software gestionali, nel prossimo futuro, grazie alle numerose fonti a disposizioni e considerata l’enorme crescita del volume di dati prodotti, se ne useranno molto più di esterni. Bisognerà, dunque, fare attenzione alla cosiddetta “data quality”, ovvero all’identificazione, alla comprensione e alla correzione dei difetti dei dati per garantire una gestione efficace degli stessi nei processi aziendali. Quello legato alla qualità delle informazioni è un aspetto fondamentale: mentre infatti siamo in grado di misurare l’effettiva qualità delle informazioni interne alle aziende, bisognerà sviluppare strumenti e processi che certifichino la reale bontà di quelle esterne. Occorreranno, dunque, soluzioni capaci di garantire che i dati esterni siano non solo accessibili, ma soprattutto aggiornati, accurati e pertinenti, cioè adeguati in funzione dell’analisi da svolgere”.
Qual è la strategia di Axiante: dove state investendo e che obiettivi vi siete posti?
“La strategia di Axiante è focalizzata nell’aiutare le aziende a portare a termine il compito forse più arduo che sono chiamate ad affrontare in questa fase di grandi stravolgimenti, ovvero quello di cambiare la propria organizzazione e trasformarsi nel medio e lungo periodo. Grazie una partnership internazionale, stiamo mettendo a punto una piattaforma software in grado di supportare le aziende nella esecuzione e nell’implementazione della propria strategia di medio e lungo termine. Siamo convinti che attraverso funzioni chiave, come la collaboration, la migliore definizione dei ruoli interni all’azienda e, soprattutto, la corretta misura degli impatti delle iniziative strategiche, è possibile aumentare notevolmente il grado di successo delle strategie di trasformazione aziendale. Mantenere in equilibrio le attività quotidiane con le iniziative strategiche e facilitarne la comunicazione a tutti livelli, per massimizzare la collaborazione interna ed esterna, sono gli elementi chiave per supportare le aziende nel portare avanti con successo strategie di sviluppo”.